Il vuoto di Ostia e i doni di Latina (di L. Grassucci)

Il vuoto che inquieta. È il vuoto ai seggi. Ad Ostia come a Latina nelle scorse Comunali. E ora, si teme, un po' dovunque. Cosa abbiamo perso per strada.

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Vuoto, vuoto che inquieta.

A Ostia alle 12 è andato a votare meno di un cittadino su dieci. E Ostia è oggetto di analisi politica, di chiacchiericcio, di capocciate inquietanti da 14 giorni.

Si è evocato anche Lucifero ma nulla, i cittadini di Ostia, quelli normali, quelli che vanno a lavorare, che sono preoccupati per i figli, quelli che hanno casa per fatica, e con fatica lavorano non hanno avvertito “interesse”, questo voto (e spero , ma temo, non il voto) è estraneo lontano.

Alchimie di improbabili chimici. Ostia è un monito a 4 mesi dal voto per la Regione e per il Parlamento. Sono gli argomenti, le grida del talk show che non riguardano le persone, le persone normali, quelle che pesano le parole, che danno un significato a ciascuna parola.

Quelli che un temporale non è una bomba d’acqua, la secca non è siccità. Il vuoto di Ostia è la conseguenza della inutile chiacchiera di chi pensa di capire il mondo rendendolo mostruoso.

A Ostia, a Latina, in Italia, c’è bisogno di tornare ad essere normali: si a capire e non a “spiegare”.

A Latina Nino Corona, democristiano fece un teatro, tutti siamo cresciuti con una famiglia, i Porfiri, che donano un pezzo di ospedale. Oggi i sindaci si fanno donare i trapani e i decespugliatori.

La tristezza spiega il vuoto di Ostia. Piccole miserie.

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