Ci hanno fregato un’altra volta: dopo Acea i rifiuti. E la colpa è degli stessi

Ci hanno fregato. Un’altra volta. Dopo la supposta per la tariffa dell’acqua adesso sta per arrivare il suppostone per la tariffa sui rifiuti

La vicenda dell’aumento della tariffa dei rifiuti grida vendetta ed è la goccia che fa traboccare il vaso di una incapacità politica sconcertante. Alessia Savo, primo cittadino di Torrice, ha spezzato la cappa di silenzio sulla determina della Regione Lazio che ha stabilito la nuova tariffa per il conferimento dei rifiuti presso l’impianto di Colfelice, della Saf: 101,62 euro a tonnellata.

I motivi dell’ennesima stangata su cittadini e famiglie di questa provincia? Una sentenza del Tar del Lazio ha riconosciuto un risarcimento alla Mad, società che gestisce (in maniera moderna, esemplare, avveniristica, tanto che mai né i carabinieri del Noe, gli ispettori del Ministero, i tecnici dell’Arpa, hanno mai potuto contestare niente) la discarica di rifiuti trattati e dei sovvalli. Un risarcimento da 10 milioni di euro per il danno causato dal ritardo di 4 anni con cui sono state determinate le tariffe per l’accesso dei rifiuti in discarica. Ritardo imputabile alla Regione Lazio e, prima ancora, al commissario governativo che ha gestito l’emergenza.

La Regione però a pagare per le sue inadempienze non ci pensa proprio. Ha individuato un’idea geniale: scarica sulle tasche dei cittadini. In che modo? Ordina che il risarcimento venga spezzettato e messo poco alla volta nelle bollette della Saf: la società composta dai Comuni della provincia di Frosinone per la gestione delle loro spazzature e la loro trasformazione in combustibile per alimentare i termovalorizzatori che producono elettricità. La Società Ambiente Frosinone non ha potuto nemmeno provare ad opporsi. E’ un ordine. L’unica cosa su cui ha potuto provare a trattare sono i tempi di pagamento: non tutto e subito ma spalmato su 72 bollette. Con l’applicazione di un extracosto. Alla fine i maggiori costi saranno “spalmati” sulle bollette dei cittadini.

I sindaci dove stavano? Dove stanno? I consiglieri regionali dove stavano? Dove stanno? I presidenti della Regione dove stavano? Dove stanno? Quando decideranno di tenere la schiena dritta e provare a fare quello per il quale sono stati eletti. Cioè gli interessi dei cittadini? Invece tutti zitti, pronti ad alzare la manina. Per dire sì, non per contestare.

La stessa cosa successe per le tariffe dell’acqua: ad Acea sono stati riconosciuti 75 milioni di risarcimento per ritardi di determinazione della tariffa dovuti dal fatto che per anni i sindaci non hanno deciso nulla. Per non inimicarsi i cittadini in vista delle elezioni a raffica che ci sono. Dove sta il senso di responsabilità? Dove sta il coraggio? Dove stanno gli attributi?

Sono quegli stessi sindaci che sono rimasti “muti e rassegnati” quando negli anni in questa provincia sono stati chiusi 8 ospedali, con un ridimensionamento terribile dell’offerta sanitaria. Quegli stessi sindaci che però hanno alzato la manina a comando per “impallinare” la professoressa Isabella Mastrobuono, ex manager della Asl.

Agli amministratori regionali e comunali non interessa nulla che famiglie e cittadini vengono tartassati e stangati continuamente mentre i servizi diminuiscono. Perché buona parte di quelle stangate poteva essere evitata. Sia nel caso dell’acqua che ora per i rifiuti. Stiamo pagando, ritardi imputabili ai sindaci. Qualcuno si giustificherà dicendo che non sapeva, altri se la prenderanno con il segretario generale che non gli ha detto niente, pochi potranno permettersi di dire che sono arrivati soltanto adesso, in tanti hanno finto di non sapere e si sono accodati perché non sapevano cosa fare.

Dovrebbero dimettersi quasi tutti. Resteranno incollati alla loro poltrona, perché fare politica è sempre meglio che lavorare.