A cosa mira l’opposizione dei malpancisti

Dove vuole arrivare l'opposizione dei 'malpancisti' eletti nella maggioranza di centrodestra che governa Frosinone. E cosa potrebbe succedere con una loro saldatura col neo gruppo FutuRa

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Alea iacta est: disse l’imperatore Gaio Giulio Cesare il 10 gennaio 49 a.C. prima di attraversare il fiume Rubicone con il suo esercito e dare così inizio alla guerra civile contro Pompeo. Il dado è tratto: la sfida è stata lanciata. È quella dei cinque “malpancisti” eletti nella maggioranza di centrodestra che governa il Comune di Frosinone. Una sfida all’amministrazione del ‘loro‘ sindaco Riccardo Mastrangeli.

Ovverosia i forzisti Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo, il capogruppo della Lega (perché tale rimane per sua stessa puntualizzazione) Giovanni Bortone e quel che resta della Lista del Sindaco cioè Anselmo Pizzutelli e Maria Antonietta Mirabella.  

Anche se la situazione era abbastanza chiara da tempo, gli ultimi Consigli comunali della scorsa settimana (quello sugli equilibri di Bilancio dove si sono tutti astenuti e quello in adunanza pubblica sul BRT) lo hanno tuttavia ufficializzato in maniera chiara ed inequivocabile. L’opposizione “vera” all’amministrazione è rappresentata da loro.

Il formalismo

Maurizio Scaccia

Che la vera opposizione potesse arrivare da una parte della stessa maggioranza di centrodestra era uno scenario non prevedibile. Da nessuno. L’appoggio esterno dichiarato ufficialmente dai cinque consiglieri è solo un modo di dire. Un formalismo. Contano i fatti, dentro e fuori l’aula consiliare.

Coloro che invece dovrebbero fare ufficialmente opposizione a Mastrangeli,  per ruolo e per consenso ricevuto dagli elettori di centrosinistra, hanno deciso o di stare a guardare o di recitare la parte dei comprimari. Alcuni addirittura “lavorano”, nemmeno tanto sottotraccia,  per entrare ufficialmente in maggioranza. I protagonisti della critica e della contrapposizione, senza quartiere, all’amministrazione sono altri: sono i cinque “malpancisti” appunto. La scena è la loro.

In primo luogo perché hanno dimostrato di essere un gruppo unito, una squadra. Agiscono insieme, concordano le azioni, sono sempre presenti, pungenti, assumono iniziative, non fanno sconti, studiano le carte, stanno in mezzo alla gente. E la mobilitano pure. Così come accaduto nell’adunanza pubblica sul Bus Rapid Transit, dove tanti cittadini, commercianti e comitati dello Scalo hanno partecipato ai lavori. Riuscendo ad incidere, anche se con delle modifiche parziali, sul percorso del BRT. Per correttezza va aggiunto: grazie alla disponibilità al dialogo, al confronto e al recepimento di alcune proposte dimostrata dal sindaco del Capoluogo.

L’unità

Riccardo Mastrangeli

 A volte marciano divisi ma sempre per “colpire” uniti. Non si fanno la guerra tra loro, per la leadership del gruppo. Ma anzi dialogano e si riuniscono quotidianamente. Cosa che non fa l’opposizione “nominale”.

Non c’è un capo riconosciuto, ognuno è leader della propria personale azione politica. E questo agevola di parecchio la strategia politica da assumere. Non dettata da nessuno ma condivisa da tutti e cinque: non è cosa da poco, soprattutto se confrontata con l’incomunicabilità latente interna dimostrata tra i banchi di qualche consigliere di minoranza.

Dove porta questa strategia politica da parte dei “malpancisti”? Nell’immediato hanno certamente visto riconosciuto il loro ruolo, scavalcando altri. Nel breve periodo puntavano ad avere (ed hanno ottenuto) la loro legittimazione. Nel lungo periodo invece  non è dato sapere.

Forse i cinque Consiglieri stanno pensando di coinvolgere nel progetto qualche consigliere scontento che oggettivamente c’è in maggioranza ma che ancora non è uscito allo scoperto.

Opzione FutuRa

Alessandra Sardellitti con il nuovo Gruppo

Certo se si dovesse allargare il confronto ai 3 Consiglieri del neo gruppo FutuRa formato da Petricca, Martino e Pallone, le cose avrebbero una valenza e una portata politica sicuramente ancor più incidente e significativa.

Otto Consiglieri, tutti uniti, cominciano a “pesare” in aula: con tutto quello che ne consegue, in termini di voti necessari per approvare le delibere. Anche in seconda convocazione.

In quel caso, la maggioranza comincerebbe a ballare veramente.