
Altra giornata convulsa per la politica del capoluogo. Via l'assessore Sementilli. È una porta in faccia a FdI. Ottaviani ha due armi in mano. E poi la nota di Forza Italia che svela l'esistenza di un tavolo regionale del centrodestra sulla situazione del capoluogo
Senza tentennamenti, senza esitazioni. Il sindaco di Frosinone ha accompagnato alla porta della sua Giunta l’assessore Valentina Sementilli. E subito dopo averla congedata ha affidato le sue deleghe ad un nuovo assessore, Mario Grieco. L’avvicendamento è un segnale lanciato ‘a palle incatenate‘ verso Fratelli d’Italia.
Cosa è successo

Appena nelle ore scorse l’assessora dimissionata ed il suo Consigliere di riferimento in Aula Christian Alviani avevano lasciato la Lista Ottaviani in cui erano stati eletti nel 2022. Avevano chiesto di aderire a FdI. Che in due anni è passata dai 4 Consiglieri eletti a 6 che ora compongono il Gruppo. Al capogruppo Franco Carfagna ed i consiglieri Sergio Crescenzi, Marco Ferrara (subentrato a Fabio Tagliaferri dimessosi per guidare ALeS SpA a Roma), Paolo Fanelli (subentrato ad Alessia Savo eletta in Regione) si sono aggiunti Francesca Campagiorni (dal Polo Civico) ed ora Christian Alviani. (Leggi qui: Frosinone: cosa significa quello che è successo ieri in Consiglio comunale).
Il raddoppio dei Consiglieri in Aula crea un problema di rappresentanza in Giunta. Fratelli d’Italia con 3 Consiglieri esprimeva 2 assessori: ora che ne ha 6 può rivendicare un riallineamento. Esattamente come ha fatto Forza Italia nell’Aula della Regione Lazio, facendo saltare i Consigli Regionali fino a quando il Centrodestra non ha intavolato una trattativa.
Dottrina Rocca a Frosinone

In quel caso, il Governatore Francesco Rocca è stato irremovibile. Ha stabilito il principio che la sua Giunta deve essere lo specchio degli equilibri usciti dalle urne. Dicendo no ai riequilibri dovuti agli spostamenti da un Gruppo all’altro: il timore era quello di legittimare un continuo via vai da un gruppo all’altro pur di avere un assessore in più, obbligando così il Governatore ad un continuo rimpasto che impedirebbe di governare.
Certo, Francesco Rocca ha dovuto tenere conto dei nuovi numeri. E per questo ha spostato la delega all’Urbanistica dalla disponibilista di Pasquale Ciacciarelli (la Lega è rimasta con un solo Consigliere in Aula) a Forza Italia. Alla quale ha riconosciuto alcune sfere di influenza nella nuova geografia delle Asl del Lazio.
Il Coordinatore provinciale della Lega Nicola Ottaviani, padre della Civica nella quale Sementilli ed Alviani sono stati eletti è stato pragmatico. Al Comune di Frosinone vale la dottrina Rocca (che è di FdI): non si sa se all’assessore Sementilli siano state chieste le dimissioni. Con certezza il sindaco ha provveduto a revocarle le deleghe. E riassegnarle al nome indicato dalla Lista.
Il fattore Ceccano

Non è solo la Dottrina Rocca a far sentire sicuro Nicola Ottaviani e farlo andare allo scontro con la corazzata del coordinatore cittadino Fabio Tagliaferri. Il principio adottato oggi a Frosinone non può essere contestato: perché proprio Fratelli d’Italia lo ha stabilito ed applicato, su un ente ancora superiore come la Regione.
C’è però anche un altra arma nelle mani della Lega. È il ricostruito tavolo del Centrodestra, regionale e provinciale. Si è riunito l’altro giorno disponendo l’unità alle elezioni Comunali di Ceccano: chi prova a fare una cosa differente è scomunicato politicamente.
E quello stesso tavolo adesso si riunirà sia su scala regionale che provinciale per determinare la situazione a Frosinone. Con ogni probabilità imporrà a Forza Italia di tornare in maggioranza dopo essere passata all’appoggio esterno.
Forza Italia: tavolo regionale per Frosinone

È l’altro fatto politicamente rilevante che caratterizza la giornata di oggi. A rivelare l’imminente convocazione di quel tavolo sono stati i Consiglieri comunali Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo. Che dicono? Innanzitutto dimostrano apprezzamento per la mozione votata e per il Sindaco. ”Finalmente arrivano i segnali di buon senso che richiediamo da un anno, il voto all’unanimità sulla riapertura della piazzetta dello Scalo è un segnale importante e confortante da parte della maggioranza“. Fino a qui nulla di straordinario: bon ton istituzionale.
La ciccia però viene dopo. Quando confermano ufficialmente che “adesso il tavolo regionale del centrodestra, convocato per il nostro capoluogo, potrà affrontare con maggiore serenità la questione”. Esiste quindi un tavolo regionale del centrodestra con all’ordine del giorno: il caso Frosinone. Quello che succede nel capoluogo, allora, non è così normale. Se ne sono accorti anche a Roma.

Ma vi è di più. Ed è esplicitato in più passaggi piuttosto articolati. Uno quando dicono che “il centrodestra provinciale unito, anche grazie alla saggezza ed alla disponibilità del nostro Segretario Provinciale Rossella Chiusaroli, ha trovato in pochi minuti la sintesi su Ceccano, dove non si poteva voltare le spalle al nostro principale alleato.
Come ha ben detto l’onorevole di Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini il centrodestra non è un treno dove salire sono in caso di vantaggi e poltrone ma è un’idea, frutto del genio del nostro Presidente Silvio Berlusconi. Che vale sia nei momenti facili che in quelli più difficili. Il discorso vale per Ceccano ed a maggior ragione vale per Frosinone, dove non si può pensare di far salire sul carro dell’amministrazione, esponenti e candidati sindaci del centro sinistra, tanto per evitare il confronto con Forza Italia o con gli altri consiglieri e partiti che hanno portato alla vittoria la nostra coalizione“.
Richiamo all’unità ma condizionata

Per FI l’unità della coalizione costituisce, ancora, un valore da preservare. Se lo stanno facendo a Ceccano, a maggior ragione lo dobbiamo fare anche noi a Frosinone dicono in sostanza Cirillo e Scaccia. Ma con una subordinata: purchè non si facciano accordi con il centrosinistra. Fin troppo chiaro il riferimento al patto di desistenza siglato da Mastrangeli con l’ex sindaco Dem Domenico Marzi. Per i consiglieri azzurri per arrivare alla ricostituzione del centrodestra unitario è necessario anche un ulteriore passaggio: l’azzeramento della Giunta.
Secondo FI un reset divenuto indispensabile per via del mutato quadro politico e anche alla luce degli ultimi fatti accaduti al Rione Giardino, all’esito dei festeggiamenti per il Carnevale. “È evidente che il quadro mutato dei gruppi consiliari, come anche il mancato smalto di certi interpreti o in certi recenti casi il mancato rispetto dei cittadini e dell’istituzionalità a cui è obbligata la figura assessoriale, richiedano un azzeramento della giunta con congelamento delle deleghe anche nel rispetto di tutti gli alleati ed interpreti della coalizione”. Tra le righe, anche loro mettono in discussione la fedelissima assessora Rossella Testa.
Mano tesa a Mastrangeli

In chiusura di comunicato, il dato maggiormente significativo e politicamente rilevante. La mano tesa a Mastrangeli. Una disponibilità per certi versi clamorosa, per come si erano messe le cose a Frosinone tra il Sindaco e FI: ma che l’accordo dei leader provinciali del centro destra su Ceccano ha rimesso in discussione. “Il Sindaco Mastrangeli ed anche il nostro alleato maggiore, Fratelli d’Italia del Comune di Frosinone, nel capoluogo devono seguire l’esempio dato qualche giorno fa dai nostri segretari provinciali. Confrontarsi nel centrodestra e non cercare scappatoie ed accordicchi che, come ampiamente dimostrato, sono utili per tirare a campare ma non per amministrare. Serve una fase due dell’amministrazione di centro destra a Frosinone. Noi siamo pronti . Vedremo gli altri”.
La palla adesso passa al Sindaco Mastrangeli. Che di “problemini” da risolvere, nonostante l’accordo con Marzi, paradossalmente, ne ha più di qualcuno. E anche più di prima. La sensazione è che la consiliatura sia arrivata ormai a un punto di svolta. In un senso, o in un altro. Tirare a campare, senza la necessaria chiarezza tra il Sindaco e i partiti del centro destra, non porterà troppo lontano. “Dietro ogni impresa di successo c’è sempre qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa”. Lo ha detto l’economista e scrittore americano Peter Ferdinand Drucker.