
Cosa c'è dietro alla posizione della Lega. E come si declina il verbo di Salvini nel Lazio. Il Congresso cambierà il Partito. Come e quando.
L’altro Matteo, quello di Rignano e del Centrosinistra è stato corrosivo. Del Matteo di Pontida e del centrodestra ha detto che «non ci arriva, poverino, non è cattivo». Durante l’evento Bastage organizzato da Italia Viva l’argomento è il discorso sullo ‘stato dell’Unione’ fatto al Congresso nelle ore scorse da Donald Trump. Per il Matteo di Rignano «dà un messaggio dirompente rispetto a quello che avremmo voluto sentire. Ma ora quello sta lì. Chi diventa antiamericano con la K non ci ha capito nulla, la nostra amicizia con gli Usa va al di là del presidente. Questo non vuol dire che si debba aderire alle proposte di Trump» sui dazi. Poi la stilettata: «Solo uno lo fa, è Salvini, ma non ci arriva, poverino, non è cattivo».
Mario Abbruzzese, da primo dei non eletti al Parlamento Europeo, rischia la chiamata in qualsiasi momento da Bruxelles. Non la imbarazza dover sostenere posizioni come quelle assunte dal suo leader Matteo Salvini?

E perché? La posizione di Salvini è stata sempre chiara e coerente. Ha sempre dichiarato che non è contro l’Europa ma contro questa Europa che non ci piace e non funziona. Noi vogliamo una Europa diversa capace di dialogare con Trump per una pace giusta.
Una Pace giusta è un concetto astratto. Che in concreto non esiste. Cosa le fa credere che questa volta, tra Russia ed Ucraina sia possibile una Pace giusta? In cosa consisterebbe?
Io credo che sia arrivato il momento di trovare una pace nell’interesse di tutti. È quella la pace giusta. La Russia ha le sue rivendicazioni territoriali, l’Ucraina ha le sue rivendicazioni sulla sicurezza. Partendo da un Cessate il fuoco e dalla giusta dose di maturità credo che le basi per ragionare su una soluzione ci siano.
Non teme un ritorno della Cortina di Ferro, un balzo indietro di mezzo secolo?
Personalmente no perché in questo momento non ce ne sono le condizioni. E comunque il solo rischio che questo possa accadere è la dimostrazione che l’Europa com’è oggi non ha funzionato. Non ha una forza di deterrenza, non è un soggetto politico unitario, non ha nemmeno un coordinamento militare. Così è solo un’espressione finanziaria.
Un leghista che teorizza un’Europa centralizzata non è una contraddizione?

Dipende da che tipo di Europa si vuole. Non ho mica detto che si debba andare verso una ulteriore cessione di sovranità. Al contrario. Vorrei che l’Europa si occupasse di confini europei, in maniera non tecnocratica, tutelando le industrie automobilistiche e le agricolture nazionali. Ad oggi si è occupata di contrasto alle politiche contro l’immigrazione selvaggia creando di fatto crisi sociali ed economiche.
Ma in concreto mi spiega la sua Europa ideale come dovrebbe essere?
L’Europa di cui abbiamo bisogno è una comunità di eguali, concepita e pesata allo stesso modo in cui era la Cee la Comunità Economica Europea. Quello era un modello più vicino a noi, nel quale ciascuno di noi manteneva le proprie autonomie di scelta ma le questioni generali erano condivise.
Ma è grazie al nuovo modello che siamo diventati una potenza economica, con la Cee non saremmo cresciuti tanto…

E chi lo nega? Ma al tempo stesso abbiamo dovuto cedere pezzi sempre più grandi della nostra sovranità. Significa che quasi due terzi delle nostre leggi sono l’applicazione di norme europee. Non era questo lo scopo dell’Unione. Dovevamo crescere nelle nostre diversità. Come hanno fatto i Paesi ricchi a nostro discapito. Vi faccio un solo esempio e vi pongo una domanda: senza la cessione di quasi tutta la nostra sovranità noi avremmo mai fatto una legge che ammazzava l’industria automobilistica nazionale? O ne avremmo fatto una che le avrebbe reso conveniente tenere i libri contabili in Italia anziché portarli in Olanda?
Dove sta andando questa Europa?
Verso una deriva bellicista, non è un nostro interesse strategico fare alcune decine di miliardi di debito per andare a comprare all’estero nuovi armamenti.
Dall’Europa all’Italia: i rapporti tra alleati vengono da un periodo di tensioni. Il punto di svolta, sembra paradossale, è arrivato dalla provincia di Frosinone: con il vertice dell’altra sera che ha stabilito l’unità alle Comunali di Ceccano. Piena sintonia sull’unione e sulle Primarie…
Partiamo dalle cose concrete: il Governo sta ottenendo molti successi grazie anche al contributo della Lega di Salvini.
Mi perdoni: quali successi?

Basta pensare alla Pace Fiscale con cui consentire alle imprese ed alle famiglia in difficoltà di mettersi in regola con il Fisco. Oppure al decreto Salva Casa per semplificare e sburocratizzare le piccole difficoltà urbanistiche. Non va dimenticato il nuovo Codice della Strada: che piaccia o no sta salvando vite umane. C’è il Decreto Sicurezza per rafforzare la sicurezza nazionale.
Si potrebbe obiettare che è un po’ pochino, niente di rivoluzionario: riforme a costo zero. Dai palchi dicevate che l’Italia aveva bisogno di infrastrutture per diventare moderna.
Mi sembra ingeneroso dimenticare i passi in avanti che abbiamo fatto per realizzare un’opera come il Ponte sullo Stretto di Messina. Se preferite qualcosa di più vicino posso citare nel Lazio la Cisterna – Valmontone, oppure il raddoppio della Salaria, con noi l’autostrada Roma – Latina uscirà finalmente dalla carta e diventerà un cantiere reale. A due passi da noi c’è il progetto per l’adeguamento della Cassino – Sora, un analogo intervento di miglioramento per la Monti Lepini fino a Terracina, c’è la Pedemontana di Formia. Sono opere che renderanno il Paese e la Regione Lazio più competitivi.
A proposito di Regione Lazio, nonostante le recenti scintille che hanno costretto Matteo Salvini ad intervenire, il governatore Francesco Rocca è stato leale con la Lega: ha tutelato i vostri assessori e garantito le vostre quote all’interno dell’architettura di Governo uscita dalle urne, anziché adattarla ai successivi spostamenti.
Io partirei dagli aspetti amministrativi prima ancora di quelli politici. Il governo Rocca a livello regionale sta affrontando molte carenze non risolte dai precedenti governi di sinistra guidati da Nicola Zingaretti.
Ad esempio, quali?

Ad esempio dalla disorganizzazione che abbiamo trovato in Sanità, nei Trasporti, sulla gestione dei Rifiuti dove hanno dovuto rinnegare il Piano regionale che loro stessi avevano fatto prima negando e poi prevedendo il termovalorizzatore su Roma. Ma non crediate che ci fosse ordine almeno su Ambiente ed Infrastrutture. Il quadro politico adesso si è stabilizzato dopo estenuanti trattative politiche riposizionando alcune deleghe. Gli assessori della Lega Pasquale Ciacciarelli e Simona Baldassarre si sono distinti per capacità professionale e politica nel mettere in campo proposte di legge sulla semplificazione Urbanistica (molto attesa) e nel campo della Famiglia e della Cultura. Con la nuova delega alla Protezione Civile sono sicuro che faranno la differenza in occasione del Giubileo.
Non ha mai voluto parlare del suo ruolo organizzativo all’interno della Lega nel Lazio. Glielo hanno dato quando ha messo tutti di fronte ai 25mila voti portati da solo alle scorse Europee, scavalcando blasonati nomi romani, diventando il primo dei ‘non eletti’…

Non è né un ristoro né un risarcimento: è un compito che mi è stato chiesto di svolgere perché ero fresco reduce dai tour in tutta l’Italia Centrale e quindi avevo conoscenza diretta delle varie situazioni interne al Partito. Ho assunto il ruolo di responsabile Organizzativo regionale in un momento difficile ma sono sicuro che veicolando bene il nostro messaggio, andando fuori dalla superficialità, continueremo a crescere. Anche questa settimana altri amministratori hanno aderito alla Lega: mi riferisco ai Consiglieri di Campoli Appennino ma sono solo l’ultimo esempio in ordine di tempo. Stiamo organizzando la Lega in modo radicato e capillare.
Però non passate attraverso la legittimazione dei Congressi: su questo anche Fratelli d’Italia vi ha superato.
Noi terremo il nostro Congresso Federale il prossimo mese. Da lì uscirà una Lega più forte e più coesa con regole nuove in modo da rendere tutti protagonisti. È nostra intenzione celebrare i Congressi Comunali entro settembre. Stiamo registrando molti ingressi di Consiglieri, assessori e sindaci nei vari territori non dimenticando mai che la leva nasce dai territori. Territori che legheranno l’intero Paese in una unica Lega nazionale.
Cosa è cambiato rispetto al passato?

C’è stato un fisiologico adattamento alla realtà. Prima la Lega cercava una sua identità sui territori a Sud della Toscana. L’ha individuata crescendo, sbagliando, correggendo, migliorando, sistemando: come è normale che avvenga in una realtà in crescita. I prossimi appuntamenti elettorali troveranno una Lega pronta, preparata e più organizzata sui territori. E di questo dobbiamo riconoscere il merito alla guida del senatore Claudio Durigon, del Segretario Regionale Davide Bordoni, dei Segretari Provinciali Valeriani , Micci, Ottaviani, Calisse e Moni.
Ceccano rappresenta un segnale di svolta nei rapporti interni al centrodestra?
Noi abbiamo sempre privilegiato l’unità del centrodestra: sia quando avevamo in vento in poppa sì quando avevamo il vento contrario. Abbiamo apprezzato l’apertura di FdI sulle primarie a Ceccano dove si registra il test più significativo per il centrodestra nella prossima tornata. Ho letto da voi il peso che attribuisce a quelle elezioni il centrosinistra e per una volta credo che abbiano ragione, anche se perderanno pure questa volta. Confido in un atteggiamento di maturità che da Ceccano venga esteso su tutti i territori. In provincia di Frosinone, nel Lazio e nel Centro Italia.
E nel resto del Paese?
Non è il mio Collegio.