La Zes e la strada per inserire il Lazio al suo interno. Con una data realistica. Il lavoro del ministro Giorgetti: via la prima casa dall'Isee, Dichiarazione dei redditi più leggera, la Rottamazione... Il segretario Organizzativo della Lega nel Lazio, Mario Abbruzzese e la necessità di un'azione concreta per coinvolgere le province nel processo di sviluppo.
La Zona Economica Speciale nel Lazio è ancora una chimera. E mentre le altre regioni accendono motori fiscali e infrastrutturali per attrarre investimenti, il Lazio resta fermo al palo. Mario Abbruzzese, segretario organizzativo della Lega nel Lazio, già presidente del Consiglio regionale e primo dei non eletti alle ultime Europee, sta tessendo la rete del radicamento territoriale. Una rete fatta di circoli, tesseramenti, incontri nei Comuni dimenticati.
L’obiettivo è quello di far ottenere al Lazio ciò che finora gli è stato negato. Ma senza slogan, con una parola chiave: concretezza.
Onorevole Abbruzzese, cominciamo dalla Zes: la zona economica speciale nel Lazio resta una promessa più che una realtà. Qual è il bilancio della Lega sul mancato riconoscimento finora?

Siamo sinceri: la delusione è forte. Il Lazio, nonostante potenzialità enormi, continua ad arrancare su una Zes che avrebbe potuto cambiare il paradigma produttivo della regione. Non è un contentino: è una condizione per lo sviluppo. La Lega ha chiesto con forza che Roma capitale e le aree interne – come la Ciociaria e il sud del Lazio – venissero coinvolte nell’asse Zes, non escluse. È un tema che non può restare sulla carta.
Quali sono gli ostacoli reali che avete registrato?
In primo luogo, serve volontà politica chiara: non basta l’annuncio, serve attuazione. E serve coordinamento, occorre un lavoro di squadra di tutto il centrodestra. Il risultato della Zes deve essere corale e di un intero fronte politico, altrimenti i problemi saranno insormontabili. In secondo luogo, serve che il modello Zes non sia pensato solo per le grandi città, ma per le aree interne, che hanno bisogno di infrastrutture, di logistica, di fiscalità agevolata. Io sono fiducioso. E realisticamente dico che potremo portare a casa la Zes ma occorre tempo.
Cosa deve maturare
La Lega sta lavorando – anche attraverso il ministro Giorgetti – per modificare l’impalcatura legislativa e tecnica. Ma se la Regione Lazio resta piegata a modelli urbani esclusivi, rischiamo di perdere un treno che potrebbe passare da noi. Per essere chiari: i numeri di Roma Capitale sono tali che ribaltano quelli di Frosinone – Latina – Viterbo e Rieti. Ma è stata impostata una Legge che fa di Roma una città con competenze da Regione: era giusto, non è possibile che per le sue competenze su Rifiuti, Trasporti, Urbanistica, Roma debba rimanere sullo stesso piano della piccola Viticuso e dover passare attraverso la Regione Lazio. Ma a quel punto, la Capitale abbia la sua autonomia ed il resto del Lazio abbia la Zes. (Leggi qui: Roma, finalmente Capitale. Ma non chiamatela Regione).
Lei ha citato il ministro Giorgetti. Quali risultati reali attribuisce al suo operato, da Roma fino al nostro territorio?

È fondamentale riconoscerlo: Giorgetti ha messo in campo programmi che premiano l’Italia reale, quella fatta di imprese, artigianato, agricoltura. Ha tolto ideologia dai tavoli dello sviluppo e ha riportato concretezza. Nel Lazio questo significa aprire cantieri, snellire norme, cercare investitori. La Lega c’è. E continuerà a battere il tasto del «territorio che conta». Se la Zes latita, è anche per questo che insistiamo: perché ogni area della regione sia «zona strategica».
La Manovra di Bilancio non è mai una passeggiata primaverile.

Ma il ministro Giorgetti ha saputo mettere a punto una manovra equilibrata. E soprattutto che fotografa quello che è il Paese reale. Ma vi sembra possibile che in un’Italia nella quale la prima soddisfazione per ogni famiglia è quella di farsi una casa si debba pagare l’Imu sulla propria abitazione?
Fino ad oggi, il valore della prima casa è stato solo parzialmente escluso dal calcolo dell’Isee, cioè l’indicatore del reddito di ogni famiglia. In particolare: se il valore catastale della casa (rivalutato ai fini IMU) è fino a 52.500 euro, non viene considerato nel calcolo; se supera quella cifra, si consideravano solo due terzi dell’importo eccedente. Adesso l’articolo 47 della Legge di Bilancio 2026 prevede l’esclusione della prima casa dal calcolo dell’ISEE.
Le banche non fanno salti di gioia.

Le banche hanno accumulato dei profitti eccezionali e dal Paese hanno avuto tantissimo. Penso che sia giusto che chi ha di più dia qualcosina di più. Ma guardate che noi abbiamo fatto anche molto altro: mi permetto di ricordare la riduzione dell’Imposta che si paga con la Dichiarazione dei redditi per i redditi medi, l’estensione del Regime Forfettario così chi sta partendo o ha una piccola attività potrà respirare, la proroga della Rottamazione Quinquies, l’aumento della tassazione sugli affitti brevi, l’introduzione di un super-ammortamento per le imprese… Ripeto: è una manovra che fotografa il Paese reale.
Mobilitazione, tesseramento, radicamento: come giudica lo stato della Lega nel Lazio?
Con soddisfazione. Il Partito ha messo in campo una campagna forte: siamo cresciuti nei circoli, negli amministratori locali, nei comuni “difficili”. Con il Coordinatore Regionale Davide Bordoni nei mesi scorsi abbiamo raccolto più adesioni rispetto al passato, abbiamo ascoltato. Non è solo un numero: è un segnale che la Lega vuole essere con il territorio, non sopra. Vogliamo che i sindaci, i consiglieri comunali, gli attivisti siano protagonisti e non spettatori. Ora comincia la fase successiva: i Circoli dovranno riunirsi e scegliersi in maniera autonoma i loro dirigenti al posto di quelli che abbiamo indicato per la fase di avvio.
C’è un obiettivo concreto per il Lazio?

Sì. Ridare centralità alle province interne: Frosinone, Latina, Viterbo, Rieti. Non più aree marginali nei programmi regionali, ma punti di forza. E con la Zes potremmo dire che abbiamo acceso la miccia. Non vogliamo essere marginalizzati. Nessuna concessione, ma nessuna rinuncia.
In sintesi: cosa chiedete da qui ai prossimi mesi?
Tre cose. Prima: la Lega vuole che la Zes Lazio sia finalmente attiva, operativa: un traguardo realistico è il primo semestre del 2027. Seconda: che il buon lavoro fatto dal ministro Giorgetti sia tradotto in cantieri, fondi, imprese locali che assumono. Terza: che la Lega, attraverso tesseramento e presenza, continui a costruire non solo consenso, ma classe dirigente, per cambiare il volto della Regione. Sul territorio si costruisce il futuro.
Conclude Abbruzzese: «Non giochiamo con le promesse. Chiudiamo i conti con le attese. E mettiamo il Lazio – e il suo interno – al centro del programma». Il messaggio è chiaro: la Lega vuole essere soggetto, non spettatore. E, con forza, vuole che anche il Lazio interno conti.



