
Il futuro dell'azienda per la raccolta dell'immondizia rischia di mandare in titl la maggioranza del capoluogo pontino. Matilde Celentano ha minacciato le dimissioni "pur di far chiarezza". Entro 3 giorni bisognerà decidere tra la gestione pubblica con un nuovo progetto e quella privata. Partiti divisi come non mai
Tre giorni per scegliere: salvare la gestione pubblica dell’Abc con un nuovo progetto oppure aprire la porta alla privatizzazione, affrontando i rischi di una lunga liquidazione e una gara europea dall’esito incerto. Ma dopo l’infuocata riunione di maggioranza convocata dalla sindaca Matilde Celentano, nessuno in Comune può più dire “non sapevo”. La sindaca, stavolta, ha messo le carte sul tavolo. E la pazienza, a giudicare dalle parole pronunciate venerdì in Consiglio, sembra ormai agli sgoccioli: “Sono disposta anche ad andarmene a casa, pur di fare chiarezza” ha detto. E ancora: “Pensavo di salvarla, l’Abc. Ma ora…”
Quale soluzione?

Ecco: “ora”. Ora che si fa? E no, soluzioni ancora non ne sono uscite. Perché la riunione di ieri, alla presenza di assessori e consiglieri ma anche di esperti, è servita per illustrare e conoscere la situazione dei conti e le modalità operative della Abc – Azienda Beni Comuni, la società in house che si occupa della raccolta dei rifiuti in città e della manutenzione del verde pubblico.
Sul tavolo, la due diligence commissionata da questa maggioranza non appena insediata. E alcuni dubbi emersi da quell’analisi sui conti e dalla lettura delle carte, cui la sindaca stessa si sarebbe dedicata dalle 8 alle 20, tutti i giorni, nelle ultime due settimane.
I temi del contendere con Abc sono assunzioni, progressioni verticali, applicazione di contratti per i dipendenti. Che non sarebbero quelli indicati dal Consiglio comunale nell’approvazione di statuti e atti costitutivi. Anzi, sarebbero più favorevoli e quindi più onerosi a carico della Tari. Perché è sulla bolletta finale da recapitare ai cittadini che vanno a finire tutti i costi.
Perché lo ha fatto?

Da qui nascono i dubbi: perché Abc lo ha fatto? Lo poteva fare, senza chiedere al Consiglio comunale? E perché non ha fornito i chiarimenti richiesti dal Consiglio?
Tutte queste domande, in realtà, si possono sintetizzare in una sola: i consiglieri si chiedono infatti se possono o meno votare il Bilancio di previsione 2025 dell’azienda, che considerano un atto con valenza autorizzatoria nei confronti di conti e spese aziendali. Il loro timore è che votandolo possano incorrere in controlli della Corte dei Conti.
Maggioranza spaccata
La situazione viene definita delicata, ma ancora più delicato sarà decidere come uscirne. Tenendo conto di due aspetti fermi: il primo è che il servizio non può essere interrotto, anzi. Il secondo è la salvaguarda dei lavoratori di Abc, che comunque hanno ormai diritti acquisiti.
Da un lato ci sono FdI (il Partito della sindaca) Lega e Lista Celentano che, pur con accenti diversi, non divergono dalla linea di una gestione pubblica del servizio di raccolta rifiuti.

Poi c’è Noi moderati (partito dell’assessore all’Ambiente, Franco Addonizio) che insiste su Abc, ma con un nuovo progetto industriale. Infine c’è Forza Italia, per la gestione privata e la liquidazione di Abc. Ma gli azzurri avrebbero avuto posizioni più defilate, ieri, nel corso della riunione.
Comunque sia, una decisione va assunta entro la fine della settimana. Entro il 30 giugno il Pef va approvato. Con esso andrebbe approvato anche il Bilancio di previsione, ma non sarebbe la prima volta che i due documenti seguono destini differenti.













