Rompe il silenzio Mario Abbruzzese. E detta la linea a Forza Italia. «Il dialogo tra Acea e Comuni si può fare ma solo dopo che il gestore avrà adempiuto a tutte le richieste che gli sono state avanzate dall’assemblea dei sindaci lo scorso febbraio, cioè quando venne avviato l’iter per strappare il contratto»: dice il consigliere regionale.
In apparenza è un si. nella sostanza è un no alla trattativa. E segna il momento più teso dei rapporti tra Forza Italia ed il presidente della Provincia di Frosinone da due anni a questa parte, cioè da quando i voti dei sindaci forzisti contribuirono all’elezione dell’attuale presidente.
Abbruzzese tuona «non riusciamo a capire l’apertura del presidente della Provincia, Antonio Pompeo e di alcuni primi cittadini, nei confronti del gestore idrico dopo l’approvazione dell’avvio procedure per la risoluzione del contratto».
Nella delibera della consulta dei Sindaci – fa notare il consigliere regionale – sono state rilevate 23 inadempienze. Tra queste c’è l’incompleta realizzazione delle opere che dovevano essere completate entro il 31 dicembre sulla base del piano di interventi 2014-2017: si tratta di opere relative al servizio depurazione, captazione, adduzione, distribuzione idrica e fognatura.
«La serie di inadempienze – evidenzia Abbruzzese – ha creato una situazione di totale insoddisfazione da parte degli utenti, tradottasi in contenziosi. Pertanto, sussistono i presupposti per intimare la risoluzione del contratto. Acea è stata invitata fornire le proprie osservazioni e ad adempiere ai disservizi entro il termine di sei mesi (180 giorni) dalla ricezione della diffida».
Abbruzzese non chiude la porta, lascia aperto uno spiraglio: «Soltanto al termine della scadenza ed una volta appurato che il gestore avrà soddisfatto le richieste dei sindaci potremmo sederci e cominciare un confronto serio e costruttivo sul futuro del servizio idrico e del suo eventuale gestore».