
Lo scoglio del documento contabile sarà superato. I problemi per l'Amministrazione comunale di Frosinone potrebbero arrivare invece a fine anno quando si voterà per gli scranni di Palazzo Jacobucci. Il sindaco stavolta dovrà appoggiare senza se e senza ma anche la rielezione del consigliere di FDI. Altrimenti la crisi sarebbe difficile da evitare
Al di la della tattica, della strategia, delle dichiarazioni ufficiali, dei detto e, soprattutto, dei non detto: il Bilancio di Previsione che il Consiglio comunale di Frosinone sarà chiamato a votare entro fine febbraio, verrà approvato. Su questo non ci sono dubbi. Sono in atto precise manovre in tal senso in questi giorni. Sia per chi governa, che per chi sta in minoranza. Non approvare il Bilancio non è come dire no ad un Ordine del Giorno: perché significherebbe l’interruzione della consiliatura Mastrangeli.
Questo nessuno può permetterselo: per tutti i motivi già ampiamente spiegati e soprattutto perché l’unico candidato sindaco già sicuro di partecipare alla corsa è l’attuale Riccardo Mastrangeli. Tutti gli altri sono da individuare e da “costruire”.
La spina nel fianco di Riccardo

Le elezioni anticipate che tutti a chiacchiere, dicono di non temere, in realtà sono viste con la stessa espressione usata da Rambo in risposta al colonnello russo Zaysen che gli dava la caccia: “sono il tuo incubo peggiore”. Dato per acquisito il fatto che, una volta approvato il Bilancio, la consiliatura andrà avanti, bisognerà capire cosa potrà costituire veramente un problema per il sindaco nei mesi successivi. Perché è chiaro che messa in sicurezza la continuità amministrativa, le fibrillazioni nella maggioranza riprenderanno. Una sorta di gioco delle parti.
Quello che può costituire un ostacolo non facile da superare per Mastrangeli, se non studiate bene, sono le elezioni Provinciali di fine anno.
Giova ricordare che i problemi con Forza Italia per il sindaco sono nati proprio con le elezioni Provinciali scorse del 2023. Cioè allorquando in maggioranza non fu dato alcun input di voto per nessuno dei due candidati di Frosinone: né a sostegno di Maurizio Scaccia per Forza Italia, né di Sergio Crescenzi per Fratelli d’Italia.
Lo sgarbo a Forza Italia

Mastrangeli, civico in quota Lega, lasciò “libertà di voto”. In realtà per consentire che una buona parte dei voti dei suoi Consiglieri fossero dirottati su Andrea Amata della Lega. Che infatti è diventato Consigliere provinciale grazie soprattutto al contributo dei consiglieri di Frosinone. Mentre, sia Scaccia che Crescenzi, non sono entrati in Provincia, entrambi per un solo voto ponderato del Capoluogo.
Tutti e due sono stati i primi dei non eletti nelle rispettive liste. Solo che poi Crescenzi a Palazzo Jacobucci c’è entrato lo stesso. In seguito alle vicende giudiziarie di Ceccano e la conseguente caduta del sindaco Caligiore, che era anche Consigliere Provinciale.
Forza Italia quella storia se l’è legata al dito. E se il gruppo consiliare garantisce solo l’appoggio esterno a Mastrangeli (praticamente una opposizione mascherata) è anche per questo motivo. Ecco perché le prossime elezioni provinciali rischiano di essere estremamente delicate e pericolose per la tenuta dell’amministrazione.
Lo spiegone politico

FdI poiché esprime un candidato uscente (Crescenzi), quando si rivoterà a dicembre per il rinnovo del consiglio provinciale, si aspetta da Mastrangeli un contributo tangibile e leale in termini di voti dei Consiglieri di maggioranza del Capoluogo per confermare quel seggio. Sia se il candidato sarà ancora Crescenzi, sia se sarà un altro/a. Perché se l’aspetta? Sulla base di cosa? Rappresenterebbe la stessa lealtà che il Partito ha sempre dimostrato al Sindaco durante tutta la consiliatura, tanto da esserne la vera e propria guardia pretoriana.
Altro che libertà di voto. Stavolta, potrebbe non funzionare. D’altronde FdI a Frosinone parte già da una base di partenza importante. E’ il primo Partito potendo contare con 5 Consiglieri (Carfagna, Crescenzi, Ferrara, Fanelli, Campagiorni). Cinque consiglieri del capoluogo, della fascia E che ha un valore di 306, significa che ognuno di quei voti individuali vale oltre 300 voti ‘ponderati’ per le elezioni Provinciali e quindi la base di partenza sono già più di 1500 voti ponderati. Alle elezioni del 22 dicembre 2023 Crescenzi, come primo dei non eletti di FdI, di voti ne prese 2516. Mentre il terzo consigliere eletto di FdI Andrea Velardo ha avuto 2771 voti ponderati.
Ecco perché a dicembre il partito della Meloni, vorrà confermare un consigliere provinciale eletto a Frosinone. Questa volta anche con il contributo del Sindaco che stavolta non potrà essere “ufficialmente” neutrale, come la Svizzera. A differenza di due anni fa FdI potrebbe pretendere che sia concretamente collaborativo.
Spazio per tutti
Sia chiaro. Non significa che Riccardo Mastrangeli debba buttare a mare Andrea Amata. Ma che dal Consiglio comunale del capoluogo dovranno uscire voti ponderati utili all’elezione in Provincia anche per Fratelli d’Italia. Oltre che per la Lega.

Altrimenti per Mastrangeli potrebbero essere problemi. Veri questa volta. Un eventuale disimpegno di FDI a Frosinone, metterebbe seriamente a rischio la consiliatura. Altro che l’approvazione del bilancio. Con tutto quello che ne consegue in termini di candidatura a Sindaco del capoluogo.
Si aprirebbe un mondo. Ancora del tutto inesplorato. E che FdI vorrebbe invece tanto scoprire.