Amata: “È mancato coraggio politico. Ottaviani non ha sfidato il Governo”

Andrea Amata, capogruppo della Lega, critica l'assenza di coraggio politico che ha bloccato l'estensione della Zes per Frosinone, Latina e Rieti. Sottolinea l'importanza di azioni concrete per il territorio. E la credibilità politica basata sulla coerenza.

È mancato il coraggio politico. Non ha dubbi Andrea Amata, capogruppo della Lega in Consiglio provinciale a Frosinone, delegato del residente Luca Di Stefano al PNRR ed al Comitato per la Crescita e lo Sviluppo Sostenibile. Dopo il voto in Commissione Bilancio al Senato, difende l’operato dell’onorevole Nicola Ottaviani: per il Consigliere è stata l’assenza di fermezza e forza d’animo a penalizzare le province di Frosinone, Latina e Rieti, escluse dall’estensione della Zona Economica Speciale.

Consigliere Amata, partiamo dal punto politico: che cosa è accaduto in Commissione Bilancio al Senato?

È accaduto un fatto molto semplice ma anche molto grave. L’estensione della Zona Economica Speciale alle province di Frosinone, Latina e Rieti è stata bloccata. Un’occasione persa per dare respiro alle imprese, attrarre investimenti e creare occupazione. Non si tratta di bandiere o appartenenze politiche, ma di sviluppo concreto per i nostri territori.

Alcuni hanno rimproverato all’onorevole Nicola Ottaviani di essersi mosso “da solo”, senza tenere conto dell’alleanza.
Paolo Trancassini (FdI) aveva criticato Ottaviani accusandolo di confondere tra io e noi (Foto: Marco Ponzianelli © Imagoeconomica)

Ma vede, non è una questione di pronomi personali, tra l’“io” e il “noi”. È una questione di sostanza. Il punto è un altro: bisogna concentrarsi sull’aggettivo possessivo “loro” — i loro interessi, quelli degli imprenditori, dei lavoratori, delle famiglie. Quando si rappresenta un territorio, si deve rispondere ai cittadini, non alle liturgie dei Partiti. (Leggi qui: Quell’avviso di Trancassini a Mastrangeli).

Quindi lei sostiene che non si sia trattato di una frattura politica, ma di una scelta di coerenza?

Esatto. L’impegno è stato serio, coerente e concreto. Non è stata una battaglia contro il Governo ma un gesto di responsabilità verso il territorio. Gli stessi alleati avevano più volte riconosciuto pubblicamente la necessità di includere le province del Lazio nella ZES. Peccato che, al momento decisivo, molti abbiano preferito defilarsi.

Sta dicendo che qualcuno ha rinunciato a combattere per il territorio?

Dico che c’è chi ha scelto la prudenza invece della coerenza. Mentre Ottaviani combatteva, altri ritiravano o annacquavano gli emendamenti decisivi. E così abbiamo scoperto una nuova specie politica: i felini da esternazione. Partono con il ruggito dei proclami e finiscono con il miagolio tenue delle rinunce.

Un’accusa piuttosto diretta.
Nicola Ottaviani (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Non è un’accusa, la mia è semplice cronaca. Rilevo un dato di fatto: oggi la credibilità della politica si misura sulla coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa. E non abbiamo certo bisogno di chi è pronto a salire sul carro delle dichiarazioni e a scendere quando arriva il momento di decidere.

Perché è così importante essere inclusi nella ZES?

Perché la nostra provincia vive da tempo un processo di deindustrializzazione, aggravato dalla crisi del settore automotive nell’area di Piedimonte San Germano. Essere esclusi dalla ZES, mentre i territori confinanti ne fanno parte, significa subire una concorrenza sleale: quelle aree possono offrire benefici fiscali e burocratici che attraggono investimenti e favoriscono la delocalizzazione delle nostre aziende.
Le imprese che operano dentro la ZES godono di crediti d’imposta rilevanti, che si traducono in maggiore liquidità e possibilità di continuare a investire. In pratica, un’azienda che oggi sceglie di restare nella provincia di Frosinone parte svantaggiata rispetto a una che si sposta a pochi chilometri di distanza. È una questione di competitività, di sopravvivenza economica e, in ultima analisi, di giustizia territoriale.

Il voto in Commissione Bilancio è stato chiaro, ma quali saranno le conseguenze pratiche per il territorio?

Senza l’estensione della ZES, le province di Frosinone, Latina e Rieti rischiano una marginalità economica certa. Le aree limitrofe beneficeranno di agevolazioni e incentivi, mentre noi resteremo fermi, con un sistema produttivo già provato e sempre più fragile. La prospettiva è drammatica: senza misure strutturali, si rischia il collasso economico e sociale del territorio.

Ma molti obiettano che le province del Lazio meridionale e Rieti non possano essere incluse nella ZES perché il provvedimento è regionale. Cosa risponde a questa obiezione?

Non è un ostacolo tecnico insormontabile. Le province del Lazio, così come i territori dell’Umbria e delle Marche, rientrano tutti nelle zone classificate come C non predefinite nella Carta europea degli Aiuti di Stato, aggiornata al 2021-2023. Se territori come quelli di Umbria e Marche possono beneficiare della nuova normativa, non si comprende perché dovrebbero rimanere escluse le province di Latina, Frosinone e Rieti.

Se poi ci troviamo davanti a una scelta di politica economica distorsiva, volta a spostare il baricentro commerciale verso altre regioni come Puglia e Campania, gli amministratori e i politici che mettono il territorio al primo posto non possono voltarsi dall’altra parte. È una questione di volontà politica, non di vincoli tecnici. Senza la ZES, queste province rischiano di acutizzare le crisi economiche già in corso, con la prospettiva concreta di tracollare.

C’è ancora spazio per rimediare?
Tommaso Foti

Sì, e mi auguro che in sede di Legge di Bilancio si comprenda finalmente l’urgenza di includere le province del Lazio nella ZES. Le ZLS non bastano: sono poco più di un’aspirina. Non curano le patologie produttive del territorio. Servono interventi robusti, veri, strutturali.

Alcuni commentatori hanno evocato persino ripercussioni politiche nel capoluogo.

E poi, davvero, quale sarebbe il messaggio? Facciamo cadere l’amministrazione della città capoluogo perché Nicola Ottaviani ha osato difendere il tessuto economico e produttivo della provincia di Frosinone? Come si spiegherebbe ai cittadini una scelta del genere? Sarebbe quasi comico, se non fosse tragico.

Quindi, secondo lei, alludere a “dispetti politici” non ha fondamento?
Andrea Amata con Francesco Rocca

Alludere a dispetti politici o a manovre legate a eventuali crisi del Governo del capoluogo non è un’argomentazione plausibile né edificante. Non credo ci sia un esponente politico del territorio disposto a barattare la sopravvivenza economica e sociale della propria comunità con la sopravvivenza politica di qualcuno.

Un’ultima domanda: che cosa rappresenta, politicamente, questa vicenda?

Una lezione. Nicola Ottaviani ha dimostrato che difendere il territorio non significa essere contro qualcuno, ma stare dalla parte di chi si rappresenta. È una lezione di serietà e coerenza.