Le due polemiche 'd'agosto' per la piazza di Anagni. Con il carattere impulsivo ed impetuoso del vicesindaco. E la questione di Casa Barnekow con l'assessore alla Cultura. Dove si pone la questione dei luoghi prima che delle proposte
L’interrogativo circola da alcuni giorni. E si domanda se I’atteggiamento di Riccardo Ambrosetti rischia di essere un problema all’interno della maggioranza del comune di Anagni. Il problema sta nella tendenza del vicesindaco (dall’alto delle preferenze ottenute e degli indubbi risultati portati a casa, va detto) a rimarcare il suo peso (politico) con atteggiamenti quanto meno ruvidi nei confronti di chiunque non la pensi come lui. Cosa capace di creare fastidi nella coalizione che dal maggio scorso governa la città dopo una riconferma trionfale.
Sembra un paradosso; ma proprio nel momento in cui in Consiglio comunale si va verso un monocolore Natalia (con Danilo Tuffi che nell’ultima assise, per mere ragioni logistiche ovviamente, si siede a fianco dei colleghi di maggioranza) i fastidi (meglio chiamarli imbarazzi, per ora) arrivano dalla maggioranza. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di giovedì 1 agosto 2024).
Il post sui rosiconi
Le polemiche scatenate dal post in cui l’attuale vicesindaco dava dei “rosiconi” ai suoi oppositori, dopo l’apertura della strada che collega la contrada di san Filippo (quartiere natale di Ambrosetti) con l’Anticolana, potevano restare confinate al vivace ma transitorio mondo dei social. Che già in questi giorni ha fatto registrare un’altra vivace polemica: quella tra l’assessore alla cultura Carlo Marino e gli esponenti di Casa Barnekow (che hanno deciso di sospendere gli eventi culturali in polemica contro la politica culturale anagnina).
Il problema è che, nel caso di Ambrosetti, la questione è andata un po’ più in là delle classiche schermaglie social. Diventando, in via ufficiosa, tema di alcuni scambi di opinioni tra le varie anime della maggioranza. Nessuno lo ammetterà ufficialmente ma, nelle ultime ore, del vicesindaco di Fdi si è parlato più volte ed ai più alti livelli in città. Con sfumature diverse, ma con la stessa sostanza: Riccardo Ambrosetti è uomo di impeto e di carisma ma è anche poco capace di contenersi. E le polemiche nelle quali si lancia finiscono spesso per fare più danni dei vantaggi che, eventualmente, si possono ricavare.
Anche perché, sempre a sentire gli spifferi delle ultime ore, non è la prima volta che in maggioranza fanno notare al vicesindaco gli scivoloni fatti. Ed ogni volta c’è la stessa replica del vicesindaco; le richieste (sommesse) di contenersi vengono lette come un piano per ostacolare la sua carriera personale. Senza capire che, quando si è istituzione, bisogna sapersi comportare come tale.
In attesa del 2028
Al di là della polemica momentanea, il rischio è che nel 2028 quando si tratterà di scegliere il successore di Natalia, proprio gli eccessi comportamentali del vicesindaco potrebbero rappresentare un limite pesante per una sua eventuale candidatura a sindaco. Un limite che Ambrosetti, se vuole salire di livello, deve saper superare.
Tornando per un attimo al già accennato caso della polemica Marino – Casa Barnekow, una cosa intelligente, e fuori dagli schemi della semplice polemica tra le parti, l’ha detta l’ex segretaria di Sinistra Italiana Viviana Cacciatori. Che ha sottolineato come la questione dovrebbe essere spostata dal piano della semplice lite tra programmi differenti, per arrivare ad affrontare un altro punto; quello dell’endemica povertà di strutture per la fruizione culturale in città.
Povertà che, fatalmente, porta alla minor rilevanza dell’offerta culturale. La polemica è nota: qualche giorno fa Casa Barnekow ha annunciato, in polemica contro l’amministrazione, la sospensione degli eventi culturali. Un modo per denunciare, hanno detto gli esponenti dell’associazione, le “ritorsioni” della maggioranza, e soprattutto dell’assessore Carlo Marino, contro Casa Barnekow. Rea, secondo l’associazione, di non apprezzare la politica culturale dell’amministrazione comunale. Una tesi respinta da Marino, che ha ribadito la propria apertura per una collaborazione. La polemica ha poi inevitabilmente assunto connotati ancora più politici, con l’attacco del consigliere comunale di minoranza Luca Santovincenzo alla maggioranza cittadina.
Prima gli spazi e poi le proposte
A superare lo schema della semplice contrapposizione tra le parti ci ha pensato, come detto, una voce minoritaria ma non per questo meno autorevole; quella di Viviana Cacciatori, nome storico della sinistra anagnina. Che ha ricordato come il problema in città non sia tanto quello della mancanza delle proposte, ma della penuria “degli spazi pubblici aperti a tutti e per tutti i gusti, fatta eccezione per qualche gestione volontaria di qualche privato“.
In effetti, le strutture esisterebbero; l’auditorium cittadino, l’ex cinema, la Badia della Gloria. Il problema è, però, che queste strutture sono da tempo lasciate al loro destino, senza nessuna prospettiva di rivalutazione e di uso stabile. Ne consegue che, in assenza di luoghi che possano dare spazio a proposte di peso, si va verso una “cultura quotidiana fatta di eventi eventi ed iniziative“. O, peggio ancora, alla presenza di soli spazi privati. Che però, giustamente, agiscono nel nome delle proprie esigenze, non di quelle della comunità.
Ecco perché ci vuole un salto di paradigma. Ecco perché non ci si può più concentrare solo sul valore delle singole proposte artistiche (meglio la mia, no meglio la tua) ma sulla necessità di avere più luoghi a disposizione in cui poter fare cultura. Altrimenti la decadenza non sarà né di destra né di sinistra. Ma di tutta la città.