
Il vicesindaco di Anagni si toglie tutti i sassolini dalla scarpa dopo la vicenda del Palio. E dice la sua sul caso dell'ingresso di Tuffi
Robusto è robusto. Sia fisicamente che sul piano dell’impatto mediatico. E quindi è inevitabile che, nel dibattito che in questi giorni sta arroventando il comune di Anagni a proposito del palio dell’anello in programma tra qualche giorno (e che, a meno di miracoli, si correrà senza la partecipazione attiva della contrade) accada questo. Che il nome del vicesindaco Riccardo Ambrosetti ci sia entrato di prepotenza. (Leggi qui: Se il Palio infilza i limiti di una maggioranza troppo larga. E leggi anche Il Palio di San Magno in bilico tra sicurezza e tradizione).
Tecnicamente non sarebbe sua la competenza, visto che lo svolgimento del Palio attiene al Settore Cultura. E quindi ad essere coinvolto è l’assessore Carlo Marino. In questo caso però la questione fa anche riferimento ad alcune opere che sono state realizzate all’interno del centro. Cosa che ha portato a suggerire lo spostamento del palio dalla sua iniziale destinazione. Scatenando il vespaio di cui sopra.
Polemiche e recap sul Palio

Della vicenda hanno parlato tutti: tranne lo stesso vicesindaco. Inevitabile quindi ascoltare la sua versione. Anche a proposito delle polemiche che, sempre nelle ultime settimane, hanno, in questo caso direttamente, coinvolto lo stesso Ambrosetti. Entrato nell’occhio del ciclone in seguito a post e dichiarazioni che lo hanno fatto passare come una persona poco capace di frenare la sua passione dialettica. E spesso portata a rivolgersi agli oppositori (in Consiglio e fuori) in modo poco consono.
Breve replay ad uso di chi si è perso qualche puntata: qualche settimana fa si tiene una riunione tra l’Aiam, l’Associazione Interparrocchiale Anagni Medievale che raccoglie le contrade per la realizzazione del Palio dell’Anello. E l’amministrazione comunale. In quella sede si discute sulla location e sugli orari della manifestazione. Aiam e contrade propongono di realizzare il Palio nella zona di Piazza Innocenzo III. L’amministrazione risponde che, poiché in quella zona è stato appena risistemato il manto stradale, il palio è meglio realizzarlo nella zona bassa della città, nei pressi di Porta Cerere.
In soldoni? Risistemare la piazza è costato un centinaio di migliaia d’euro di denaro pubblico. La predisposizione per il Palio rovinerebbe ciò che è stato appena rimesso a nuovo. Questa la versione dell’amministrazione Natalia. Che non intende doversi giustificare con la Corte dei Conti per avere sistemato la piazza rovinandola dopo poche settimane.
La rinuncia dell’Aiam

La situazione va in stallo; l’amministrazione comunale rimane sulle sue posizioni. E l’Aiam decide, poche ore fa, di non partecipare al Palio. Che si svolgerà comunque il prossimo 7 settembre; ma solo come gara singola, con i cavalieri che rappresenteranno soltanto se stessi. Per Aiam e contrade la colpa è della sordità dell’amministrazione riguardo alle richieste.
Per l’amministrazione, neanche troppo velatamente, è un caso da manuale di uso di una tradizione per fare polemica politica. Anche perché, all’interno delle contrade ci sono esponenti chiaramente legati ad ambienti dell’opposizione consiliare.
Il vicesindaco che si morde la lingua

Su tutto questo, Ambrosetti ha ribadito la legittimità dei suoi comportamenti a partire dal primo incontro, quello in cui si sono scatenatele polemiche. “Vado all’incontro, dico ai capi contrade che non si può fare il palio nella zona che hanno proposto perché abbiamo appena speso 100.000 euro per rifare la pavimentazione. A quel punto uno dei rappresentanti delle contrade, che è anche la moglie di un consigliere di minoranza, mi risponde: ‘Non potevate aspettare un mese?’ . Io mi mordo la lingua, ma decido di limitarmi”. Con ogni probabilità avrebbe voluto rispondere: se spostavamo i lavori di un mese tuo marito ci avrebbe attaccato tutti i giorni dicendo che per una gara di cavalli tardavamo a mettere a disposizione di tutta la città Piazza Innocenzo III.
Sullo sfondo, anche se Ambrosetti onestamente non lo dice, c’è l’idea di un’Aiam “influenzata” da alcuni elementi, più vicini di altri all’opposizione. “Io conosco diverse persone in Aiam; ho visto che ce n’erano alcune chiaramente prevenute contro l’amministrazione. A loro, come detto, ho ribadito le motivazioni che mi hanno indotto ad oppormi quando l’assessore Marino ed il sindaco Natalia mi hanno proposto di fare il palio a Piazza Innocenzo III. E chiarendo poi che se l’amministrazione avesse deciso di andare avanti, non sarebbe stato un problema, anche se ovviamente io avrei messo per iscritto la mia contrarietà”.
Ambrosetti ne ha approfittato anche per dare un taglio all’icona di amministratore impetuoso e litigioso: “deve finire il mito di Ambrosetti visto come l’incredibile Hulk. Una parola fuori luogo può capitare a chiunque. Mi si critica per la questione dei ‘rosiconi’, ma io mi rivolgevo ad alcune persone specifiche. Poi però nessuno dice niente quando ex candidati a sindaco ci danno dei farabutti. Non ci si può lamentare se, dopo un’azione, c’è una reazione. L’amministrazione non si fa prendere a schiaffi”.
“Mal di pancia? Solo all’esterno”

E Riccardo Ambrosetti ha detto la sua anche sui recenti mal di pancia interni alla sua maggioranza: “Se devo dire qualcosa a qualcuno, lo dico di persona. Se nelle riunioni tutto funziona e non ci sono lamentele, e poi c’è chi ha mal di pancia ma non ha il coraggio di esprimerlo apertamente ma lo fa fuori, sono problemi suoi”.
“Per quello che percepisco io mal di pancia non ce ne sono. C’è confronto giornaliero, come è giusto perché ci sono idee diverse; ma poi si trova la sintesi. Se qualcuno non riesce a farlo e si lamenta all’esterno è problema suo, forse non è adatto fare politica”.

Ultima battuta sul possibile passaggio di Tuffi in maggioranza: “Sono stato per 10 anni segretario locale di Fdi. Bisognerebbe chiederlo a Forza Italia non a me. Per quanto ne so, non si è mai parlato, attualmente, di un suo passaggio in maggioranza. Poi, se esponenti di questa maggioranza cenano insieme a Tuffi e glielo chiedono è un’altra cosa“.
“Tuffi ha partecipato a varie competizioni elettorali, alcune vincendole altre no. Come in provincia, quando con il suo atteggiamento ha rischiato di far toppare le elezioni a qualche altro esponente della maggioranza. E per fortuna i cavalli si vedono all’arrivo. Se Tuffi vuole entrare in Fi – ha concluso il vicesindaco- se ne discuterà in maggioranza”.