I fatti salienti che hanno caratterizzato la Città dei Papi nell'anno che sta finendo è gli scenari per quello che sta per arrivare
È stato l’anno del G7 che fa tappa in città, delle liste civiche evaporate, delle polemiche al vetriolo e dei grandi progetti che però restano ancora come prospettiva per l’anno a venire. L’anno che doveva riportare la Sanità ma anche quella è a metà tra la prospettiva ed il miraggio. Mentre comincia a prendere forma il tema della successione e di chi sarà domani a prendere in mano il timone di Anagni.
Imponente macchina organizzativa
Frammenti sparsi di un 2024 che, come detto, ad Anagni ha avuto il suo climax politico (e non solo) lo scorso 25 e 26 novembre. Sono le date nelle quali i ministri degli Esteri del G7 hanno fatto il punto su quantoi accade nel mondo e come affrontarlo; evento per il quale, letteralmente, a fine novembre il mondo è ruotato intorno alla città dei papi, sia pure per poche ore. (Leggi qui: Il G7 ciociaro tra freddo, emozioni e la “star” Tajani).
Merito dell’abilità del ministro Tajani, che ha fatto in modo di far diventare la parte nord della provincia di Frosinone (da Fiuggi ad Anagni, senza dimenticare Ferentino ed i paesi limitrofi) il luogo dell’incontro dei ministri.
Una macchina organizzativa imponente; che ha avuto anche l’effetto di velocizzare tutta una serie di lavori attesi da tempo in città: come ad esempio l’illuminazione dell’Anticolana. In alcuni casi si è trattato di interventi legati effettivamente al G7, in altri casi di lavori già calendarizzati ma che sono arrivati comunque nel periodo specifico.
Europa o non, calendario fissato o meno, ad ogni modo i lavori hanno generato un indubbio ritorno d’immagine della maggioranza di Daniele Natalia.
Successore di Natalia cercasi
Già, la maggioranza; il 2024 è stato, in ambito politico, un anno interlocutorio. Nel quale però si sono cominciati ad intravedere i primi segnali di quello che sarà il tema che nei prossimi due anni dominerà il dibattito politico locale: ovvero l’identità del successore del sindaco Daniele Natalia.
Che non potendo, salvo cambiamenti di legge, ricandidarsi per la terza volta, dovrà forzatamente passare il testimone. Al momento due sembrano i personaggi in gara: Davide Salvati, presidente del Consiglio comunale, ed esponente rampante di Fratelli d’Italia e Carlo Marino assessore al Bilancio ed alla Cultura, esponente della lista civica Cuori Anagnini.
In tal senso il 2024 è stato anche un lungo rimpallo di punzecchiature da una parte e dall’altra. Salvati ha, dalla sua, mostrato una maggiore solidità istituzionale ed una maggiore apertura anche a contatti e ad alleanze esterne: vedi anche il successo di Rimland, il convegno sulla politica nel Mediterraneo che, di fatto, è stato (anche) un riuscito spot per la candidatura dello stesso Salvati. Marino in alcuni momenti ha masticato amaro, senza però demordere. (Leggi qui: Geopolitica ed economia locale: Anagni cuore del Mediterraneo).
Le civiche “evaporate”
Il 2024 è stato anche l’anno della chiarificazione politica all’interno della coalizione di governo. Che è sempre stata di centrodestra. Ma che, soprattutto nei primi tempi, aveva avuto un’anima civica. Che ora sta progressivamente evaporando. Liste come Identità Anagnina, ad esempio, sono transitate all’interno di Forza Italia.
Cosa che ha creato anche qualche difficoltà ai rimanenti “cespugli” civici della coalizione. Che, non a caso, si stanno orientando (vedi Antonio Necci e Guglielmo Vecchi di Idea Anagni) verso la Lega.
Nel 2024 c’è stata la staffetta che dovrebbe caratterizzare i prossimi anni, con il passaggio di consegne in giunta tra Anna De Lellis (Idea Anagni) e Chiara Stavole (Fi). Lo prevedevano gli accordi sulla base dei quali è stata costruita la Giunta subito dopo le elezioni bis. Questione di equilibri, vero. E questione di patti che sunt servanda.
Ma nel modo di farli rispettare si vede l’abilità politica di chi guida l’amministrazione. Ed in questo passaggio, Daniele Natalia è stato abile: ha assorbito nel suo Partito un intero gruppo, mantenuto gli impegni, fatto in modo che l’assessora uscente restasse comunque a contatto con le leve delle decisioni, attraverso un incarico di staff in quota Carlo Marino. (Leggi qui: Quella staffetta che ricorda tanto Letta con Renzi. E leggi anche Come il volo del calabrone: non è assessore ma lo fa).
Luca contro tutti, o quasi
Il 2024 dell’opposizione è stato caratterizzato da uno scontro sempre meno velato tra Luca Santovincenzo, consigliere comunale di LiberAnagni ed il resto del centrosinistra partitico della città. Un contrasto che rispecchia anche la doppia sensibilità del Partito Democratico, ad Anagni sempre più chiaramente diviso tra una maggioranza che fa riferimento a Francesco Sordo ed una minoranza rappresentata da Angela Manunza (esponente della corrente Rinnovamento) sempre più vicina alla figura di Santovincenzo. (Leggi qui I miei primi 500 giorni: Santovincenzo si dà il pedigree di vero oppositore).
Tutto ciò ha reso il peso della minoranza sempre più evanescente. Anche alla luce dei passi di avvicinamento verso la maggioranza compiuti dagli altri due consiglieri di minoranza Giuseppe De Luca e Danilo Tuffi. Ad oggi non c’è un passaggio ufficiale; ma è questione di giorni. (Leggi qui: Tuffi forse si tuffa… tra gli azzurri, in sincrono con la nuova sede di Anagni).
Il gioco sociale di Sandra
Tornando un attimo al centrosinistra poi, non si può trascurare una figura storica come Sandra Tagliaboschi.
L’ex consigliere del Partito Democratico ha, in questi ultimi mesi, sviluppato soprattutto un impegno civile a favore delle donne. Ma sono in molti a giurare che, se ci fosse l’occasione, un ritorno nella politica vera ci sarebbe. (Leggi qui: Il sorriso di quelle che possono contare su Sandra: sorriso libero).
Il fatto è che al momento non sono ancora mature le condizioni per un dibattito: il Segretario Pd Francesco Sordo ha avviato la paziente opera di ricucitura tra tutte le sensibilità di un centrosinistra diventato sempre più marginale in un dibattito politico che il centrodestra di Natalia ha saputo monopolizzare.
Il centrosinistra paga ancora il suo peccato originale: issato alla guida della città dopo la stagione del centrodestra di Fiorito e di Noto e Polverini si era affidato ad una coalizione guidata da Fausto Bassetta: ufficiale dalla moralità specchiata, abituato a guidare gli uomini, profondo conoscitore delle Leggi al punto da essere lo stimatissimo autore dei Commentari studiati in tutte le scuole militari. Ma la sua amministrazione franò dopo pochi anni, frantumandosi in mille pezzi. E da quell’opposizione nacque il centrodestra dell’attuale sindaco Daniele Natalia che governa da due mandati.
La tacca sul calendario: quel Palio là
In politica, il 2024 ad Anagni è stato anche l’anno delle polemiche ruvide. Come quella legata al Palio di San Magno. Che ha visto lo strappo tra amministrazione ed Aiam, l’associazione che da anni organizzava il palio. Risultato; associazioni che hanno fatto un passo indietro e figuranti ridotti, tanto da costringere il comune a farli arrivare da fuori. (Leggi qui: Se il Palio infilza i limiti di una maggioranza troppo larga).
Cosa che ha provocato parecchie discussioni, con annesse dichiarazioni al vetriolo prima, durante e dopo la manifestazione. Del resto, che il centrodestra non sia stato sempre tollerante da questo punto di vista si è capito anche dal dibattito sui “rosiconi”. Termine dedicato dal vicesindaco Ambrosetti a chi spera nel fallimento della Giunta. Il che ha contribuito alla discussione senza alzarne il profilo. (Leggi qui: Ambrosetti: “Io non sono Hulk, sono gli altri che ci danno dei farabutti”).
Oncologia tra “bufale” e progresso
Lontano dalla politica, il 2024 è stato soprattutto l’anno della Sanità. Nel luglio scorso il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha inaugurato il servizio di Oncologia nell’ex ospedale, alla presenza di tutto lo stato maggiore della politica locale provinciale e regionale di centrodestra. Secondo Rocca, una promessa onorata rispetto agli impegni presi durante la campagna elettorale del 2023, in vista di una effettiva ripartenza della sanità locale. (Leggi qui: Rocca e Natalia inaugurano il Paco, per il Pd è un ‘pacco’).
Una vera e propria bufala invece secondo l’opposizione; visto che non si può parlare di Reparto, ma al massimo di un Ambulatorio. Il sindaco Natalia risolve la cosa spostando il dibattito sul piano concreto: “Gli anagnini mi hanno chiesto qualcosa che gli evitasse di andare in giro per la provincia o per il Lazio dove poter fare la chemioterapia. Sono i primi a sapere che la cura è sempre la stessa ma che a fare lka differenza è sottoporsi al trattamento sotto casa oppure andando in giro”. In pratica, il presidio è un ambulatorio dove fare ora solo la chemio mentre con l’arrivo degli specialisti farà anche visite, diete per i pazienti oncologici, supporto psicologico.
In ogni caso, quello del Paco è la dimostrazione di come ancora oggi la Sanità sia un nervo scoperto in tutta la zona nord della Provincia di Frosinone. Un tema che di certo non verrà lasciato decadere. E sul quale si giocheranno anche le prossime campagne elettorali.
Da Catalent a Novo Nordisk
Per il lavoro non si può tralasciare l’ultima novità diventata tangibile appena pochi giorni fa ma annunciata già a febbraio da Alessioporcu.it. Cioè il passaggio della Catalent al colosso danese Novo Nordisk. (Leggi qui: Novo Nordisk compra Catalent: ecco il futuro di Anagni).
Un’operazione strategica da 11,5 miliardi di dollari, nella quale – su 50 impianti rilevati in blocco da danesi – tre avranno un ruolo centrale. E tra loro c’è l’impianto di Anagni. Si punta al mercato dei farmaci anti-obesità. A fine anno antitrust e azionisti hanno acceso il semaforo verde spianando la strada al closing. Per Anagni in prospettiva significa centinaia di nuovi posti. E che non sana il rammarico per il progetto da 100 milioni di euro saltato negli anni recenti: stanca dell’attesa durata due anni per avere le autorizzazioni necessarie l’einda salutò e riposizionò il suo piano in Oxfordshire. La speranza per molti è che in questo senso l’arrivo della Novo Nordisk possa rappresentare una nuova partenza.
Per il lavoro il 2024 è stato anche l’anno del progetto del polo logistico di San Bartolomeo. Anche qui una doppia lettura: positiva da parte di chi, come la maggioranza, vede il progetto come volano per lo sviluppo del territorio: negativa da parte di lì, come molte associazioni ambientaliste della città, hanno paventato l’ennesima cattedrale del deserto che, a fronte di incerte garanzie occupazionali, servirà soprattutto a mangiare verde in una zona già pesantemente penalizzata. (Leggi qui: Blossom Avenue porta Anagni nella logistica del futuro).
Pestaggi e consulte giovanili
Anagni, infine, è anche una città di giovani. Ed in questo senso, purtroppo, il 2024 non è stato un anno positivo. Tutti ricorderanno il pestaggio di un dodicenne ridotto in fin di vita nella scorsa primavera che fece interrogare in molti sul disagio dei ragazzi non soltanto di Anagni. Di lì partì l’impegno per creare degli strumenti che potessero interpretare, prima ancora di provare ad alleviare o a risolvere, il malessere di tanti giovani.
Ad esempio con la realizzazione di una consulta proprio per analizzare e combattere il disagio giovanile. Un progetto che però, ad oggi, è rimasto purtroppo lettera morta. Un tema che fa sponda con un altro caso che ha fatto molto parlare nella scorsa primavera: quello dei quattro giovani studenti sorpresi ubriachi di mattina, in orario scolastico, in una zona isolata nei pressi della periferia della città.
Anche in questo caso, la spia di un disagio che non può essere dimenticato, ma che va affrontato. Perché una politica, tutta, quella di destra e quella di sinistra, che non si occupa di questi problemi, è una politica sconfitta in partenza.