Fine delle illusioni: Ciotoli smonta la narrazione del “pronto a maggio”. L’Antares resta chiuso tra infiltrazioni e promesse mancate, simbolo di una politica che ha acceso i riflettori senza mai collegare la spina.
La verità, a volte, fa più male delle infiltrazioni d’acqua. Alessandro Ciotoli, assessore alla Cultura e direttore artistico del Dieciminuti Film Festival, l’ha servita fredda come un caffè lasciato troppo a lungo sul bancone: il Cinema-Teatro Antares non riaprirà a maggio. Punto.
Un annuncio che ha il sapore dell’amara medicina. Perché a Ceccano – tra scuole di danza, compagnie teatrali, istituti scolastici e associazioni – la domanda è sempre la stessa: “Sarà pronto per maggio?”. E la risposta dell’assessore è secca: no. Non ci sono bandi, non ci sono fondi, non ci sono scorciatoie.
Le infiltrazioni e i fantasmi del passato

Ciotoli mette in fila, una per una, le cicatrici del vecchio Antares: cinque infiltrazioni che sembrano le cinque piaghe di Cristo. Dal corridoio al palco, dalle scale di emergenza alle prime file della platea annerite dal controsoffitto, fino agli impianti. Non manca nulla. E il fotovoltaico? “C’era, ma non è mai stato collegato”. Una battuta che da sola vale più di cento comunicati: il simbolo plastico di una politica che ha acceso i riflettori senza mai attaccare la spina.
Chi c’era prima, dice Ciotoli, ha preferito farsi le foto davanti alle poltrone, ignorando bagni otturati e luci spente. E l’accusa è pesante: soldi arrivati tra 2016 e 2017, ma i problemi sono rimasti tutti lì, come ospiti non paganti.
La promessa dell’assessore è duplice: riaprire sì ma non alla cieca e intanto trovare una soluzione tampone. Perché un altro anno con saggi e spettacoli emigrati in giro per la provincia sarebbe uno schiaffo alla dignità culturale della città. E qui la stilettata: “Non si può programmare sulle bugie. Meglio dire subito la verità”. Tradotto: il commissario prefettizio l’ha chiuso, giustamente; noi non lo riapriremo con cerotti e silicone.
Politica e verità

In controluce, questa dichiarazione è molto più politica di quanto sembri. Perché tocca un nervo scoperto: l’Antares, insieme al Palazzetto dello Sport, era stato ed è tuttora una delle promesse più importanti dell’amministrazione Querqui. Promesse che non possono rimanere tali, perché senza risposte chiare rischiano di trasformarsi in boomerang che tornano dolorosamente indietro, con una forza proporzionale a quella del lancio.
La Cultura e lo Sport, a Ceccano, sono diventati due cartelli elettorali permanenti. E se l’Antares resta chiuso e il Palazzetto ancora sospeso tra carte e progetti, la credibilità della giunta rischia di finire sotto la stessa pioggia che ha annerito il soffitto del teatro.
E non è un caso che, tra le righe del suo post, Ciotoli citi i bandi e le opportunità regionali: un richiamo che porta dritto al rapporto solido con la consigliera regionale Sara Battisti (PD). I due si conoscono bene e non è un mistero che in passato la Battisti abbia già dato una mano concreta ai progetti culturali del Dieciminuti Film Festival. Una rete di relazioni che oggi, forse, potrebbe tornare utile anche per l’Antares.
Silenzio o risposta?

Ovviamente le parole di Ciotoli pesano come macigni sul tetto dell’Antares. Quello stesso tetto che continua a perdere acqua e pazienza. Ma pesano anche sulla minoranza che fino ad un anno fa governava la città. Il centrodestra viene chiamato in causa dal nuovo assessore ed ora non può restare in silenzio su una delle ferite più visibili della città.
Perché, a volte, anche in politica come a teatro, chi tace non solo acconsente… ma finisce per fare da pubblico allo spettacolo degli altri. E non è da Fratelli d’Italia restare in platea: il Partito dovrà trovare una risposta netta e decisa, capace di smentire l’accusa più tagliente lanciata da Ciotoli — quella secondo cui, in passato, all’Antares c’era chi andava solo per farsi le foto.
Ma se quella risposta non dovesse arrivare, allora — come insegna la giurisprudenza — prevarrà il “silenzio-assenso”. Tradotto in linguaggio politico: il silenzio varrà come conferma, e l’assessore Ciotoli potrà dire di aver avuto ragione.
La morale

Alessandro Ciotoli, tra un film festival e una delibera, ha alzato il sipario. Non su uno spettacolo, ma su una realtà scomoda: l’Antares non tornerà a maggio. E se un giorno tornerà, sarà perché qualcuno avrà trovato il coraggio di rifargli il tetto e non di coprirlo con gli annunci.
Per ora, tra promesse di “soluzioni tampone” e appelli quotidiani su bandi che non arrivano, l’Antares resta chiuso. Ma almeno la bugia del “pronto a maggio” non verrà mai scritta.



