A 36 anni dalla scomparsa Fernando Bassoli, primo sindaco di Latina, avrà uno spazio dedicato a lui. Nel parco Falcone e Borsellino. Che però resterà chiuso 400 giorni. Per i lavori del Pnrr
Fernando Bassoli, primo sindaco di Latina, avrà la sua intitolazione, ma in un parco che è da ieri chiuso per i lavori Pnrr e che chiuso resterà per i 400 giorni necessari da cronoprogramma. Con una cerimonia che è arduo, allo stato attuale, programmare sul sito.
Accade a Latina, dove, a distanza di 36 anni dalla sua scomparsa, la commissione Toponomastica ha approvato all’unanimità la scelta del luogo. Si tratta del largo centrale del parco “Falcone e Borsellino“, l’area verde centrale del capoluogo pontino, familiarmente definita “i giardinetti” dai residenti. E che negli anni Trenta era stato intitolato al fratello del Duce, Arnaldo Mussolini: titolo poi tornato negli anni ’90 con il sindaco Ajmone Finestra, ma in maniera non ufficiale.
L’intitolazione ufficiale ai due giudici uccisi nel 1992 dalla mafia sarebbe avvenuta nel 2017 con la giunta di Damiano Coletta. Non senza polemiche da parte del centrodestra pontino (famosa una gaffe di Claudio Durigon in una manifestazione elettorale della Lega nell’agosto 2021 alla presenza di Matteo Salvini a Latina. Quella sera disse che il parco sarebbe dovuto tornare a chiamarsi “Mussolini”, frase che gli costò l’allora posto di sottosegretario.
Ritardo imbarazzante

Una intitolazione per Bassoli era stata già approvata nella seduta di tre mesi fa, il 25 novembre. Troppo imbarazzo destava il non avere ancora intitolato un luogo ad alcun primo cittadino della storia della città. E soprattutto a lui, che aveva raccolto una Latina (appena rinominata tale) nel 1945, da commissario prefettizio. (Leggi qui: Una strada per Bassoli, il primo sindaco dopo Littoria).
Vi era giunto, da Fossoli nel modenese, negli anni della bonifica prima e della costruzione poi, mettendo su un’impresa edile. Poi, arrivò anche l’impegno in politica, nella città devastata dalla Seconda guerra mondiale, fatta di macerie materiali e povertà. In una comunità che ancora si interrogava sul suo passato di città di fondazione fascista, governata fino allora da podestà, e soprattutto su quello che sarebbe dovuto essere il suo futuro. Un futuro che Bassoli, appartenente al Pri, eletto poi sindaco nel 1946 dal Consiglio comunale con un maggioranza Pri-Pci, imposterà in quei cinque anni di governo. Partendo soprattutto dalla ricostruzione materiale – e morale – della città e della comunità, dedicandosi in particolare ai luoghi di aggregazione.
Fu lui a dare il primo “La” allo sviluppo, poi proseguito dal 1951 al 1993 da giunte Dc. E fu sempre lui, tra le altre cose, a volere i busti di Mazzini e Garibaldi, simboli di lotta per l’unità, in quel luogo, lo slargo centrale del Parco cittadino. Che ora gli sarà dedicato.
Dedica e chiusura

Ma c’è un ma. Il Comune di Latina, nell’ambito dei progetti Pnrr, è riuscito a ottenere ben 5,5 milioni di euro per la riqualificazione di quello stesso parco: nuovi parchi gioco per bambini, nuovi percorsi, nuova recinzione, nuova illuminazione, risistemazione integrale del giardino e delle sue piante. Il tutto per offrire alla comunità un luogo di aggregrazione rinnovato e – soprattutto – sicuro.
La consegna dei cantieri è avvenuta il 18 dicembre, ma, dopo una prima, e inefficace, perimetrazione dell’area, tanto che gli accessi erano stati spostati e la gente continuava a frequentarlo, da ieri il parco è stato interamente blindato con le cancellate da cantiere. E lunedì sono previsti i primi effettivi lavori, con la scarificazione dell’asfalto sulle strade centrali, ormai vecchio di decenni. Poi, i lavori proseguiranno con un cronoprogramma di 400 giorni.
Come risolvere, si deciderà nella prossima seduta di commissione, quando la proposta di delibera sarà definitivamente varata.



