Bilancio di previsione: il punto di non ritorno per Mastrangeli

Alla vigilia del consiglio comunale di Frosinone sul bilancio tutti gli scenari e le posizioni in campo. Nodi irrisolti, l'importanza degli emendamenti, l'effetto-Marzi. Opposizione e malpancisti in ordine sparso ma i dem provano uno scatto d'orgoglio

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Sarà lo snodo centrale, il bivio di questa martoriata Consiliatura di Frosinone: il Bilancio di Previsione è l’atto più importante di ogni amministrazione. Perché è con quel documento che si delineano le strategie: delle entrate e delle uscite, degli obiettivi da raggiungere ed in quale modo. Sono il vero obiettivo di chi governa: il suo Dna, la Carta di Identità.

L’approvazione del Bilancio di Previsionale del Comune di Frosinone arriverà in Aula per la discussione il 2 aprile alle 17.30. L’esito del voto costituirà il punto di non ritorno per il sindaco Riccardo Mastrangeli: in un senso o in un altro, caratterizzerà la fine di questa consiliatura. E anche la prossima Campagna elettorale del 2027.

Decisivi gli emendamenti

Il Consiglio comunale di Frosinone

Sono undici i punti all’Ordine del Giorno decisi dall’Ufficio di Presidenza. Gli emendamenti al Bilancio potranno essere presentati fino al 28 marzo. È proprio lì che si giocherà la partita nella partita: sugli emendamenti, se verranno accettati o fatti propri dal sindaco; oppure verranno respinti dicendo No a determinate aspirazioni dei Consiglieri. Una proposta emendativa allo schema di Bilancio approvata può trasformare un voto di astensione in un voto favorevole. Scusate se è poco. Specialmente in tempi di particolare incertezza numerica.

In ogni caso, chi vota “Sì” sta con Mastrangeli e la maggioranza. Chi vota No sta all’opposizione. Non esistono subordinate né arrampicate sugli specchi degne del miglior Messner per cercare giustificazioni diverse.

Il Bilancio verrà approvato? Certamente si. Non c’è alcun dubbio su questo. Il perché è stato spiegato in tutte le lingue del mondo ed è certificato da circostanze oggettive incontestabili. L’interruzione anticipata della consiliatura non la vuole nessuno né in maggioranza né in opposizione. Il tema centrale è un altro.

I numeri hanno la testa dura

Alessandra Mandarelli, consigliere della lista Marzi

Il tema centrale è con quanti voti verrà approvato.

I Bilanci passati sono stati approvati con 22. Ma più importante ancora è chi darà il via libera al documento ed in particolare come si comporteranno i 5 consiglieri “malpancisti” cioè quelli che in questi anno sono passati dalla maggioranza all’appoggio esterno; quelli che addirittura sono passati all’opposizione; quelli che dall’opposizione sono passati con la maggioranza.

Mastrangeli e la sua maggioranza ritengono di poter andare avanti con i numeri a disposizione. Con l’istantanea aggiornata ad oggi quei numeri oscillano dai 16 ai 17, salvo la possibilità di intercettare in corso d’opera anche i voti dei 4 consiglieri dell’ex sindaco Domenico Marzi con il quale Mastrangeli ha siglato da qualche settimana fa una intesa di desistenza.

Le condizioni per sviluppare quella collaborazione ci sono. Si sta lavorando a questo proprio in queste ore: specialmente se il sindaco dovesse far proprio qualche emendamento al Bilancio del gruppo Marzi che vada ad incidere sulla programmazione. Come ad esempio quello per la vendita dell’immobile ex MTC, il cui ricavato, secondo Marzi, potrebbe essere destinato alla sistemazione definitiva della sede Comunale di piazza VI dicembre. Un intervento amministrativo che abbia il marchio di riconoscimento dell’ex sindaco anche se le impronte digitali lasciate sulle carte saranno quelle del suo successore.

L’operazione-Marzi

Domenico Marzi e Riccardo Mastrangeli

La strategia di Marzi è politicamente sottile. Poter rivendicare in questa consiliatura un suo (e del suo Gruppo consiliare) contributo importante in termini di idee e di proposte per il Governo della città, pur avendo perso le elezioni del 2022. Poter dire insomma “Abbiamo orientato le decisioni dell’amministrazione Mastrangeli”: chi altri, partendo dall’opposizione, potrebbe dire di aver raggiunto un traguardo simile?

Il lodo Marzi non costituisce però per Mastrangeli la pozione magica, come quella di Asterix per la risoluzione di tutti i problemi di una maggioranza, o ex, litigiosa come non mai in passato. Anzi: le fibrillazioni, i maldipancia, sono praticamente all’Ordine del Giorno e in più di qualche occasione il sindaco ed i suoi si sono veramente fatti male da soli.

Tutto questo non mette però a rischio, in alcun modo, il prosieguo della Consiliatura. Per quanto detto prima e questo Mastrangeli lo ha capito perfettamente da tempo.

I nodi irrisolti

Il Comune di Frosinone

Questa consapevolezza gli consente, per il momento, di non sciogliere diversi nodi politici ancora molto serrati. Che, se sciolti,  potrebbero invece rendere il cammino per i prossimi due anni molto meno difficoltoso e urticante. Primo fra tutti l’azzeramento della Giunta: anche se per il sindaco rimane una opzione lontana a distanze siderali.

Tuttavia in politica non esistono sostanze che non sono potabili. Per definizione. Altrimenti non è più politica ma dogma. Se un reset degli assessori può contribuire a ricostituire il quadro politico originario del centrodestra allora sarebbe opportuno considerarlo. Senza chiusure preconcette e questo non significherebbe in alcun modo la bocciatura dell’esecutivo: vederla solo in questa chiave è una evidente forzatura.

Caso-Forza Italia, la posizione di Max Tagliaferri

Pasquale Cirillo

In secondo luogo è necessario sciogliere il nodo di Forza Italia. L’apertura verso Mastrangeli da parte del Gruppo consiliare c’è stata, nonostante la dichiarazione di appoggio esterno. È stata anche piuttosto esplicita. Cirillo e Scaccia sono tornati sull’ipotesi di un reset alla Giunta prima della discussione del Bilancio, propedeutico al rientro in maggioranza degli azzurri anche in questi giorni. Ed anche questo è un segnale di disponibilità che va a ridisegnare il perimetro del centrodestra tradizionale, nel breve e lungo periodo. Ma nulla è stato recepito dal sindaco.

Altro nodo da sciogliere è il rapporto con il Presidente del Consiglio Comunale Max Tagliaferri. Non è in sintonia con il sindaco, su diverse cose. Lo ha detto chiaramente: potrebbe astenersi sul Bilancio e non sarebbe un bel segnale. Dal punto di vista politico sarebbe addirittura dirompente, impossibile da ignorare. Potrebbe ulteriormente mettersi di traverso nella conduzione dei lavori d’aula.

Massimiliano Tagliaferri (Foto © Massimo Scaccia)

Da rilevare, infine, che Tagliaferri è quello che convoca il Consiglio Comunale, insieme all’Ufficio di Presidenza. Chiaro che faccia tutta la differenza del mondo se viene convocato sempre in prima convocazione come fatto per la sessione di Bilancio del 2 aprile, quando servono 17 consiglieri per la validità della seduta. Oppure se convocarlo anche in seconda quando ne servono di meno. Fa tutta la differenza del mondo per Mastrangeli e la sua maggioranza in termini di tranquillità e pressione.

Fratelli d’Italia si smarca, le carezze di Riccardo

Francesca Campagiorni

Da ultimo, la sensazione è che Fratelli d’Italia, da qui a breve possa smettere l’armatura della guardia pretoriana di riferimento del sindaco (civico di espressione leghista). Possa farlo per indossare la maglietta più leggera e meno impegnativa  del semplice alleato di governo che osserva senza difese sperticate, qualche eventuale ulteriore “inciampo” di Mastrangeli. Eventualmente da “sfruttare” politicamente.

Per ora sono stati accantonati a denti stretti dai Meloniani il finanziamento “dirottato” sulla scuola di Campo Coni invece che sullo Stadio del Nuoto, sommato all’operazione del passaggio messo poi in stand by dall’ex assessore Valentina Sementilli e dal Consigliere Christian Alviani. Ma certo non dimenticati a futura memoria.

Paolo Fanelli

Consapevole del potenziale “disimpegno” di FdI, in settimana il sindaco ha assegnato ulteriori deleghe ad altri Consiglieri. Quali? Al Consigliere Marco Sordi (lista Vicano) le Politiche Giovanili; all’ex sindaco Paolo Fanelli (FdI) i Rapporti con la Asl di Frosinone; infine alla Consigliera Francesca Campagiorni (FdI) è stata affidata la  Presidenza del Distretto Sociale B. Fin troppo chiaro il messaggio di rinnovata considerazione lanciato da Mastrangeli al Gruppo Consiliare dei Meloniani. Che oltre ad essere quello più numeroso, si irrobustisce anche dal punto di vista del peso politico specifico con la gestione di nuove deleghe.

Ma potrebbe non essere sufficiente.

La corsa alla candidatura a sindaco

Paolo Trancassini, segretario regionale di FdI (Foto: Giuliano Del Gatto © Imagoeconomica)

La partita della candidatura a sindaco del capoluogo nel 2027 è più aperta che mai nel centrodestra. Non c’è nulla di scontato o di acquisito per diritto. FdI proverà a rivendicare la candidatura sindacale per un proprio rappresentate fino all’ultimo istante utile. E non è detto che non ci riesca pure. Non è probabilmente casuale l’incontro che consiglieri, assessori e segretario cittadino di FdI hanno avuto qualche giorno fa a Roma con il segretario regionale di FdI l’onorevole Paolo Trancassini. E ci hanno tenuto a farlo sapere bene a tutti. Sic transit gloria mundi.

Come non è casuale che a Frosinone si stia cercando a tutti i costi una soluzione unitaria per il Congresso di FdI, spostato al 30 marzo per individuare un possibile punto di Convergenza tra il Segretario cittadino uscente Fabio Tagliaferri e l’onorevole Aldo Mattia, cioè i due azionisti di maggioranza delle tessere di Fdi nel Capoluogo per individuare il prossimo coordinatore comunale.

Le rivendicazioni per eventuali future candidature hanno certamente più peso se provengono da una intera comunità, piuttosto che solo da una parte.

Opposizione e malpancisti divisi. Orgoglio-dem

Fabrizio Cristofari Norberto Venturi ed Angelo Pizzutelli

Nemmeno in questo scenario di grande dinamicità della maggioranza, l’opposizione e i consiglieri malpancisti sono riusciti mai a trovare un punto di caduta comune. Non ci pensano proprio a varare un’azione politica unitaria, in grado di mettere veramente in difficoltà Mastrangeli. E molto probabilmente questa unità di intenti non si vedrà nemmeno in sede di votazione del Bilancio.

Il fatto nuovo potrebbe essere rappresentato dal rinnovato peso raggiunto dal gruppo consiliare del Pd nelle dinamiche e nelle strategie future del Partito. Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi hanno chiesto di contare di più nei Dem. Il nuovo corso non può non partire proprio dal Consiglio comunale del capoluogo. Quindi con un’azione politica di opposizione al sindaco e alla maggioranza ben più incisiva della precedente.

Il New deal dei Dem passa anche dalla capacità di saper coinvolgere gli altri consiglieri, in particolare i “malpancistiche non si riconoscono nelle decisioni che il sindaco prende per il governo della città. Se non ora, quando?