Carlo Calenda ha ricevuto i sondaggi che aveva commissionato. Ecco cosa dicono. Atteso per le prossime ore l'annuncio della candidatura a sindaco di Roma: durante la trasmissione di Fabio Fazio su RaiTre. Il 'battibecco' con Giletti
I sondaggi che attendeva gli sono arrivati: lo danno al ballottaggio in ogni caso, sia che scenda in campo da solo contro Virginia Raggi e sia che vada in coalizione con il centrosinistra intero o solo con un pezzo. I più prudenti hanno fatto notare a Carlo Calenda che in quei sondaggi manca un elemento fondamentale: il candidato del Pd. Ma l’ex ministro dello Sviluppo Economico ha già deciso: si candiderà a sindaco di Roma e lo annuncerà durante la trasmissione di Fabio Fazio Che Tempo che Fa della quale sarà ospite domenica.
Ha già registrato il sito calendasindaco.it: lo ha fatto per lui il suo Partito, Azione. Per la precisione, l’Associazione Azione con sede in Via Poli 3 a Roma: la registrazione risale alle ore 20:25:32 di mercoledì 7 ottobre; il sito è appoggiato sui server di Aruba.
Ironia della sorte: mentre andrà in onda l’intervista di Carlo Calenda su Rai Tre, qualche frequenza più in là su La7 starà andando in onda Non è l’Arena condotta da Massimo Giletti che da una settimana ‘non smentisce‘ le voci di una sua candidatura a sindaco di Roma.
Di più ancora. Nella giornata del sabato, l’ex ministro ed il conduttore tv sono stati protagonisti di un botta e risposta a distanza.
Il botta e risposta
“Non parlo da candidato, ma provo angoscia a vedere Roma ridotta così. Quando deciderò, lo dirò. Ma ho bisogno di pensarci duemila volte”: parole di Massimo Giletti. Che per la prima volta ammette esplicitamente di pensare alla candidatura. Per il Centrodestra? Non smentisce. È stato Matteo Salvini a chiederglielo? “Me l’ha chiesto sua Santità – scherza mentre s’infila nell’auto blu che lo porta via dopo aver moderato un dibattito alle Officine Farneto- perché per migliorare Roma c’e’ bisogno di un santo…“.
Un lancio di agenzia gli attribuisce la frase: “Ci vuole poco a fare meglio di Virginia Raggi”.
Frase che in serata il giornalista nega di avere detto. “Smentisco di aver mai citato il nome della Raggi e di aver detto “ci vuole poco a far meglio. Userei la ruspa”. Ho troppo rispetto per il sindaco Raggi per dire cose del genere. Non è il mio linguaggio e non è il mio stile. Mai citato il nome di Virginia Raggi durante il convegno di oggi“.
Prima di quella smentita, Carlo Calenda imbraccia Twitter e spara su Giletti. Digitando: “Caro Giletti sbagli due volte, governare Roma è un’impresa difficilissima e per farlo serve la testa, altro che la ruspa. Queste idiozie che non vogliono dire nulla vanno bene per l’intermezzo di uno show televisivo non per candidarsi a governare la Capitale d’Italia“.
La mossa delle mappe
C’è un altra mossa mediatica compiuta da Carlo Calenda. I sondaggi dicono che è molto conosciuto nelle zone centrali di Roma, meno in quelle periferiche. Subito è partita la manovra per allargarsi anche a quelle aree che lo vedono come estraneo.
Twitter è un’arma micidiale nelle mani dell’ex ministro. Il leader di Azione scrive sul social “studio matto e disperatissimo” come didascalia di una foto con alcuni libri e studi su Roma. Tra questi spicca “Le mappe della disuguaglianza” che analizza le differenze tra i quartieri della Capitale anche rispetto ad altre città metropolitane.
Zingaretti lascia fare
Rimane alla finestra il Partito Democratico. Nicola Zingaretti ha detto l’altro giorno che saranno i territori a scegliere il loro candidato sindaco. (Leggi qui Zingaretti a brutto muso: il sindaco lo decidono i territori).
Altro concetto sul quale riflettere è quello espresso da Andrea Romano il portavoce dei diversamente renziani di Base Riformista (la componente Dem che fa capo a Luca Lotti e Lorenzo Guerini). In un’intervista al Fatto quotidiano ha detto che Carlo calenda “ha tutto il diritto di candidarsi ma non può pretendere il sostegno in bianco del Pd”.
Ma ormai l’ex ministro è caricato a pallettoni. e risponde: “Picchiatori politici come Romano e mediatici come il Fatto vogliono la rissa. Confido che la stragrande maggioranza delle persone sia sufficientemente intelligente per valutare“.
Dallo studio di Fazio potrebbe lanciare il segnale che il Pd sta aspettando. oppure potrebbe continuare a tenerlo a distanza. Perché una cosa è certa: i sondaggi hanno parlato in modo chiaro.