
Il viaggio ecologico della premier proprio nelle ore in cui ha compiuto gli anni e le grandi banche hanno mollato il green
Massimo Ruspandini è stato il più lirico: “Buon compleanno alla donna che ha cambiato l’Italia restituendole onore e rispetto internazionale… Buon compleanno alla donna che ha salvato la destra italiana trasformandola, dal cespuglio che era rimasto, nel primo partito della nazione. Buon compleanno a te Giorgia, per quello che eri, per quello che sei e per quello che sarai”. Poteva mai mancare sui social la attempata Never Ending Story di Limahl che rimanda all’omonimo film ed ad Atreju?
Antonio Abbate è andato di sintesi secca con una foto e con un “Auguri”, senza esclamativo ma con tricolorino annesso. Tricolore smart che, con tanto di boccetta di sciampagna e calici in frontale da prosit, è ricomparso nel posti di auguri di Daniele Maura. “Oggi compie gli anni il nostro Presidente! Buon compleanno Giorgia Meloni!”.
Da Ruspandini ad Abbate e Maura

Esatto e giusto: ieri è stato il compleanno della prima premier donna italiana e della leader di un partito che le sue candeline invece le spegne a dicembre. La Presidente del Consiglio ha compiuto un’età vicina ma non tangente i 50 ed il suo Partito di anni ne ha invece 13. Entrambi giovani e forti ed entrambi proiettati verso gli scenari di un futuro che era già presente quando molti lo credevano ancora passato.
Un futuro che è tanto impellente da aver “costretto” Giorgia Meloni a festeggiare il suo compleanno negli Emirati Arabi Uniti, ad Abu Dhabi. Dove è stata ricevuta dal Presidente Mohamed bin Zayed a margine del World Future Energy Summit. E dove l’amico albanese Edi Rama , nel farle gli auguri apostrofandola con un untuoso “Her majesty…”, le ha messo in siparietto un foulard in testa. Questo nell’accoglierla con la benevolenza degli amici che condividono orizzonti energetici e format anti-migranti.
Edi, il principe e l’Adriatico

Il relativo accordo Meloni lo ha annunciato così: “Sono estremamente lieta di annunciare qui la firma di un accordo per dare il via a un progetto ambizioso tra le due sponde dell’Adriatico. Con Sua Altezza lo sceicco Mohammed bin Zayed e il primo ministro Edi Rama, oggi assisteremo alla firma di un impegno di estrema importanza”.
Impegno “per realizzare una nuova interconnessione energetica, volta a produrre energia verde in Albania e a esportarne una parte in Italia, grazie a un cavo sottomarino attraverso il Mar Adriatico. Crediamo fermamente in questo progetto che coinvolge i nostri tre governi, oltre ai nostri settori privati e agli operatori delle reti“.
Di cosa parliamo? Di un appuntamento official che, all’interno della “Settimana della Sostenibilità”, riunisce “capi di Stato e di governo, politici, leader del settore, investitori, imprenditori per trattare temi legati allo sviluppo dell’energia”.
La “Settimana della Sostenibilità”

Ovvio che in agenda della premier italiana le spunte più evidenti sono e restano quelle del Piano Mattei e delle interconnessioni per la transizione energetica, ma l’occasione è stata di quelle che consentono di mettere a regime un po’ l’intera mappa dei nodi geopolitici attuali. Nodi tra i quali ne figura uno grosso come una casa, anche se passato sotto tono. Il cardine dell’evento è quello dell’energia sostenibile e Meloni se ne dice paladina.
Tuttavia la premier è anche in endorsement pressoché completo con il Presidente eletto Usa Donald Trump, che in quanto a sostenibilità ha già mosso pedine in senso contrario. Pedine giganti. Pedine che sulla scia della vittoria Maga hanno avviato un gigantesco esodo bancario dalla Nzam (Net Zero Asset Managers Initiative). Vale a dire l’alleanza dei gestori finanziari per le zero emissioni.
Le grandi banche mollano il green

Che significa? Che i più grandi gruppi finanziari del pianeta che si erano impegnati in politiche di intervento solo su opere, azioni ed idee green hanno detto no al green. Ad andarsene erano già state banche come Goldman Sachs, Wells Fargo, Citi, Bank of America, Morgan Stanley e JPMorgan Chase. E nelle stesse ore in cui Meloni volava verso gli Eau era arrivato il colpo di grazia.
Con l’addio del fondo di investimenti più grande del mondo, l’americano BlackRock. Parliamo di 11.475 miliardi di dollari di asset che non saranno più impiegati per “tagliare o eliminare del tutto i loro investimenti sulle fonti fossili”. In terra araba Meloni ci è andata anche con la spada di Damocle di Eni, che su decarbonizzazione ed abbandono del fossile frena per ovvi motivi.
Black-Rock, il gigante è fuori
Perciò uno dei più grandi progetti infrastrutturali in agenda come l’elettrodotto sottomarino Elmed tra Italia e Tunisia ha assunto il tono di un punto da enunciare in logorrea, più he di un fatto da realizzare. AdnKronos informa che “a margine del suo intervento, il Presidente del Consiglio assisterà alla firma di un’intesa quadro per lo sviluppo di una nuova infrastruttura di produzione e distribuzione di energia verde”. Insomma, il compleanno di Meloni è stato una via di mezzo tra candeline soffiate e ceri da tenere accesi.

Quelli per mantenere attivo il fondo fiduciario made in Eau “multi-donatore creato dall’Italia presso la Banca Africana di Sviluppo”. Ed a farle da sparring sono andati con lei il ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, e il Ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
In viaggio con Lollo e Gilberto
In ballo ci sono numeri importanti, con un interscambio Roma-Abu Dabhi che ha raggiunto 8,8 miliardi di euro nel 2023 e “con ulteriore crescita registrata nei primi nove mesi del 2024”. Cosa unisce i due stati? Un “approccio pragmatico alla transizione energetica, ispirato al principio di neutralità tecnologica”. Che significa “approccio pragmatico”?

Che il Green deal non può essere un mantra talebano che freni lo sviluppo, ma un volano graduale che dello sviluppo regimenti l’impatto sul pianeta. Tutto bene dunque, e buon compleanno alla premier per la sua “Settimana della Sostenibilità”.
Ma per “accelerare l’innovazione, promuovere l’impatto”, come recita il tema, bisogna che i grandi investitori stiano dalla parte giusta.
I temi e quel che li frena
E pare proprio che non sia così. Anche al netto di temi come la soglia di 1,5 gradi di aumento medio delle temperature globali. O l’energia solare e pulita, la trasformazione di rifiuti in risorse, le città sostenibili, i mezzi di trasporto elettrici o la finanza “verde”.
Perché con tre quarti delle banche mondiali che di verde non ne vogliono sentir parlare sennò al verde ci lasciano il mondo per Meloni ci sarà poco da festeggiare in futuro.