
Il grido di Antigone per i diritti violati, i numeri del 2024 con un sovraffollamento del 133% le cifre del Lazio
Antigone è il nome di una famosa tragedia greca di Sofocle, rappresentata per la prima volta ad Atene alle Grandi Dionisie del 442 a.C. L’opera narra la vicenda di Antigone che decide di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice, pur contro la volontà del nuovo re di Tebe, Creonte, che l’ha vietata con un decreto.
Antigone è anche il nome dell’Associazione impegnata nella tutela dei diritti umani e nella promozione delle garanzie fondamentali all’interno del sistema penitenziario italiano. L’associazione in questi giorni ha pubblicato la XXI edizione del Rapporto “Senza respiro” ripreso oggi dal quotidiano economico Il Sole 24 ore.
Ventuno analisi approfondite

È un’analisi approfondita delle condizioni di detenzione nelle carceri italiane: evidenzia una situazione di profonda crisi e sovraffollamento. Il titolo stesso, “Senza Respiro”, riflette la condizione di chi vive e lavora in questi ambienti, sottolineando la mancanza di condizioni umane e il peso di un sistema che sembra aver raggiunto il punto di rottura.
Nel 2024 l’Osservatorio di Antigone ha visitato 95 istituti penitenziari per adulti e la maggior parte degli istituti penali per minorenni in tutta Italia, da Bolzano ad Agrigento. Il quadro emerso è drammatico: sovraffollamento record, carenza di personale, diritti compressi e una deriva punitiva che mette a rischio la tenuta costituzionale del sistema.

Il documento elaborato dall’associazione Antigone rileva che il tasso di sovraffollamento medio delle carceri italiane sfiora il 135%. Significa che, in media, se un carcere è predisposto a ospitare 100 detenuti allora ne conterrà 135.
Come si è arrivati al calcolo
La misura in questione viene calcolata come il rapporto tra il totale dei detenuti e la differenza tra posti regolamentari e posti non disponibili. O, più banalmente, come il totale dei detenuti sul totale dei posti disponibili; spesso, infatti, i posti all’interno di un carcere possono non essere fruibili a causa di ristrutturazioni o di inagibilità.
Avere un tasso di sovraffollamento pari al 100% significa non essere in presenza di detenuti in esubero rispetto ai posti previsti dalla legge e quindi evidenzia una situazione di normalità, mentre un valore del parametro inferiore al 100% indica un numero di posti disponibili in eccedenza rispetto al numero di persone in carcere, rappresentando una situazione auspicabile.
In Italia, ci sono circa sei regioni con un tasso di sovraffollamento superiore al 200%, ossia ospitanti più del doppio degli individui che il carcere è preparato ad accogliere.
La “grande alleanza”

Antigone, con questo rapporto, non si limita a denunciare la situazione, ma propone anche una serie di azioni concrete per affrontare la crisi. Invitando alla creazione di una “grande alleanza costituzionale” per tutelare i diritti dei detenuti e promuovere una pena che sia in linea con i principi della Costituzione italiana, in particolare l’articolo 27.
In sintesi, “Senza Respiro” è un grido d’allarme che mette in luce le criticità del sistema carcerario italiano e invita a una riflessione profonda sulla funzione della pena e sul rispetto della dignità umana.
I numeri del rapporto
Al 30 aprile 2025 i detenuti in Italia erano 62.445, a fronte di una capienza regolamentare di 51.280 posti. Ma considerando i posti non disponibili (oltre 4.000), il tasso reale di affollamento è del 133%, con circa 16.000 persone che non hanno un posto regolamentare.

58 carceri su 189 hanno un tasso di sovraffollamento superiore al 150%. Gli istituti più affollati al momento sono Milano San Vittore (220%), seguito da Foggia (212%) e Lucca (205%). In tutti e tre i casi ci sono più del doppio delle persone che quelle carceri potrebbero e dovrebbero contenere.
Al 30 aprile le donne detenute erano 2.703, il 4,3% delle presenze, mentre gli stranieri erano 19.660, il 31,6%. Come per gli anni passati anche per il 2024 tutti i valori si presentano in crescita. Rispetto alla fine del 2023 sono aumentate le presenze (+2.261), tanto delle donne (+196) che degli stranieri (+1.059), e sono aumentati anche gli ingressi (+2.756).
La situazione nel Lazio
Nome Istituto | Tasso Affollamento (%) | Totale Detenuti | Posti Regolamentari |
---|---|---|---|
Regina Coeli | 193.18 | 1105 | 628 |
Velletri | 156.38 | 527 | 412 |
Latina | 190.91 | 147 | 77 |
Viterbo | 174.32 | 706 | 440 |
Civitavecchia | 181.99 | 566 | 357 |
Frosinone | 124.01 | 563 | 517 |
Roma Rebibbia | 146.91 | 1569 | 1171 |
Cassino | 169.89 | 200 | 158 |
Paliano | 42.11 | 64 | 153 |
I dati sull’affollamento carcerario nel Lazio mostrano una situazione critica, e la Ciociaria non fa eccezione: anzi, in alcune strutture si registrano tassi tra i più alti dell’intera regione.
🔴 Cassino: tra i peggiori del Lazio
Con un tasso di affollamento del 169,89%, il carcere di Cassino è tra i più sovraffollati del Lazio. Ospita 200 detenuti a fronte di soli 158 posti regolamentari. Questo significa che per ogni 10 posti disponibili, ci sono quasi 17 persone. Una situazione che rende difficile, se non impossibile, garantire condizioni dignitose di detenzione, sicurezza e percorsi rieducativi efficaci.
🔵 Frosinone: sopra soglia, ma meno estremo
Il carcere di Frosinone presenta un tasso di affollamento del 124%, quindi meno drammatico rispetto a Cassino, ma comunque ben oltre il limite. Con 563 detenuti per 517 posti, resta comunque un istituto sotto pressione.
🟢 Paliano: un’eccezione virtuosa
Spicca invece la situazione dell’istituto di Paliano, con un tasso di affollamento del 42,11%: solo 64 detenuti per 153 posti disponibili. Si tratta di un carcere a custodia attenuata, storicamente destinato a collaboratori di giustizia e percorsi rieducativi, motivo per cui ha numeri molto diversi rispetto alle strutture ordinarie. Ma resta il fatto che, in un sistema in emergenza, un carcere semivuoto interroga le scelte di allocazione e gestione.
📊 In sintesi
- Cassino è in piena emergenza, secondo solo a Regina Coeli e Latina per tasso di affollamento.
- Frosinone si conferma in difficoltà cronica, pur restando sotto le soglie più drammatiche.
- Paliano, al contrario, è sottoutilizzato.
Serve quindi un riequilibrio strutturale: ridistribuire la popolazione detenuta, potenziare i percorsi alternativi e rafforzare gli organici nelle strutture più sotto stress. L’affollamento non è solo un problema logistico: è una questione di civiltà giuridica e di efficacia del sistema penitenziario.