Diletta Chiusaroli e Giovanni Arduini tornano all’Università di Cassino. Il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso della difesa, annullando le misure interdittive. L’Ateneo: “Piena fiducia nella magistratura, ora avanti con responsabilità”.
I professori Diletta Chiusaroli e Giovanni Arduini tornano in servizio all’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. La loro sospensione era stata disposta a seguito delle misure cautelari adottate nel gennaio scorso nell’ambito dell’inchiesta “Luna Viola”, con la quale la Procura della Repubblica di Cassino ipotizzava un presunto sistema di corruzione legato ai concorsi per il Tirocinio Formativo Attivo (TFA) di sostegno. (Leggi qui: Pagavano e passavano il concorso anche se “la luna è viola”).
Il 14 gennaio 2025, su disposizione del Giudice delle Indagini Preliminari Alessandra Casinelli, erano infatti finiti agli arresti domiciliari i professori Chiusaroli e Arduini, l’imprenditore Giancarlo Baglione e l’allora direttore dell’Area Risorse Umane dell’ateneo, Massimiliano Mignanelli. L’università, in attesa dell’evolversi delle indagini, aveva applicato la misura interdittiva dai pubblici uffici nei confronti dei due docenti, sospendendoli temporaneamente dalle attività didattiche e di ricerca.
La revoca

Dopo mesi di indagini e la graduale revoca delle misure cautelari personali, il Tribunale del Riesame di Roma – Sezione Speciale per il Riesame delle Misure Cautelari Personali e Reali, presieduto dalla presidente Elena Natoli, ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Ivano Nardozi, difensore dei due professori.
Con l’ordinanza n. 1275/2025 R.G. Libertà, depositata in cancelleria il 23 ottobre 2025, il collegio ha disposto la cessazione della misura interdittiva dai pubblici uffici, permettendo ai docenti di riprendere regolarmente il loro incarico presso l’ateneo cassinate.
«Con questa decisione – ha dichiarato l’avvocato Ivano Nardozi – si è iniziato a restituire dignità e serenità a due docenti molto amati e di grande spessore morale, che sono certi di poter dimostrare la loro totale estraneità ai fatti contestati. È un passo importante verso il pieno chiarimento della vicenda».
Guardando avanti

L’Università di Cassino e del Lazio Meridionale ha mantenuto fin dall’inizio un atteggiamento di piena collaborazione con la magistratura, adottando ogni misura nel rispetto delle norme e della presunzione di innocenza. Ora, con il venir meno dell’interdizione, l’ateneo accoglie con senso di responsabilità la decisione del Tribunale, ribadendo la propria fiducia nella Giustizia e la volontà di tutelare al meglio la continuità delle attività accademiche e la reputazione dell’istituzione.
In attesa che la Procura di Cassino completi l’iter delle indagini, la comunità universitaria guarda avanti con equilibrio, rinnovando l’impegno per la trasparenza, la formazione di qualità e il rispetto dei principi etici che da sempre caratterizzano l’Ateneo del Lazio Meridionale da decenni verso e proprio punto di riferimento per giovani studenti del centro Italia e del resto del mondo.



