A Ceccano il collettivo 2030 chiede al commissario di revocare la delibera sul recupero dei tributi affidato all'esterno. Dopo la bufera giudiziaria che ha investito la città, Anagni pronta a diventare un punto di riferimento negli equilibri provinciali di Fratelli d'Italia. Ma è necessario il dialogo tra Cardinali e Ambrosetti
La bufera giudiziaria di Ceccano imporrà a Fratelli d’Italia un riordino del Partito in città. Nessun repulisti: al momento non sfiorano il Partito le circa cinquemila pagine d’indagini che hanno portato agli arresti domiciliari il sindaco Roberto Caligiore ed altri nove tra tecnici e dirigenti comunali. Tutto appare confinato alla sfera personale del sindaco: se rubava lo faceva per se stesso e non per Fratelli d’Italia.
Ma è innegabile che l’imbarazzo ci sia. E che un’intera generazione di amministratori nata dalla cantera del Partito ora voglia attendere che tutto sia definito. Come dimostra l’intervento compiuto in queste ore da Ceccano 2030. Ha puntato il dito sull’ultimo atto amministrativo pubblicato nell’albo pretorio da parte dell’amministrazione comunale di Ceccano, prima della tempesta giudiziaria che ha portato alla caduta del Caligiore 2 ed all’invio di un commissario prefettizio.
È la privatizzazione del servizio di accertamento e riscossione tributi. Appena insediato il commissario prefettizio, Ceccano2030 gli ha inviato formale richiesta di revoca della delibera di giunta n. 112 del 17.05.24 sulla privatizzazione del servizio. Ma è solo l’inizio. Il Collettivo chiede di valutare la revoca o la sospensione di tutti gli altri atti adottati dalla precedente amministrazione riconducibili al sistema corrotto degli appalti al centro delle recenti inchieste.
La discesa di Ceccano
Uno scenario che rende verosimile un ridimensionamento del peso specifico della città fabraterna negli equilibri provinciali di Fratelli d’Italia. Il che rende altrettanto lecito prevedere a breve scadenza la necessità di una ridefinizione dei rapporti politici ad Anagni tra i due personaggi di spicco del Partito di Giorgia Meloni: il consigliere provinciale Alessandro Cardinali ed il vice sindaco Riccardo Ambrosetti.
Finora il Partito aveva avuto il proprio riferimento centrale a Ceccano, anche soprattutto per la presenza del deputato Massimo Ruspandini: che non è indagato e nemmeno sfiorato dall’indagine ceccanese. Con lui era iniziata a suo tempo quella scalata che aveva portato Ceccano a non essere più amministrata dalla sinistra dopo un tempo immemorabile. Proprio per questo, ma non soltanto per questo, Ceccano negli ultimi anni è stata il punto di riferimento del Partito in provincia.
I fatti recenti però hanno cambiato le cose. Facendo salire di conseguenza il peso specifico di Anagni, che esprime, tra gli altri, il consigliere provinciale Alessandro Cardinali e l’attuale vicesindaco di Anagni Riccardo Ambrosetti. Un cambio di prospettiva a livello provinciale che ora impone l’apertura di un ragionamento tra i due. Evitando quella che per molti sarebbe la conseguenza più naturale: un confronto muscolare, un braccio di ferro politico.
Perché?
Un nuovo ruolo per Anagni
Se per un periodo Ceccano dovrà attendere che ogni cosa venga chiarita e sparisca ogni ombra di sospetto, Anagni può reclamare un ruolo guida. Ma la condizione necessaria è un dialogo tra i due uomini forti di FdI nonostante siedano su fronti interni contrapposti.
Alessandro Cardinali ha un legame personale e politico con Fabio De Angelis, storicamente non è vicino all’area di Ruspandini. Una corrente a cui invece è stato sempre vicino l’attuale vicesindaco di Anagni Riccardo Ambrosetti, che non ha mai fatto mistero della propria vicinanza e lealtà politica nei confronti del deputato di FdI.
Differenze di vedute interne che ora dovranno essere mediate e messe a sintesi se insieme vogliono dare un ruolo guida alla loro città nello scacchiere politico FdI. Prescindendo dai recenti risultati del tesseramento: che ha confermato sia l’antagonismo e sia l’equilibrio sostanziale. Infatti sono state riconfermate le tessere dello scorso anno. Ambrosetti può vantare intorno alle 230 tessere e Cardinali sta sulle 200. La loro divisione disegnerebbe un quadro interno molto più debole e quindi molto meno autorevole rispetto ad un Circolo che invece si allea nel nome dell’unità interna. Tracciando la rotta e dettando così l’esempio per tutti gli altri centri della provincia.
Circostanze che potrebbero avere anche effetti all’interno della città: e proprio per questo negli ultimi giorni si sono moltiplicate le “missioni diplomatiche” del sindaco Daniele Natalia. Il quale, dall’alto del fatto che è dirigente provinciale di un altro Partito, Forza Italia, ha la legittima preoccupazione che in una Anagni sua ‘capitale’, Fratelli d’Italia possa poi rivendicare con maggiore forza una candidatura a sindaco quando sarà il momento di scegliere il suo successore.
Una circostanza che Natalia non può proprio permettersi.