
Il Consiglio comunale che inaugura la nuova era del sindaco Andrea Querqui si apre con il sole a picco e con gli animi già incandescenti. La fascia tricolore è appena stata indossata che i fendenti partono a raffica. La maggioranza tiene, compatta e determinata. La minoranza assedia.
Il primo Consiglio comunale dell’era Querqui va in scena sotto un caldo torrido, che pare studiato apposta per testare nervi e pazienza dei nuovi amministratori. Ma il termometro politico, quello, sale ancora di più. L’aula è piena e c’è un pubblico ampio. Si parte con il cerimoniale, ma la tregua dura poco.
È la consigliera più anziana ad aprire i lavori. Tono disteso, quasi emozionato: «È una delle prime volte che questo Consiglio comunale ha una composizione così equilibrata: 50% donne e 50% uomini. Un bel segnale di parità e di responsabilità». Ma dietro l’eleganza istituzionale si percepisce già la tensione che cova.
Subito all’attacco: farmacia e incompatibilità

Nemmeno il tempo di scaldare i microfoni e l’opposizione parte in pressing. A suonare la carica è Alessia Macciomei, la voce di Riccardo Del Brocco in Aula. La questione? Sempre la stessa: la farmacia. Quella farmacia che il Comune avrebbe dovuto aprire in una zona individuata, salvo poi cambiare rotta e spostarla in un’area già satura di esercizi farmaceutici (ben tre in appena due chilometri).
La Macciomei alza il tiro: «Sindaco, chiarisca se lei si trova in una situazione di incompatibilità. Ci dica quali rapporti ha con l’attività di famiglia. C’è un ricorso presentato da suo padre al TAR. La legge parla chiaro: il conflitto di interessi esiste quando un parente fino al quarto grado ha contenziosi pendenti con l’Ente. Qui il conflitto non è ipotetico, è concreto». Parole pesanti come macigni.

Il sindaco, stile asciutto e notarile, risponde carte alla mano. Con fermezza glaciale: «Finalmente la questione è stata posta. È giusto che ci sia chiarezza. Mio padre è proprietario di una ditta individuale, di cui non faccio parte a nessun titolo. Per evitare il minimo dubbio, che io voglia approfittare del mio ruolo istituzionale, stiamo valutando la possibilità di ritirare il ricorso presentato da mio padre nel 2023. Nel frattempo, tutti gli atti riguardanti la questione saranno gestiti dal vicesindaco Mariangela De Santis».
Nuovo affondo: Di Pofi, Bianchini e l’eco del 24 ottobre
Una mossa chirurgica, studiata per neutralizzare il tema sul nascere. Ma la minoranza non molla. A rincarare la dose ci pensa Ugo Di Pofi: «Chiediamo una ulteriore conferma dell’estraneità del sindaco rispetto alla farmacia. E soprattutto se il sindaco e la Giunta ci garantiscono che sapranno essere imparziali davanti a questa vicenda». Il sindaco, serafico: «Confermo: non c’è alcun conflitto di interessi. Punto».

Poi arriva anche l’affondo di Ginevra Bianchini (FdI): la farmacia, secondo lei, porterà comunque un beneficio economico al Comune, che si trova ancora in piano di riequilibrio finanziario. Querqui replica ancora, sempre con i documenti sotto il braccio: «La riforma Monti prevede che le nuove farmacie vadano in zone scarsamente servite. Qui invece, nell’arco di due chilometri, ne esistono già tre. Lo spostamento della pianta organica non genera alcun beneficio rilevante».
Quando il dibattito degenera quasi in tifo da stadio, è la neoeletta presidente del Consiglio Emanuela Piroli a riportare l’ordine: «Invito l’aula al rispetto del ruolo e dei toni istituzionali».
Presidenza e vicepresidenza: veleni e votazioni

Ma come si è arrivati all’elezione del presidente del Consiglio comunale? Fabio Giovannone dai banchie dell’opposizione prova il colpo di teatro: «Quattro anni fa né Piroli né Querqui votarono me. Oggi propongo Manuela Maliziola come presidente». Un tentativo più simbolico che pratico. La maggioranza fa quadrato su Emanuela Piroli che viene eletta presidente del Consiglio, Cristina Micheli vicepresidente. Per la Maliziola solo l’onore della proposta, mentre lei stessa si astiene in fase di voto, delicatezza che la Piroli ritiene di non dover compiere. Le due votazioni finiscono 11-5.
La nuova presidente, appena insediata, ricorda con emozione alcune figure scomparse: Colombo Mastrogiacomo, Stefania Sacchi e Salvatore Raoni. Lo stesso Raoni viene omaggiato anche da Colombo Massa nel suo intervento.
Querqui: sobrietà e visione

Il sindaco indossa la fascia e va dritto come sempre: «Sono orgoglioso di essere sindaco della città dove sono nato, cresciuto e vivo con la mia famiglia. Qui non ci sono vinti né vincitori, ma donne e uomini ai quali i cittadini hanno affidato una grande responsabilità. Basta sterili discussioni: lavoriamo tutti insieme per il bene di Ceccano».
Poi il programma: Area vasta, PNRR, manutenzione ordinaria, scuolabus («ho sempre detto quanto prima, non subito»), squadra tecnica da ricostruire e priorità alle scuole.
Gli interventi della giunta

Mariangela De Santis, vicesindaco, ringrazia cittadini e famiglia: «La politica è anche sacrificio. Serve collaborazione, non delegittimazione dell’avversario». Ha sottolineato la necessità di superare l’immobilismo e di avviare finalmente una fase di azione concreta per la città.
Francesco Ruggiero elogia il ruolo dei giovani e il risultato di Progresso Fabraterno: «Questa coalizione ha creduto nei giovani. Oggi lavoriamo per Ceccano, orgogliosi di avere Piroli e Micheli alla guida del Consiglio».
Giulio Conti sottolinea il peso elettorale e l’importanza del Bilancio: ”Abbiamo vinto col 52,5%. Il bilancio è la macchina amministrativa: ho lavorato per dieci con il bilancio e so cosa fare”.

Alessandro Ciotoli chiude con ironia sul caldo: «Se tra cinque anni saremo riconfermati, avremo fatto bene. Altrimenti vorrà dire che non siamo stati all’altezza».
Francesca Ciotoli ha preso la parola per esprimere orgoglio e senso di responsabilità per il nuovo incarico, sottolineando l’importanza di lavorare con impegno e spirito di squadra in un momento delicato per la città. Anche lei ha richiamato la necessità di uscire dall’immobilismo e avviare una fase di azione concreta per rispondere alle esigenze di Ceccano
Bianchini, stile scoprione: il 24 ottobre sempre in canna

L’opposizione è caricata a pallettoni. Si vede con chiarezza che è entrata in Consiglio con una solida preparazione preventiva: il Coordinatore FdI Rino Liburdi e l’ex assessore all’Ambiente Riccardo Del Brocco ci hanno lavorato la notte per farli salire carichi sul ring. E infatti, nel finale la Bianchini tenta ancora il colpo: «Interrompiamo questa luna di miele. La sinistra ha vinto grazie al 24 ottobre». Cioè all’inchiesta che il 24 ottobre scorso ha portato all’arresto del sindaco Roberto Caligiore (FdI) gettando un’ombra sull’amministrazione. Che però, alla fine, proprio l’inchiesta ha ritenuto estranea. (Leggi qui: The Good Lobby, il caso è chiuso: accuse a Caligiore, non all’amministrazione).
Mariano Cavese (Pd) reagisce secco: «Non abbiamo vinto per il 24 ottobre, ma per le nostre idee. Dire il contrario ci offende».
Nel mezzo dei botta e risposta, nell’Aula serpeggiano anche malumori sommessi. Mormorii tra la folla: «In Consiglio comunale ci si alza in piedi». Il decoro istituzionale vacilla e qualcuno scuote la testa per il clima più da curva che da Aula consiliare. Ma, come spesso accade nei primi Consigli, l’euforia post-elettorale gioca ancora la sua partita.
La nuova geografia del consiglio comunale

La giunta Querqui è quella anticipata nei giorni scorsi. (Leggi qui: Querqui indossa il camice e mette a punto la sua Giunta).
Mariangela De Santis (vicesindaco), Giulio Conti, Francesca Ciotoli, Alessandro Ciotoli, Francesco Ruggiero
La maggioranza, a seguito delle dimissioni dei Consiglieri nominati assessori, diventa questa: Emiliano Di Pofi (PSI), Federica Pizzuti (Progresso Fabraterno), Colombo Massa (AVS), Gina Carlinj e Mariano Ranieri (lista civica Querqui), Mariano Cavese e Federica Maura (PD), Cristina Micheli (Ceccano in Comune), Pino Malizia (Nuova Vita)
L’opposizione: Ugo Di Pofi (candidato sindaco), Fabio Giovannone (candidato sindaco), Manuela Maliziola (candidata sindaco), Ginevra Bianchini (FdI), Paolo Aversa (Noi con Ceccano), Alessia Macciomei (Grande Ceccano)
Finita la cerimonia: adesso comincia il governo vero

Così, tra fendenti incrociati, vecchie partite ancora aperte e nuovi equilibri da costruire, Ceccano ha inaugurato la sua nuova stagione politica. Il consiglio comunale è ripartito, con i toni già caldi e la partita che si preannuncia lunga. L’opposizione affila le armi, la maggioranza tiene il passo.
Querqui, con il suo passo asciutto e notarile, osserva e incassa, sapendo che il vero banco di prova non saranno le schermaglie d’Aula, ma la capacità di trasformare la vittoria elettorale in governo. I giochi sono aperti. La luna di miele, quella, forse è già finita al primo giro di seduta.