
La tre donne per le quali passa il futuro elettorale del centrosinistra a Ceccano. La lenta tessitura di Ruspandini
Manuela, Mariangela ed Emanuela. Sono le tre donne intorno alle quali ruota il destino elettorale del centrosinistra Ceccanese. Tutte molto determinate e ognuna pronta a correre a modo suo alle Comunali che con ogni probabilità si terranno il prossimo 11 maggio. È la data proposta dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ieri al Consiglio dei Ministri, verrà fissata durante la prossima seduta: ieri mancavano i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini.
La rivincita di Manuela

Tra le tre la più esperta è Manuela Maliziola, ex sindaco di espressione Socialista alla guida di una coalizione con i Democratici di Sinistra; tra le campagne appuntate sulla divisa ha una congiura del vecchio centrosinistra che la fece cadere con una mozione di sfiducia e può vantare più di una candidatura. In queste ore ha abbandonato Demos, il suo Partito di riferimento. Lo ha fatto per avere le mani libere alle prossime Comunali e non dve rispettare un ordine di scuderia che con ogni probabilità sarebbe arrivato. Quale?
Demos è in strettissima relazione con il Partito Democratico: è la formazione creata da due esponenti di spicco della Comunità di Sant’Egidio. Dove occorre realizzano alleanze e patti di desistenza: proprio questo si sarebbe potuto verificare a Ceccano, cioè la richiesta di ritirare il candidato sindaco per favorire una proposta unitaria. Per Manuela Maliziola meglio non rischiare. E dimettersi, non avendo così più obblighi verso il partito.
È stata l’ultimo sindaco eletto dal Centrosinistra a Ceccano: silurarla si è rivelato un suicidio politico che ha spalancato le porte al centrodestra. E compromesso i rapporti con il Psi per gli anni a venire. In queste ore sta sicuramente aggregando una serie di nomi intorno a se, alcuni anche importanti: si parla di un ticket con Mario Sodani. Le adesioni ed il maggiore interesse arrivano dall’elettorato cattolico moderato di sinistra. Dará battaglia e filo da torcere.
Emanuela la più alta in grado

Emanuela Piroli è componente dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico. È la più alta in grado tra le donne nel Pd ceccanese ed è vicina alla Segretaria nazionale Elly Schlein: che al momento della sua elezione alla guida del Partito l’ha subito catapultata all’interno del Pd. Nel Congresso provinciale è schierata come tutta l’area Schlein sul nome di Achille Migliorelli: ha assunto una posizione netta a differenza di un Andrea Querqui (Area Dem) più cerchiobottista per evitare frizioni tra le parti in vista delle Comunali. È stata candidata sindaco la volta scorsa nel 2020, conseguendo un risultato assolutamente onorevole: poco meno di 3mila voti e de 22%. Ma ha prescindere dai numeri ha dimostrato la capacità di aggregare il mondo del centrosinistra che sta fuori dal Pd. Per contro: quando era Segretaria renziana del Pd di Ceccano il suo inter per la rottamazione dei vecchi finì per vederla rottamata. Ha ancora molto da dire.

Mariangela De Santis, a detta della ex maggioranza di centrodestra è stata la più efficace e preparata dell’opposizione. Battagliera, agguerrita, con alle spalle una lista strutturata e ben radicata nelle zona della Cantinella e Colle San Paolo, bacini di voto importanti. È l’unica sui social ad aver ribattuto, su alcuni punti, con cognizione di causa al recente intervento dell’ex assessore all’Ambiente Riccardo Del Brocco che rivendicava il merito dell’azione amministrativa del centrodestra. È stata lei a fare da tramite con la deputata Ilaria Fontana del Movimento 5 Stelle per l’interrogazione parlamentare su piazza Mancini. Sempre lei è stata a votare Carolina Morace alle Europee. Segno dell’accordo con il M5S che è pronto a sostenerla e vicino a lei sono pronti a schierarsi anche ambienti di ex Rifondazione Comunista. È il vero scoglio di Andrea Querqui. (Leggi qui: Del Brocco dal Commissario: “Basta con le leggende su di noi”).
Il Collettivo 2030

Sul fronte Pd si registra una serie di fisiologici mal di pancia: problemi di assestamento per l’assenza di una linea univoca e di una sintesi unitaria nel centrosinistra. Chi non condivide la scelta di Andrea Querqui come candidato gli rimprovera di essere solo un brand, un nome, figlio di scelte forzate senza processi democratici dal basso e coinvolgimento della base. Senza stilare un programma e programmare delle iniziative.
Come invece insiste a fare il Collettivo 2030, guidato da Filippo Cannizzo con l’ex sindaco Ds Maurizio Cerroni che indica la strada delle Primarie, senza cadere in errori dal sapore ottocentesco di diritti ereditari per la candidatura a sindaco.
La lenta tessitura di Ruspandini

Nel centrodestra prosegue la paziente opera di tessitura cominciata mesi fa dal deputato Massimo Ruspandini per presentare un candidato esterno e civico: l’imprenditore Ugo di Pofi. Il passare delle settimane sta evidenziando sempre di più un solco tra l’ex sindaco Roberto Caligiore (arrestato con l’accusa di avere preso tangenti sugli appalti comunali finanziati con fondi Ue) e la sua maggioranza. Un po’ la tesi Del Brocco dell’altro giorno. Per questo Ruspandini punta a ricostruire e rinnovare quella coalizione di centrodestra: con il rientro clamoroso non solo dell’ex presidente d’Aula Marco Corsi ma anche di Tonino Aversa che però passerebbe per l’accordo con Forza Italia. (Leggi qui: Il candidato di Ceccano: questione di equilibri).
Le dinamiche interne al Partito azzurro parlano essenzialmente della presenza di due sensibilità. Una è vicina al commissario Aversa e l’altra, storica, formata da Santodonato e Macciomei, questi già disponibili a lavorare per l’unità intorno al candidato esterno. Unica soluzione ritenuta possibile, per condurre una campagna elettorale parlando di temi e programmi, senza veleni giudiziari.

Il 23 febbraio è fissato il Congresso che vedrà nascere il nuovo direttivo cittadino di FdI, lo terrà a battesimo il coordinatore regionale Paolo Trancassini, un segnale di forza e vicinanza verso Ruspandini. Coordinatore in pectore, lo dicono ormai le cronache , sarà l’avvocato Rino Liburdi.
A quel punto, prima o subito dopo, pare verrà lanciato il candidato al quale stanno lavorando.