Ceccano, via agli incontri per andare verso il voto

Il centrodestra si è riunito a Frosinone. per fare il punto e voltare pagina a Ceccano. Il centrosinistra ufficialmente non ha tenuto riunioni. Ma Giulio Conti sta tessendo la tela. Ed il Segretario Regionale Pd, a margine della recente Direzione Provinciale ha detto che Ceccano è prioritaria

Agende fitte, chat di WhatsApp affollate di link e commenti, telefoni che reggono sempre meno la carica: a Ceccano il centrosinistra ed il centrodestra si organizzano in vista delle prossime elezioni Comunali. Quelle che dovranno cancellare l’onta di un sindaco arrestato mentre indossa ancora la fascia tricolore, la vergogna di un’amministrazione trascinata nel sospetto, l’imbarazzo di una storia che al momento rimane circoscritta al solo sindaco arrestato Roberto Caligiore ma ancora non arriva la comunicazione prevista dall’articolo 415 cpp cioè il tana libera tutti certificato nero su bianco per gli altri.

Il centrodestra prova a riorganizzarsi, discutere, approfondire, reagire: lo ha fatto durante una riunione tenutasi a Frosinone lunedì sera. Il centrosinistra si muove con altrettanta cautela: l’eccesso di sicurezza potrebbe frantumare una vittoria che sulla carta è a portata di mano. Così, dopo il rumore mediatico dei giorni scorsi si è passati a toni più bassi ed una sottile mediazione tentata dal Segretario Pd Giulio Conti. Ma a Roma hanno gli occhi puntati su Ceccano: prima dell’otto dicembre il Segretario regionale Daniele Leodori vuole avere un primo report sulla situazione.

Qui destra

Massimo Ruspandini

All’incontro di lunedì sera erano presenti tutte le sensibilità della maggioranza uscente. C’era Fratelli d’Italia e c’erano i rappresentanti di tutte le civiche che avevano eletto sindaco Roberto Caligiore. E che l’hanno sfiduciato un minuto dopo avere letto i capi d’accusa, prendendo appuntamento dal notaio ed andando a dimettersi in massa.

Il colpo non è stato ancora assorbito. Neanche un po’. C’è soprattutto delusione: umana e politica. Il senso di smarrimento è ancora forte ed a giudicare da alcune frasi è viva anche la rabbia. “Ma più di un ufficiale dei carabinieri con cinque medaglie sulla divisa chi dovevamo scegliere come sindaco?” ha tuonato uno dei presenti in un momento della riunione che è sembrato più una seduta di autocoscienza collettiva.

Tutti si sono detti d’accordo sulla necessità di reagire “perchè non c’è una sola riga dell’inchiesta che abbia anche soltanto sfiorato Fratelli d’Italia. Chiedono di ripartire, riorganizzare, vogliono un segnale che renda evidente un fatto: “se sono circolati soldi non sono andati al Partito”.

La strada scelta

Roberto Caligiore

Qualcuno chiede di tagliare i ponti con i giornali, altri di passare a scelte organizzative concrete e far parlare di quelle perché “un conto è il piano comunicativo, altro quello organizzativo, dove non c’è tempo da perdere nè da piangersi addosso”.

La riunione decide di muoversi in questa direzione. Cioè nessuna dichiarazione che anche lontanamente possa sembrare un modo per condizionare la magistratura, rispetto umano per Roberto Caligiore ma voltare pagina. Fiducia piena al deputato Massimo Ruspandini che anzi viene sollecitato ad uscire da questa fase di lutto.

Nessuno ha parlato di candidature a sindaco: ma ci si è contati e s’è pesato il potenziale elettorale. Conta ancora alcune migliaia di voti, sostengono. Ora si attende che venga fatta chiarezza.

Qui Sinistra

Giulio Conti

Riunioni ufficiali a sinistra: no. Non ufficiali: si. In una di queste è stato messo in evidenza che c’è stato un errore di comunicazione: è stata data l’impressione che si stia sgomitando come in una fiera delle ambizioni. Il favore del pronostico derivante dall’onda giudiziaria c’è tutto: il timore è che sbagliando approccio si finisca per rovinare tutto. E infatti ora i toni sono scesi. È l’ora della diplomazia interna.

A Roma il Segretario regionale Pd Daniele Leodori è preoccupato per il fatto che proprio in questi giorni la Federazione sia entrata nella fase pre congressuale. Vuole che la battaglia per Ceccano veda impegnati tutti ad ogni livello. Perché Ceccano è stata il simbolo delle lotte operaie e della sinistra, è diventata il simbolo di una destra che avanza sul fronte sociale conquistando roccaforti prima inespugnabili. A margine della Direzione riunita l’altra sera a Frosinone ha chiesto impegno, coesione, unità. E prima dell’otto dicembre vuole un report del Segretario cittadino Giulio Conti.

Il primo elemento di discussione da superare è come individuare il candidato sindaco: una parte è favorevole allo strumento delle Primarie, altri sono contrari temendo l’inquinamento dei gazebo. C’è chi ritiene che si debba tornare al patto che portò alla candidatura di Andrea Querqui alle Regionali e chi invece preferirebbe una sintesi esterna.

Un pericolo chiamato Pietro

Andrea Querqui

Il totocandidature anche questa volta è molto simile al fantacalcio. Con suggestioni che durano l’arco di una giornata ed altre che tramontano dopo una settimana. In questi giorni ha preso piede la suggestione di una candidatura a sindaco per il professor Pietro Alviti: già vicepreside del Liceo Scientifico, giornalista per questa testata dopo anni al Messaggero, promotore del Festival Alviti che riunisce ogni anno centinaia di persone. Il suo blog è un punto di riferimento per la riflessione politica e sociale.

Da più parti viene visto come possibile un candidato di sintesi a sinistra, altri lo percepiscono come il fumo negli occhi. Se ci fossero le Primarie e se il professore partecipasse potrebbe essere una variabile difficile da governare. Ma al momento è solo una suggestione. E come ripete Giulio Conti in ogni bar: “Andrea Querqui è il candidato che vuole la gente di Ceccano”.

Mariangela De Santis

Resta da vedere cosa ne pensa la battagliera consigliera d’opposizione Mariangela De Santis. È vulgata comune che lei ed il suo collega di opposizione Andrea Querqui avessero un accordo politico. In virtù del quale lui si è candidato alle scorse Regionali appoggiato anche da lei (e registrando un bel risultato) ma lei avesse una sorta di diritto alla precedenza per le Comunali.

Se così fosse, il cambio di scenario autorizza a ritenere superato quel patto tra gentiluomini? O si farà quadrato sulla combattiva De Santis che in questi giorni ha ricordato come la sua azione sia stata concreta ed incisiva?