La difficile trattativa per Sora, il percorso ad ostacoli per Frosinone, gli incastri per regionali e politiche. Tutto complicato, anche per la competizione tra Lega e Fratelli d’Italia. La variabile del sistema proporzionale. E la spada di Damocle dei tavoli romani e regionali, che decreterebbero il game over.
Se a livello nazionale sarà Roma a dire quanto è coesa la coalizione dei centrodestra, in provincia di Frosinone il test di Sora risulterà abbastanza indicativo. Nella Capitale pare insuperabile il no di Guido Bertolaso, fortemente voluto da Antonio Tajani (Forza Italia) e Matteo Salvini (Lega). Nelle ultime ore è tornato il nome di Giulia Bongiorno, ma non sembra questa l’opzione sulla quale si può chiudere.
I Comuni oltre Roma
Per quanto riguarda Sora, la coalizione di centrodestra si sta riunendo. Ma finora non è stata trovata una possibile sintesi tra Lega e Fratelli d’Italia. Non è detto che verrà individuata. Esattamente come avvenuto a Formia (Lega da una parte, FI e FdI dall’altra) a Terracina e Fondi (Lega e FI da una parte, FdI dall’altra).
Dove non c’è una marcata valenza politica i Partiti hanno tutto l’interesse a fare la conta. Contarsi serve a stabilire i rapporti di forza quando poi saranno costretti a fare scelte di coalizione. Ad esempio quando ci sarà da dividersi i collegi rimasti ora che ce ne sono 350 in meno per via del referendum. Sta tutta qui la difficoltà che si sta registrando in questo giorni a Sora: la stessa rilevata nei grandi comuni pontini. (Leggi qui Il gioco masochista sulla pelle dei candidati sindaci).
resta da vedere se prevarrà la logica di coalizione o della conta interna anche tra un anno, quando si tratterà di individuare il candidato sindaco di Frosinone per la successione a Nicola Ottaviani.
Dove l’alleanza è fondamentale per il centrodestra
Oltre alle situazioni singole, legate cioè ai Comuni che andranno al voto nei prossimi dodici mesi (Sora, Alatri, Frosinone), ci sono le strategie e le prospettive dei partiti e della coalizione. Al tavolo delle trattative si siedono Nicola Ottaviani e Pasquale Ciacciarelli (Lega), Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia), Mario Abbruzzese (Cambiamo). Ma pure l’Udc e altre forze. Inevitabilmente si pensa anche alle politiche, considerando che ancora non c’è una legge elettorale diversa rispetto al Rosatellum.
La politica delle alleanze è fondamentale, ma nel caso si dovesse propendere per un sistema proporzionale, allora tutto cambierebbe. Perché a quel punto Forza Italia avrebbe margini enormi per smarcarsi. Mentre Lega e Fratelli d’Italia potrebbero sì competere per la leadership, che però non basterebbe né per formare una coalizione maggioritaria né per indicare il premier.
Nella Prima Repubblica con il proporzionale il premier è stato indicato a volte anche da partiti più piccoli rispetto alla Democrazia Cristiana. Inoltre, il sistema elettorale in vigore per le regionali prevede già, pur nell’ambito di alleanze, che ogni partito presenti una propria lista su base provinciale. C’è già cioè una conta. In questo perimetro si stanno muovendo il senatore Massimo Ruspandini, il sindaco Nicola Ottaviani e i tre su commissari “azzurri”. Senza dimenticare Mario Abbruzzese (Cambiamo).
Le intese sulle comunali possono reggere se tengono dentro anche futuri scenari. Per le regionali e per le politiche. L’accordo è difficile, ma non raggiungerlo esporrebbe al rischio che poi possano subentrare i livelli regionali dei partiti. E a quel punto la partita sarebbe chiusa. Game over.