Il Pd di Giulio Conti tira dritto tra le contestazioni ed è pronto al dialogo con tutte le altre forze politiche. Emanuela Piroli ed Emiliano Di Pofi dicono che Il Coraggio di Cambiare e il Psi ci stanno. Marco Corsi e Nuova Vita, rappresentata da Mariangela De Santis, preferiscono invece restare ancora alla finestra a seguire l'evolversi della situazione
Si può tornare a vivere in armonia in un condominio se prima non si risolvono le liti nel proprio appartamento? La risposta è Si per il Segretario Pd di Ceccano Giulio Conti. Per lui si può puntare a riunificare il centrosinistra anche se il Partito democratico è disunito. Addirittura si può fare anche se parte dei militanti disconoscono l’attuale Segreteria ed il Direttivo nominato lo scorso 26 luglio. (Leggi qui Conti segretario Pd: l’unità è solo un miraggio).
Sono quei tesserati che hanno scelto di non far parte del gruppo dirigente. Hanno boicottato il Congresso cittadino perché dopo nove mesi, a detta loro, i tempi non erano ancora maturi per uscire dal commissariamento.
Il segretario provinciale Luca Fantini e il commissario Angelo Pizzutelli (capogruppo a Frosinone) auspicavano invece di restituire quanto prima l’autonomia al Circolo cittadino: per bruciare le tappe verso l’unità sia all’interno che al di fuori del Partito.
Se nel primo caso è ancora un miraggio, nell’altro qualcosa comincia a muoversi.
La doppia faccia del Pd
La spaccatura nel Pd è profonda ed ha radici antiche. La ferita più lacerante è quella maturata in occasione delle scorse elezioni Comunali. Ha contribuito alla vittoria del Centrodestra al primo turno.
La linea del Partito alle scorse Comunali è stata quella di appoggiare come candidato sindaco il presidente uscente del Consiglio Comunale sotto il governo di Centrodestra: Marco Corsi con un passato in Forza Italia. Ma una parte consistente del Pd chiedeva una soluzione diversa: convergere verso l’ex Segretario Emanuela Piroli e la sua comunità di sinistra con civici ed ambientalisti.
Si sono ribellati alla linea del Partito quasi tutti i Democratici per Ceccano, a partire dal già segretario e amministratore Nicolino Ciotoli, nonché la Componente Cerroni. I primi si sono candidati in veste civica alle scorse elezioni estromettendo dalla lista proprio l’ex capogruppo consiliare Giulio Conti: ritenuto un “cane sciolto”.
Gli altri, non volendo sostenere il candidato sindaco destrorso Marco Corsi, non sono scesi neanche in campo: l’ex sindaco Maurizio Cerroni, suo figlio Davide ed Elisa Tiberia.
Il risultato? Il Pd Ceccano, a fronte della schiacciante vittoria al primo turno del centrodestra, non ha nemmeno un seggio consiliare.
La segreteria di Giulio Conti
Conti, senza competitor nel Congresso, è stato eletto Segretario ed è tornato ad avere voce in capitolo. Proprio lui che il Partito non aveva voluto in lista. (Leggi qui Giulio Conti 2: la vendetta è un piatto che si serve freddo e anche qui Conti segretario Pd: l’unità è solo un miraggio).
L’elezione di Giulio Conti pianta su Ceccano una bandierina di Base Riformista, la componente Dem minoritaria guidata dal presidente della Provincia Antonio Pompeo. (Leggi anche La sfida di Pompeo si allarga a Castrocielo).
La segreteria di Conti è stata ormai formata. Il suo vice è Mario Spinelli: consigliere comunale tra il 2012 e il 2014, nell’allora amministrazione Psi guidata dalla sindaca Manuela Maliziola. È stato sostenitore di quest’ultima alle elezioni 2015 e di Corsi nell’ultima tornata.
Gli altri membri sono Davide Compagnone, Adriano Masi e Antonio Nalli. E quello di Masi è un ritorno di fiamma. Prese parte alla “Rivolta dei 25” che portò alla caduta di Emanuela Piroli da segretaria del Pd Ceccano, poi però alle Amministrative 2020 si è candidato a sostegno proprio dell’ex Segretaria. (Leggi qui La rivolta dei 25: Giulio Conti condanna la segretaria Pd di Ceccano e poi qui La caduta di Ceccano: via Piroli, nominato commissario Luca Giorgi).
Torneranno anche i Giovani dem
Nel corso dell’ultima riunione del direttivo, oltre a strutturare la segreteria, si è discusso dapprima della riorganizzazione della sezione giovanile: i Giovani Democratici.
Quelli spariti da Ceccano contestualmente alla defenestrazione di Emanuela Piroli e non riproposti durante l’era Di Stefano. Ora, con Conti, ritorneranno. Anche e soprattutto perché tra i fattori che hanno determinato la graduale ascesa del centrodestra in città c’è proprio il ricambio generazionale.
Negli ultimi anni l’unico nonché attivissimo movimento giovanile è stato quello di Fratelli d’Italia: Gioventù Nazionale. Solo di recente sono nate due alternative, una a destra e l’altra a sinistra: Lega Giovani e Progresso Fabraterno, incarnato dai politici in erba de “Il Coraggio di cambiare”.
Prossimamente sarà eletto il primo Consiglio comunale dei giovani, promosso da Daniele Massa: consigliere di FdI, delegato alle Politiche Giovanili, e presidente provinciale di GN. E tutti gli altri, soprattutto i venturi GD, ne dovranno recuperare di terreno. (Leggi qui Una “Massa” di giovani che contano. Giovani di destra e anche qui Ceccano, è l’ora di Iuventas: e col calcio c’entra nulla).
Anche il Pd fa i conti della serva
Nel ricostituito circolo del Pd Ceccano sono state poi esaminate alcune delle questioni amministrative al centro dell’odierno dibattito politico. Su tutte, oltre all’immancabile inquinamento ambientale, anche e inevitabilmente il bilancio comunale.
Il prossimo 19 agosto, infatti, si terrà un Consiglio infuocato: all’ordine del giorno il recepimento della delibera numero 64/2021 della Corte dei Conti, che ha riscontrato una serie di irregolarità e illegittimità nella gestione economica-finanziaria dell’ente, e l’approvazione del rendiconto 2020.
Con tanto di ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario anti dissesto. E ai rilievi della Corte, nel frattempo, ha fatto seguito la diffida del Prefetto. (Leggi qui E la Corte bussò al Castello dei… conti e poi qui Portelli: «Sempre le solite pastoie». Caligiore: «Non è colpa nostra»).
L’aperturismo del nuovo Pd
I democrat ceccanesi hanno poi tracciato «il percorso da intraprendere per la concreta attuazione del documento programmatico presentato nel corso del congresso, con una serie di iniziative che saranno messe in campo a livello comunale».
A cosa mireranno innanzitutto? «Ad organizzare una serie di incontri con le altre forze politiche della città, le associazioni ed i movimenti, per la ricostruzione dell’unità del centrosinistra di Ceccano». Una ricostruzione alla quale, d’altronde, punta da tempo il coordinamento di area guidato dalla consigliera Piroli e ormai ospitato dalla Casa Comune. (Leggi qui Ceccano, nasce ‘Casa Comune’. Il Pd? Cerca monolocale per single).
Anche Conti, ancor prima di diventare segretario del Pd Ceccano e pur in maniera defilata, aveva presenziato all’inaugurazione della Casa Comune di Piazza 25 Luglio. Non è passata di certo inosservata, tra le altre, neanche la partecipazione del presidente della Provincia Antonio Pompeo: che al di là della visita di cortesia in veste istituzionale, è pur sempre il leader provinciale di Base Riformista, corrente minoritaria del Pd di cui Conti è il solo esponente cittadino.
Conti, Pompeo e la Casa Comune
Senza parlare del fatto che l’altresì sindaco di Ferentino ha dato vita all’associazione Volume: anche quello un luogo di dibattito e confronto aperto a «tutti i cittadini – si è appellato Pompeo – che hanno intenzione di fare ma non si riconoscono in nessun contenitore».
Proprio come la Casa Comune ideata in precedenza e lanciata a Ceccano appena il Covid si è fatto un po’ da parte: «Non si tratta di un circolo o di una sezione di partito – ha tenuto a precisare Piroli -. Ha la finalità ambiziosa di diventare la “casa” di tutti coloro che vogliono apportare un contributo al progetto».
Insomma, il concetto chiave è che per tentare di fronteggiare l’avversario comune, il forte centrodestra al potere, serve un centrosinistra unito.
Ormai è chiaro anche al Pd di Conti: «L’unità della nostra coalizione è il passo più importante di un percorso che mira, oltre che a fornire agli elettori una diversa idea di sviluppo della nostra città, a contrastare le politiche amministrative scellerate della destra sovranista guidata dal sindaco Caligiore, che dal 2015 ad oggi ha dimostrato di non essere in grado di gestire le risorse finanziarie dell’Ente, incrementando sempre più i debiti delle casse comunali, ciò a danno dei cittadini tutti che presto ne pagheranno le conseguenze».
Piroli: «Aperti da sempre al dialogo»
Cosa ne pensa Emanuela Piroli? Chiamata in causa, a nome del coordinamento di centrosinistra e del gruppo consiliare “Il Coraggio di cambiare” – formato assieme al consigliere Andrea Querqui, presente al congresso del Pd Ceccano e interessato alle sue sorti – accoglie positivamente il percorso avviato dai democrat.
«Siamo senz’altro aperti al dialogo su contenuti politico-amministrativi, come del resto è sempre stato», premette Piroli. Perché è innegabile il fatto che lei ci abbia provato fino alla fine a coinvolgere il Pd Ceccano nella sua coalizione elettorale. Mettendo da parte le ruggini del passato. Le stesse che, però, hanno pesato anche nella scelta dei democrat di sostenere come candidato sindaco Corsi anziché lei.
Pur essendo l’ex presidente del Consiglio nel Caligiore 1, con il “peccato originale” delle origini destrorse, Corsi è stato considerato più competitivo di una competitor ritenuta “troppo di sinistra” per avere qualche chance. Il dato di fatto è il risultato elettorale: a fronte dei 6.926 voti ottenuti da Caligiore, il quasi 51% che gli ha consegnato la storica vittoria al primo turno, Corsi ne ha portati a casa meno del previsto (3.632) e Piroli oltre ogni più rosea aspettativa (3.027).
Nella Casa Comune ci sono altre priorità
«Per primi abbiamo sempre lavorato per ricostruire un’area larga di sinistra e centrosinistra, e l’apertura della Casa Comune, alla cui inaugurazione il neo segretario del Pd ha partecipato, ne è l’ulteriore prova», tiene per l’appunto a ricordare Emanuela Piroli.
«Chiaramente la priorità è rafforzare il dialogo con i cittadini e con l’elettorato – aggiunge poi – ma è anche importante riprendere un confronto tra forze politiche che hanno una storia e dei principi in comune ».
In ogni caso, è ben conscia che tra il dire e il fare c’è di mezzo un mare di incomprensioni: «Sappiamo bene che sarà un processo lungo e non semplice, ma è già un passo avanti la volontà espressa dal Pd di agire in questo senso». L’apertura è vicendevole: il Pd e Il Coraggio di cambiare sono propensi alla riappacificazione.
Regge anche l’asse Pd-Psi
Anche il Psi ha appoggiato Corsi alle scorse elezioni. E a differenza dei “cugini” del Pd, l’altra metà dello storico asse cittadino, ha conquistato uno scranno consiliare. Il consigliere socialista Emiliano Di Pofi si è già congratulato personalmente con Giulio Conti e tutti i membri del nuovo direttivo.
«Il Psi di Ceccano, come sempre, è pronto al dialogo – dichiara Di Pofi per conto della sezione locale guidata dal segretario Antonio Ciotoli – ritenendo che sia fondamentale, in questo momento soprattutto, una ricostruzione forte e coesa di tutte le forze di centrosinistra per curare al meglio tutte le istanze dei nostri concittadini e del nostro territorio».
Sono aperti al dialogo con il Pd, pertanto, sia Il Coraggio di cambiare che il Psi. Ma quest’ultimo ha disertato l’appuntamento alla Casa Comune del centrosinistra. Non erano presenti, del resto, neanche i consiglieri di opposizione Marco Corsi (Ceccano Riparte) e Mariangela De Santis (Nuova Vita). Quest’ultima eletta nella coalizione elettorale dello stesso Corsi, ma in Consiglio comunale spesso e volentieri più in sintonia e sinergia con il duo Piroli-Querqui.
L’attendismo di Corsi e Nuova Vita
Nel caso di Corsi e di Nuova Vita, che fecero parte della prima amministrazione Caligiore, ha regnato sinora il più totale attendismo. Sono rimasti alla finestra in attesa dell’evolversi della situazione generale. Con le dovute differenze.
Il “civico” Corsi, nato politicamente in Forza Italia ed ex caligioriano, continua a essere visto da tanti come una “nuvola passeggera” e un “intruso” nel centrosinistra. In poche parole, non si fa di certo a gara a coinvolgerlo. Nuova Vita, gruppo di estrazione socialista, era passata dalla maggioranza all’opposizione un anno e mezzo dopo l’inizio del Caligiore 1: quando Fratelli d’Italia aveva iniziato ad accantonare lo slogan “Né destra né sinistra né affari”.
Il gruppo rappresentato da De Santis, che in contrasto col Psi optò per il salto triplo verso una coalizione professatasi civica ma velatamente di centrodestra, continua a ritenerlo un “incidente di percorso”. E i suoi vertici, apparsi non troppo propensi a sedersi ai tavoli per la ricostruzione, escono alla scoperto.
Mettendo in chiaro che «per creare un fronte che possa efficacemente opporsi all’estrema destra che ha confermato la propria inadeguatezza ad amministrare la città di Ceccano, riteniamo fondamentale partire dalla discussione finalizzata alla riunificazione delle forze politiche di centrosinistra». Anche Nuova Vita, pertanto, si professa aperta al dialogo.