
L'opposizione ha abdicato al proprio ruolo. Come se si fosse candidata soltanto per vincere. Non c'è né una proposta alternativa al centrodestra, né un'iniziativa corale per tentare di metterlo in difficoltà. E tra poco sarà l'ora di fare i conti.
La definizione è presa direttamente da Wikipedia, l’enciclopedia libera consultabile sul web. Spiega: “L’opposizione, nella terminologia della politica, indica una rappresentanza politica che in un sistema decisionale non copre la maggioranza dei decisori e che spesso si assume l’impegno o obbligo come alternativa di governo alla maggioranza parlamentare o consiliare. Il termine viene usato in ambito politico per indicare le forze politiche che non esercitano il potere esecutivo, ma generalmente si oppongono alle decisioni di questo“.
Al Comune di Frosinone questa particolare attività che dovrebbero fare coloro che non governano, semplicemente non accade. Non perché manchino le capacità umane e politiche (individuali e collettive) o le circostanze oggettive (provvedimenti amministrativi o fatti politici) per fare opposizione. Ma esclusivamente perché la minoranza ha rinunciato, ormai da tempo, ad esercitare il proprio ruolo istituzionale. Inspiegabilmente. Altro che “assume l’impegno o obbligo come alternativa di governo alla maggioranza”.
Evanescenti, insignificanti

Composta da individualità di innegabile spessore, l’opposizione di Frosinone non è mai diventata tale perché ha rinunciato ad agire in maniera corale. E non lo ha fatto perché questo avrebbe significato doversi riconoscere in una figura alla quale delegare il ruolo di leader. Ciascuno è convinto di essere l’uomo/la donna giusto/a. Con il risultato di essere totalmente evanescenti e incidere meno di nulla sulle attività amministrative della Giunta Mastrangeli. Alla quale ormai fa opposizione una parte della stessa maggioranza.
In qualsiasi altra amministrazione in Italia, di destra o di sinistra, davanti ad una conclamata crisi della maggioranza come quella alla quale si sta assistendo in questi giorni, l’opposizione, avrebbe attivato tutta una serie di iniziative: per denunciare, evidenziare, mettere ulteriormente in luce le criticità, le difficoltà ed anche gli imbarazzi di chi amministra la Città. Non a Frosinone. Non al Comune Capoluogo.
Vero che la situazione di atavica divisione dei Partiti di minoranza in Consiglio Comunale ha determinato il fatto che da 15 anni il centrosinistra non riesca mai a toccare palla a Frosinone. Ma in presenza di una reale difficoltà della maggioranza del governo cittadino era comunque lecito aspettarsi finalmente un briciolo di opposizione. Vera: una presa di posizione. Un sussulto.
Senza un manifesto

In questi anni non c’è stata una conferenza stampa corale dell’intera opposizione per contestare una scelta della maggioranza. Non un manifesto, un comizio, una diretta social. Mai nemmeno una live per una volta congiunta di tutte le forze di minoranza presenti in Consiglio, per illustrare ai cittadini di Frosinone la situazione. Quantomeno per dare la percezione che almeno di fronte a circostanze eclatanti, quale è una crisi politica, la sinistra riesce a ritrovare un briciolo di unità. Niente. Nemmeno il minimo sindacale. Un silenzio assordante: una situazione surreale, quasi imbarazzante. Come se non si avessero idee, visioni, energie, strategie.
Come se fosse questo il modo di fare opposizione e non quello codificato in maniera universale e riassunto da Wikipedia. Come se ci si fosse candidati solo a vincere e non si fosse disposti a fare altro dal momento che invece le elezioni le ha vinte il centrodestra. E soprattutto come se non si dovesse mai rendere conto a chi ha votato per il centrosinistra nel 2022 e cioè il 39.13% dei votanti al primo turno ed il 44.68% al ballottaggio.
In 24 mesi l’opposizione non è riuscita, in nessuna circostanza e per nessun tematica, a mettere in difficoltà Mastrangeli. La maggioranza, in difficoltà c’è andata solo per “meriti” propri: per spaccature interne. Quelle che hanno determinato la verifica in atto e che il sindaco sta per condurre a soluzione, pur con le immutate posizioni politiche dei “malpancisti”. E forse di Forza Italia.
A prescindere dai numeri

Certo i numeri in Aula, almeno quelli ufficiali e a bocce ferme, (22 per la maggioranza ed 11 per l’opposizione) non agevolano in alcun modo le opposizioni. Ma le dinamiche dei Consigli comunali nel corso dei mesi sono state particolarmente fluide: in nessun caso il centro sinistra è riuscito a creare qualche pur minimo problema di “tenuta” a Mastrangeli e i suoi. La presenza della minoranza in Consiglio comunale sia nel question time che in quello ordinario, non è mai a ranghi completi.
Fermo e imprescindibile il legittimo impedimento del Consigliere Comunale, l’impressione è che l’opposizione non abbia la volontà per proporre qualcosa di diverso e di alternativo al centrodestra. Paradosso dei paradossi: i pochi consiglieri di minoranza che comunque sono presenti in Aula al momento del voto, riescono sempre a dividersi. Con espressioni di voto totalmente differenti e contraddittorie: chi vota contro, chi si astiene, a volte anche chi vota a favore. Ognuno va per conto proprio, senza un minimo di strategia: anche la più elementare.

Con questi presupposti e divisioni mai superate, sarà veramente complicato per il centrosinistra nel 2027 provare a rendere contendibile il Comune Capoluogo al centrodestra. Anche se FdI – Fi – Lega dovessero presentarsi divisi agli elettori, con una pluralità di candidature. Sarebbe comunque una gara tutta interna al centro destra. Per come è messa l’opposizione in questo momento, non sembra essere in alcun modo competitiva.
Il centro sinistra rischia di restare negli spogliatoi. Senza alcun animus pugnandi. Come l’Italia di Spalletti e Gravina.