Il sindaco di Frosinone in vigile attesa dopo le forti critiche del presidente del Consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri. Decisivo sarà l'esito della prossima riunione dell'assise: se la maggioranza non raggiungerà i 17 voti, il primo cittadino dovrà cambiare strategia
Il Sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli è uno che la politica e le dinamiche connesse, le conosce da quando portava i calzoncini corti e giocava al piccolo chimico. Sa perfettamente che l’invito a cambiare, strategia amministrativa e assessori della Giunta, che gli ha rivolto qualche giorno fa il presidente del Consiglio Comunale Max Tagliaferri, non potrà essere ignorato sine die. O Comunque non completamente. (leggi qui: Mastrangeli, senza un attimo di pace).
Non gli è arrivato da un Consigliere comunale alle prime armi. Ma da un amministratore di lungo corso, di significativo consenso elettorale, dal leader della Lista che porta il nome dell’onorevole Nicola Ottaviani ispiratore di questa amministrazione dopo essere stato sindaco del capoluogo per due volte. E last but not least, (ultimo ma certamente non per importanza) dalla seconda carica in consiglio Comunale. Per questo e proprio perché sa bene di politica, Mastrangeli fa l’unica cosa che può fare in questo momento. E che sta scritta su tutti i manuali che trattano la nobile “materia”: prendere tempo.
Lo spiegone
Lo fa per diverse ragioni. Primo, fa decantare le cose e gli stati d’animo, è chiaro che il sindaco non abbia preso bene l’uscita di Tagliaferri. Ma come recita un vecchio adagio cinese “Mai prendere decisioni quando sei troppo triste, troppo felice o troppo arrabbiato”. E Riccardo Mastrangeli in questo momento non è né troppo triste né troppo felice. Non si possono quindi prendere decisioni di pancia o sulla spinta della emotività. In politica è espressamente vietato.
In secondo luogo, vuole prima capire come si svilupperà l’importante e delicato consiglio comunale di venerdì prossimo, esclusivamente in Prima Convocazione e cioè con la necessità di avere un numero maggiore di voti per approvare gli argomenti in agenda. Non ci sarà la ciambella di salvataggio della seconda chiama, usata fino ad oggi, quando servono meno consiglieri. Vuole verificare quanti voti avrà la sua maggioranza: sulla carta ce ne sono 17 sicuri. Sono quelli che nella scorda seduta hanno eletto Marco Ferrara alla carica di Vice Presidente dell’aula. (Leggi qui: Frullatore Frosinone: destra e sinistra si mischiano. E leggi anche Frosinone, il significato politico importante del voto di ieri in Consiglio).
Mastrangeli tanti se ne aspetta. Compreso ovviamente quello di Tagliaferri. Dicissette voti utili per dichiarare valida la seduta ed approvare tutti e 13 i punti all’ordine giorno. E quindi festeggiare il Natale in santa pace e pensare al nuovo anno con sufficiente tranquillità.
Se invece ci fosse qualche defezione nella maggioranza, ancorché legittima, salterebbero tutti gli schemi e andrebbero riviste tutte le strategie. Nel breve e nel medio tempo. Anche facendo ricorso ad ulteriori aperture alle opposizioni.
Mastrangeli non si farà dettare la linea
Terzo. Mastrangeli non potrà dare seguito integrale tout court a tutti i “suggerimenti” di Tagliaferri. Sia di natura amministrativa, che politica nel rivedere gli assetti di Giunta. Significherebbe farsi dettare la linea di governo da altri. E questo non è pensabile. Per nessuno. Se cambi di assessori ci saranno, tenendo anche ovviamente conto dei nuovi equilibri in Aula, profondamente diversi rispetto al 2022, dovranno essere concordati e ratificati. Non solo con i gruppi consiliari ma anche con i responsabili dei Partiti e delle civiche.
Servirà il sigillo notarile con tanto di ceralacca. Nessuno potrà pensare di svegliarsi tra qualche tempo e rivendicare qualcosa. L’amministrazione Mastrangeli è a metà consiliatura, la eventuale nuovo squadra di governo dovrà arrivare fino al 2027. Di slancio. E con risultati tangibili da rivendere in campagna elettorale. Impossibile sbagliare i giocatori.
Ecco perché ogni mossa, ogni iniziativa, anche ogni eventuale intervento sull’esecutivo verrà prima studiato e pesato dal Sindaco con grande attenzione e riflessione. Sa bene che quando si cominciano a sostituire gli assessori, si sa dove si comincia, ma non si sa mai come e dove si va a finire.
Cambi in giunta? Saranno studiati e pesati
Da ultimo, Mastrangeli ha capito che le “minacce” di dimissioni, singole o di massa, o di presentazioni di improbabili mozioni di sfiducia lasciano veramente il tempo che trovano. Pura accademia.
A casa prima del tempo non ci vuole andare nessuno. Basta vedere quello che è accaduto, o meglio non è accaduto, con l’ingresso in maggioranza della civica che fa capo al leader Gianfranco Pizzutelli. Nei confronti della quale erano stati eretti muri assolutamente invalicabili, da qualcuno nel centro destra.
Una volta constatato che i due consiglieri di Pizzutelli (ex opposizione), Francesca Campagiorni e Claudio Caparrelli sono fondamentali ai fini della garanzia del numero dei consiglieri di maggioranza in aula, nessuno ha detto una sola parola.
La ragion di stato, il prosieguo della consiliatura, prevale sempre su tutto. E su tutti. Primum vivere deinde philosophari.