Cinquanta minuti e poi il rinvio: Frosinone infiamma la Direzione Pd

La Direzione Regionale del Partito Democratico del Lazio ha discusso online la situazione dei Congressi. La discussione si è accesa sulla Federazione di Frosinone. Scambi di accuse. Ed il rinvio di 24 ore per emendare il regolamento per i Congressi

Divisi, senza coltello tra i denti ma con lo Statuto in mano: la Direzione Regionale del Partito Democratico del Lazio si è riunita ‘on line’. E dopo 50 minuti di discussione ha deciso di aggiornarsi a domani. Non è stato un modo di calciare il pallone in tribuna: l’ipotesi di soluzione c’è. Ma il vero punto di divisione resta ancora una volta la situazione della Federazione di Frosinone.

il Congresso che doveva rinnovare il gruppo dirigente è finito insabbiato nelle paludi: il Segretario provinciale uscente Luca Fantini ha esaurito il proprio mandato, la Commissione Congresso che ne ha assorbito le funzioni si è dimessa, non c’è – in questo momento – un rappresentante legittimo del Pd provinciale. E le soluzioni proposte oggi dalla Direzione rischiano di accendere un nuovo incendio, stavolta di dimensione Regionale.

La Direzione

Francesco De Angelis

Nel suo intervento il Segretario regionale Daniele Leodori ha proposto una bozza di regolamento sulla base del quale tenere i prossimi congressi di Federazione. Sono in scadenza la Provincia di Roma e quella di Rieti. Inoltre, il Segretario propone di anticipare il Congresso provinciale di Latina. Una soluzione di equilibrio che potrebbe convenire sia alla sua componente AreaDem e sia a quella contrapposta Rete Democratica. (Leggi qu perché: Pd, Leodori prepara la strada per i Congressi).

Su questi punti la discussione c’è stata ma è stata blanda, senza grossi assalti. Il vero problema è la situazione di Frosinone. Perché quel Regolamento non si applicherà alla Federazione di Frosinone: lì la matassa dovrà essere sbrogliata dal Commissario ad acta che verrà indicato dal Nazionale.

Nessuno finora ha detto che debba essere nominato un Commissario: ma tutti lo danno per scontato. Proprio per il fatto che in assenza di un qualunque quadro legittimato, solo un Commissario potrà rimettere in moto l’iter congressuale. Ne sono convinti dalle file di AreaDem (lo stesso Segretario Daniele Leodori ed il presidente Pd del Lazio Francesco De Angelis), di Rete Democratica (Claudio Mancini e Sara Battisti) e tutto sommato anche da Energia Popolare (Antonio Pompeo).

Lo scambio di battute

Antonio Pompeo

Il confronto dura poco meno di un’ora. On line non s’è collegato Luca Fantini, il Segretario Provinciale di Frosinone giunto a fine mandato. Non ha acceso la connessione perché, a norma di Statuto, ritiene di non avere alcuna legittimità a partecipare. È nel limbo.

Daniele Leodori spiega la ratio di questo Regolamento. C’è uno scambio di battute con Rete Democratica, che nella sostanza gli dice “Danie’, ci hai convocato per discutere un Regolamento ma poi questo testo non ce lo fai vedere. Dove sta?. Si scopre così che nella mail di convocazione mancava il Regolamento in allegato. Il Segretario è uno che pensa in modo concreto e dice: “Ragazzi, se qualcuno non lo ha ricevuto mica vorrete farmi credere che non ve lo siete passati tra di voi?”.

E qui inizia l’atto d’ccusa di Antonio Pompeo, che di Energia Popolare è il coordinatore regionale: “Danie’ ma io che ne so se il testo che mi hanno mandato è quello originale o no? Che ne so se qualcuno ci ha annotato i suoi emendamenti?”. Poi i niet: per Pompeo non se ne parla proprio di saltare il secondo grado di giudizio per le Federazioni commissariate. Lo dice con chiarezza: non si può fare, sarebbe un trappolone per Frosinone. Perché?

Il rinvio di 24 ore

Sara Battisti

Il 23 dicembre scorso a Frosinone è saltato tutto. Mezza Commissione Congresso (Rete Democratica ed Energia Popolare) s’è alzata e si è dimessa, denunciando brogli sul tesseramento, tali da alterare la base degli elettori per il Congresso. Sono partiti i ricorsi e li ha esaminati la Commissione di Garanzia del Lazio: ha riconosciuto che quel tesseramento era viziato. Lo ha dichiarato valido ai fini dell’iscrizione al Partito e non valido poer andare a votare il Segretario provinciale. Decisione appellata al Nazionale. Ma se passasse il principio proposto ora con il regolamento, il Nazionale verrebbe spogliato del compito e tutto passerebbe ad un Commissario.

Per Antonio Pompeo non si può fare a norma di Statuto. E poi chi nomina il Commissario e con quali limiti? Leodori fa notare che un commissario è un commissario e quindi potrebbe andare in direzione diversa dalla decisione presa dalla Commissione di Garanzia. Pompeo ribatte che non si può andare contro un deliberato preso dai Garanti, solo la Commissione Nazionale di garanzia è legittimata.

E poi solleva un’altra questione: avete chiesto il parere obbligatorio della Commissione Regionale di Garanzia sulla proposta di regolamento che ci proponete? Nessuno risponde.

Pronti al ricorso

Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica

Si decide di rinviare alle ore 16 di martedì. Fino alle 10 del mattino c’è la possibilità di presentare emendamenti al Regolamento e poi domani pomeriggio si esaminano. Ventiquattrore per stemperare e decantare. Intanto Sara Battisti s’è ritirata in clausura per preparare una serie di emendamenti, Antonio Pompeo altrettanto, Francesco De Angelis evita di alzare i toni anzi cerca di raffreddarli.

La realtà è che si andrà ad uno scontro muscolare. Per evitarlo sarebbe bastato convocare una riunione dei capi corrente e preparare il terreno intorno ad un tavolo con 8 o 9 persone. Non farlo significa voler andare avanti ciascuno per la propria strada, convinti di avere la forza per farlo.

L’ipotesi di un ulteriore ricorso è tra quelle che in queste ore viene ponderata. Domani Daniele Leodori sa benissimo di dover maneggiare una cassa di nitroglicerina politica: l’abilità sarà quella di riucire a non farla esplodere. A prescindere dai risultati.