Cisterna e la sfida della integrazione, Innamorato: “Impariamo dal passato”

La cittadina lepina è tra i comuni pontini con maggiore presenza di immigrati. L'integrazione è un'urgenza per garantire i diritti di tutti ma lo stesso sviluppo economico. La vice sindaco rivela la ricetta per favorire in maniera virtuosa un processo irreversibile. Parola d'ordine: riscatto. "Non dobbiamo solo accogliere altrimenti imiteremo il modello francese dove l'inclusione è diventata esclusione"

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Cisterna è uno dei Comuni della provincia di Latina con maggiore presenza di immigrati, le politiche di integrazione sono una urgenza per garantire i diritti di tutti ma lo stesso sviluppo economico. Ha una agricoltura altamente specializzata nella frutta: è la capitale del kiwi. Una presenza industriale importante e anche questa capace di forti innovazioni. Il tutto assorbe tanta manodopera straniera a cui si somma la residenzialità rispetto a quanti lavorano nell’area di Roma.

Uno spaccato sociale interessante e difficile

L’impegno del vice sindaco

Maria Innamorato

Il vicesindaco, Maria Innamorato, esponente del Partito Democratico, cerca di incardinare il fenomeno dentro la storia della città. Una città che ha accolto i bonificatori, poi tutti i flussi migratori dagli italiani di Libia fino alle comunità asiatiche di oggi. Un contributo al dibattito sulle politiche della integrazione in uno dei comuni a maggiore presenza di cittadini stranieri dell’area pontina.

Considerazioni fuori dai luoghi comuni tra buonismo e rifiuto su un fenomeno complesso dalle radici lontane. Ogni tempo presenta problemi nuovi inediti, la storia testimonia e non insegna. “Parliamo – spiega la Innamorato – di un processo irreversibile e non certo mai visto: gli arabi dicono “solo le montagne sono destinate a non vedersi”. “Gli uomini – continua –  si incontrano, vivono insieme e si spostano: infatti ci sono  anche altri elementi oltre alla tragica fotografia del presente.

Una storia di riscatto

Maria Innamorato

Il vice sindaco aggiunge: “Davanti alle nostre scuole – spiega la Innamorato –  oggi ci sono tanti ragazzi con i genitori dell’ est Europa, dell’India, di paesi che consideravano esotici che magari avevano conosciuto nei racconti di Salgari, che studiano che saranno i nostri dirigenti e tecnici di domani. Questa nostra terra è terra di caporalato, da sempre una piaga che ha segnato la nostra storia: penso alle donne lepine che hanno “mangiato pane e pane” per dirla alla Mario Merola, per far studiare i loro figli che oggi sono classe dirigente delle nostre comunità”.

Maria Innamorato insiste sul concetto di riscatto, la chiave per un’integrazione virtuosa. “Questo è una storia di riscatto che la sinistra pontina può rivendicare con orgoglio. Ecco io voglio aggiungere alle considerazioni che abbiamo fatto, senza negarne alcuna, sul percorso del “riscatto” che è in atto. Perché oggi i figli degli immigrati stidiano e riempiono le aule delle nostre scuole.

A Cisterna una rete sociale di grande potenzialità

L’integrazione deve iniziare nelle scuole

“Farlo per me – conclude il vicesindaco –  è dovere da donna di sinistra, da amministratore, perché dobbiamo essere in grado di aiutare questo processo, di favorirlo, di comprenderlo. A Cisterna c’è una rete sociale dalle grandi potenzialità, la sinistra ha nel suo DNA la lettura dei fenomeni ma poi deve trovare le risposte ai fenomeni

Un messaggio di speranza ma anche un appello accorato. “Turati diceva “il riscatto del lavoro dei suoi figli opra sarà”. Noi siamo gli eredi di questo riformismo, dobbiamo accogliere certamente ma dobbiamo anche “riscattare” altrimenti siamo a imitare il modello francese dove l’inclusione è diventata esclusione. Dobbiamo agire nei percorsi, nelle scuole, nella cultura . Lo abbiamo fatto, lo possiamo fare”.