Codice-Pompeo, l’ex sindaco accende il Consiglio comunale sul consuntivo

A Ferentino il leader della corrente del PD "Energia Popolare" molto critico con l'amministrazione che si appresta ad approvare il documento contabile durante la prossima assise. "Nessuno sconto, daremo battaglia. Maggioranza priva di progettualità", ha detto l'esponente della minoranza

Emiliano Papillo

Ipsa sua melior fama

Toni fermi ma propositivi. Dopo due mandati alla guida di Ferentino e dieci anni da presidente della Provincia di Frosinone, Antonio Pompeo in vista dell’approvazione del Bilancio comunale non rinuncia a dire la sua. Lo fa, dice, “non da professore”, ma da chi ha ancora a cuore il futuro di Ferentino.

C’è una cosa ad urtarlo. «Mi hanno accusato per anni di aver lasciato debiti e casse vuote – afferma Pompeo – ma oggi, con una delibera di giunta, si certifica un avanzo di amministrazione per il 2024 pari a 2,5 milioni di euro». Non ha lasciato buchi, ha lasciato soldi in cassa. L’avanzo «l’anno scorso era di 1,7 milioni. Chiedo: dove sono finiti quei soldi? Non si vedono opere nuove, solo progetti avviati dalla nostra amministrazione. Nessun segnale di sviluppo o visione».

Rispetto ma non condivido

Il consiglio comunale di Ferentino

Aspetta al varco l’amministrazione del suo successore Piergianni Fiorletta. non vede una prospettiva per la città: solo ordinaria amministrazione. Tocca i punti chiave del governo della città: tassazione, centro storico, servizi, partecipazione.

Su un punto è chiaro: «La mia idea di città è diversa. Rispetto le scelte dell’attuale maggioranza ma non le condivido. Se posso dare un consiglio: Ferentino ha bisogno di vedere impostato un bilancio sociale, non basta il classico bilancio consuntivo e soprattutto quello preventivo».

Cosa intende per Bilancio Sociale?

«Oltre alle cifre ci sono le persone. Anzi, ci sono prima le persone e poi i numeri. Per questo suggerisco di impostare un bilancio che parta dai bisogni sociali dei cittadini. Che metta al centro la riduzione delle tasse, il rilancio del centro storico, il commercio, i servizi sociali. Serve una strategia che guardi alle persone, non solo ai numeri».

Lei nei suoi anni da sindaco perché non lo ha fatto?
Uno scorcio del centro storico di Ferentino

«Io e le mie amministrazioni lo abbiamo fatto eccome. E per onestà intellettuale va detto che in quelle amministrazioni c’era un larga parte dell’attuale maggioranza. Abbiamo garantito sostegni a nuove e vecchie attività commerciali del centro, aiuti economici alle giovani coppie che decidono di andarci a vivere, una maggiore attenzione alle scuole ora relegate in secondo piano. Serve una seria politica fiscale: lo scuolabus, la mensa scolastica e la Tari sono aumentati. Bisogna alleggerire il carico sulle famiglie».

Ferentino ha un nodo irrisolto, tema di ogni campagna elettorale: la coesione tra centro e periferia.

«Capisco che non si possa fare tutto e subito. Però bastava proseguire sul solco che noi avevamo tracciato. Invece alcune zone sono state dimenticate, mancano manutenzione, arredo urbano e servizi. Noi abbiamo cercato di non lasciare indietro nessuno, creando spazi di aggregazione. Avevamo proposto un centro giovanile al Vascello, ma è stato bocciato».

Che fine ha fatto il progetto per la stazione in linea del Treno ad Alta Velocità?
Il rendering della stazione Tav di Ferentino

«Il ferro si batte quando è caldo. Se passano le stagioni, cambiano gli uomini, tutto rischia di diventare più difficile. Come per il progetto della stazione Tav. Per noi è un’opera fondamentale per rilanciare il territorio. Mi dispiace dirlo ma tutto si è fermato: due anni persi. C’è stato un sussulto quando l’onorevole Nicola Ottaviani sembrava che fosse riuscito ad ottenere un milione per lo studio di fattibilità, s’è riunito un Consiglio aperto. Ma poi? Nulla».

Cosa avrebbero dovuto fare?

«Chi è stato sollecitato a Ferrovie? Chi è andato in Regione a bussare? Mi sembra che in maggioranza ci sia anche una rappresentanza del ministro dei Trasporti Matteo Salvini al quale una parte politica di questo territorio parla abitualmente. Come mai della stazione Tav a Ferentino nessuno gli ha parlato?».

Lei dice che questa amministrazione si è disconnessa dai cittadini.
Antonio Pompeo in consiglio

«Sappiamo benissimo che questa amministrazione, per sua indole, è fatta da persone per bene ma che hanno una visione che guarda fino alle mura della città. Credo che serva una visione: ampia. Mi permetto di ricordare che fino a poco tempo fa Ferentino faceva sentire la sua voce all’Upi ed aveva messo a punto un progetto di riforma delle province italiane. Se non fosse caduto il governo Draghi sarebbe stata votata».

Ai cittadini interessa?

«Non serve ma aiuta, sapere che la propria città ha un ruolo nazionale. Serve una connessione vera tra amministrazione e persone. Va ricostruita la fiducia, la partecipazione. Con tutto il rispetto: l’attuale maggioranza non riesce a far valere il suo peso politico. Eppure hanno la filiera di centrodestra al Governo, in Regione e in Provincia. Nonostante questo, i finanziamenti latitano. Noi, negli ultimi tre anni, ne abbiamo portati 17,6 milioni, molti ministeriali. I numeri parlano chiaro».

In Consiglio cosa fara?

«Da mesi mi sto concentrando sul mio ruolo di coordinatore regionale di Energia Popolare, la nuova componente del Pd. Non ho intenzione di fare opposizione per distruggere. Ma se vedo errori, li segnalo. Ferentino merita di più di uno scontro tra fazioni: serve visione, competenza e coraggio».