
Il successo del centrosinistra a Ceccano riapre il dibattito sull'importanza dell'unità della coalizione. Antonio Pompeo, coordinatore regionale della componente Pd Energia Popolare punta il dito contro le coalizioni anomale fatte da centrodestra e centrosinistra con la scusa del civismo
I dati usciti dalle urne da mettere in fila sono due. Il primo è quello arrivato da Ceccano con la vittoria di Andrea Querqui alla testa di un rinnovato Campo Largo. Il secondo è quello arrivato da Fonte Nuova alle porte di Roma, quasi 33mila abitanti: la vittoria schiacciante del Centrodestra unito che mette fine ad un’esperienza di governo nella quale Fratelli d’Italia ha avuto il sostegno di una parte del Partito Democratico.
Due risultati che riaprono il dibattito sulle coalizioni anomale che nascono nei Comuni. Come a Sora, a Veroli, a Ferentino: pezzi autorevoli di centrosinistra e centrodestra governano insieme. Una situazione che fa bollire il sangue ad Antonio Pompeo, due volte sindaco di Ferentino e due volte Presidente della Provincia di Frosinone, oggi coordinatore regionale della componente Pd Energia Popolare.
Lo ha detto con ruvida chiarezza lunedì durante la Diretta Elettorale di Teleuniverso. Con un chiaro riferimento proprio a Ferentino.
D: Presidente Pompeo, i risultati di Ceccano e Fonte Nuova riaccendono i riflettori sulle cosiddette “coalizioni anomale”. Lei ha usato parole forti in diretta televisiva. Cosa non va in queste alleanze ibride?

A: Non si può continuare a mischiare tutto, solo per occupare una poltrona. Il centrosinistra deve tornare a fare il centrosinistra. Punto. Se iniziamo a confondere ruoli e valori, i cittadini ci puniscono, come si è visto chiaramente a Fonte Nuova. Ci sono diverse realtà che stanno commettendo questo stesso errore nel Lazio e molte, mi dispiace dirlo, sono nella mia provincia. Non posso restare in silenzio mentre si costruiscono alchimie che snaturano la nostra identità.
D: Però in alcuni casi queste alleanze portano a governabilità. Non conta di più il risultato amministrativo?
A: Certo che conta il buon governo, ma a patto che sia coerente con il mandato politico. Se governare significa rinunciare ai nostri principi per stare dentro un sistema indistinto, allora non è più politica: è gestione del potere fine a se stessa. Il nostro campo va ricostruito con coraggio, partendo dalle persone, dai territori, da una visione chiara. Non con accordi al ribasso.
D: A Ceccano, invece, ha vinto un Campo Largo rinnovato. Un segnale positivo?

A: Ceccano dimostra che quando c’è chiarezza, quando c’è una proposta credibile e radicata nei valori del centrosinistra, gli elettori rispondono. Non abbiamo bisogno di inciuci, ma di alleanze vere, trasparenti, in grado di parlare al Paese reale. Energia Popolare nasce proprio per questo: ricostruire, non rattoppare.
D: Lei teme che Ferentino diventi un altro esempio di “coalizione anomala”?
A: Non lo temo. Lo sto già vedendo. E lo dico con dolore, ma anche con fermezza: Ferentino merita coerenza, non compromessi al buio. Se il Partito Democratico vuole tornare a essere credibile, deve avere il coraggio di scegliere da che parte stare. Io l’ho fatto, e continuerò a farlo.