Congresso Pd nel caos, si dimette anche Tanzilli. Cosa succede ora

Anche il presidente della Commissione Congresso Tanzilli si dimette. Il Pd rischia il caos. Cosa c'è dietro. Cosa accade adesso. Il lodo Germani. Le possibili vie d'uscita

La mail è stata spedita all’alba. Destinatario: la Segreteria del Partito Democratico del Lazio. Mittente: Alberto Tanzilli, il presidente della Commissione di Garanzia Pd del Lazio ‘distaccato‘ temporaneamente a Frosinone per guidare il Partito verso il Congresso provinciale. Oggetto: le dimissioni da quell’organo che doveva essere di garanzia che per alcuni non lo è più.

Il Congresso Provinciale a questo punto è in bilico. Perché è venuta meno oltre la metà della Commissione che doveva gestirlo disinnescandone problemi e tensioni. Infatti, nelle ore precedenti alla mail inviata da Alberto Tanzilli ce n’era stata un’altra: dimissioni pure quelle, formalizzate dai cinque componenti che rappresentano Base Riformista (gli ex renziani di Antonio Pompeo) e Rete Democratica (i manciniani di Sara Battisti e Luca Fantini). (Leggi qui: Il Congresso dei veleni: in 5 si dimettono. Silenzio sull’altro fronte).

Questione di tessere

La questione è semplice. Il Congresso è una conta. Nella quale già si sa chi verrà eletto. È un po’ come l’elezione del Presidente degli Stati Uniti d’America: formalmente viene eletto il giorno in cui si riunisce il Collegio dei Grandi Elettori, in realtà il nome del Presidente si conosce già quando i cittadini designano i Grandi Elettori. Perché voteranno il candidato in nome del quali sono stati eletti. Al Congresso del Pd funziona allo stesso modo: i Circoli fanno le tessere, i tesserati vanno a votare: se governo il tesseramento so già chi sarà Segretario.

Il Pd provinciale si è diviso in due blocchi. Quello che sta con Francesco De Angelis (Area Dem, alleato con il gruppo che fa riferimento ad Elly Schlein) e quello che sta con Sara Battisti (Rete Democratica, alleata con il gruppo di Base Riformista che fa riferimento all’ex presidente della Provincia Antonio Pompeo). Il primo propone come Segretario Achille Migliorelli, già leader del movimento universitario Primavera Studentesca. Il secondo propone un secondo mandato per Luca Fantini, eletto quattro anni fa quando De Angelis e Battisti erano alleati.

Andrea Ferro

I due blocchi si erano affrontati il mese scorso per la composizione della Commissione. Il corpo a corpo c’è stato il 23 dicembre quando c’è stata la prima ricognizione sul tesseramento. Sono scattate le accuse di scorrettezze e parzialità che hanno coinvolto il Responsabile Tesseramento del Lazio Andrea Ferro. L’area che sostiene Fantini ha presentato due ricorsi. E non ricevendo risposta ha rassegnato le dimissioni denunciando l’assegnazione delle tessere. Sono andati via Massimo Lulli e Carlo Di Santo (espressione di Antonio Pompeo), Giampiero Di Cosimo, Maria Rita Cinque, Alberto Festa (espressione di Sara Battisti). Seguiti a stretto giro da quelle del presidente di Commissione.

La mail

Alberto Tanzilli

Nella mail di dimissioni, Alberto Tanzilli scrive che “essendo venuti meno i presupposti politici ed organizzativi alla base della mia nomina (…) restituisco ai competenti organi Pd i poteri relativi e le prerogative”.

Il presidente dimissionario è tra due fuochi. Se conferma di avere assistito alle ‘scorrettezze‘ denunciate dal fronte Fantini deve procedere contro i vertici regionali del Partito di cui fa parte. Se non le conferma deve andare avanti. Le dimissioni come conseguenza della rinuncia fatta da metà della Commissione gli consentono di uscirne.

Ora si pongono una serie di problemi procedurali. La Commissione Congresso non ha un presidente ed è più che dimezzata: logica vorrebbe che fosse decaduta. Ci sono i due ricorsi presentati il 23 dicembre: ad esaminarli dovrebbe essere la Commissione regionale di Garanzia che è presieduta proprio da Tanzilli; logica vorrebbe che se ne astenesse essendo stato anche presidente della Commissione Congresso di Frosinone. Il tesseramento va avanti fino al 31 dicembre ma manca proprio l’organo che deve certificarne la regolarità.

Di più ancora. A questo punto manca chi governi la Federazione Pd. Perché il Segretario uscente ha esaurito il suo mandato ed i poteri erano passati alla Commissione che adesso non c’è più.

Il Lodo Germani

Luigi Germani (Foto © IchnusaPapers)

Da sabato pomeriggio intanto è partita una missione esplorativa per iniziativa di Gino Germani, sindaco di Arce e storico esponente del Pd. Insieme ad un gruppo di sindaci vuole mettere a punto un documento con il quale chiedere di superare questa fase di contrapposizione. “Perché – spiega – qualunque sia il risultato del Congresso, ci restituirà un Partito spaccato. E poco conta se una parte avrà il 51% o il 55% mentre l’altra il 49% o il 45%: sarà un Partito diviso, debole, poco credibile di fronte agli elettori”. Le dimissioni di Tanzilli hanno accelerato i tempi.

Le vie d’uscita possono essere più di una. Quella che restituirebbe serenità all’area Battisti – Pompeo – Fantini sarebbe la nomina di un Commissario inviato dal Pd Nazionale.

Bruno Astorre (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

Il compianto Bruno Astorre, Segretario Pd del Lazio scomparso lo scorso anno, sarebbe stato più pragmatico: avrebbe chiuso in una stanza nei castelli Romani i tre protagonisti del confronto. Ed avrebbe riaperto la serratura solo dopo che gli avessero passato da sotto la porta un accordo firmato con il sangue. Non è escluso che il suo successore Daniele Leodori non possa fare lo stesso.