Sale a 27 il numero dei ricorsi contro il tasseramento che dovrebbe portare al Congresso Provinciale Pd. Ma resta da capire chi li deve esaminare se la Commissione Congresso è decaduta.
Due. Più venticinque. A tanto è salito il numero dei ricorsi presentati contro il tesseramento che dovrebbe essere la base del prossimo Congresso provinciale del Partito Democratico di Frosinone. È quello chiamato a scegliere il successore di Luca fantini che è giunto al termine del suo mandato.
Ai due ricorsi della prima ora, presentati già la sera del 23 dicembre scorso, se ne sono aggiunti ora altri 25 inoltrati alla Commissione di Garanzia da altrettanti Circoli Dem. E tutti sostengono la stessa cosa: che è irregolare la distribuzione delle tessere fatta la sera del 23 dal Responsabile Regionale del tesseramento Pd Andrea Ferro. Tutti i ricorsi chiedono di annullare le tessere fatte dopo quella data. Al limite, di riaprire la seconda fase del tesseramento ma sulla base delle regole e delle garanzie. (leggi qui: Pd, Battisti e Pompeo varano il “Documento dei 60”).
Il grande caos
Ma quei ricorsi rischiano di innescare un grande caos. Perché non c’è chi li dovrebbe esaminare. Nei giorni scorsi si sono dimessi 5 degli 11 componenti della Commissione Congresso, cioè l’organo che ha il compito di esaminare i ricorsi, appianare le discussioni, fornire i chiarimenti agli eventuali dubbi lungo la strada del Congresso Provinciale; si sono dimessi dopo avere presentato i primi 2 ricorsi, denunciando le irregolarità.
A stretto giro si è dimesso il presidente della Commissione, Alberto Tanzilli che è anche presidente della Commissione di Garanzia del Lazio: lo ha fatto sostenendo che con mezza Commissione non poteva garantire l’equilibrio. Il che ha portato ad un vuoto di 6 consiglieri su 11. (Leggi qui: Congresso Pd nel caos, si dimette anche Tanzilli. Cosa succede ora. E prima leggi : Il Congresso dei veleni: in 5 si dimettono. Silenzio sull’altro fronte).
Chi deve esaminare i ricorsi? La Commissione di Garanzia Regionale. C’è qualche problema legato al fatto che il presidente Tanzilli sia lo stesso presidente Tanzilli che guidava la Commissione Congresso a Frosinone? In teoria no: perché Alberto Tanzilli garante regionale non è chiamato a giudicare su un suo atto assunto a Frosinone ma semmai su un atto che a Frosinone è stato compiuto da Andrea Ferro.
Prima le tessere poi i ricorsi
La posizione del Segretario Regionale Daniele Leodori è nota. Per lui a Frosinone il Congresso provinciale si deve fare e deve esserci una conta certosina. Ma non per alimentare uno scontro all’ultimo sangue né per determinare un vincitore ed uno sconfitto. Bensì per poter poi costruire un equilibrio solido e duraturo basato sui numeri reali delle tessere fatte da ciascuna area. (Leggi qui: Cosa c’è dietro al silenzio di Daniele Leodori).
Ma per arrivare alla conta bisogna prima fare il tesseramento. Per questo il 31 dicembre ha inviato una mail a tutti i Segretari, fissando ai giorni 7 ed 8 gennaio (dalle ore 17 alle ore 20) le date per la restituzione delle tessere compilate insieme a tutta la documentazione e le ricevute di pagamento. A supervisionare la restituzione ci saranno il Tesoriere provinciale Vittorio Save Sardaro ed il tesoriere Pd del Lazio Emiliano Pittueo.
Ed i ricorsi? Sono buone tutte le tessere? Sembra che la procedura da seguire sia: 1) raccolta delle tessere compilate. 2) Validazione delle tessere. 3) Compilazione degli elenchi degli aventi diritto al voto congressuale. 4) Esame dei ricorsi. 5) Aggiornamento degli elenchi elettorali sulla base dei ricorsi.
I rumors
Nelle ultime ore si sono succedute voci incontrollate. Una di queste voleva che Antonio Pompeo avesse dato istruzione ai suoi di non restituire le tessere, boicottando così il Congresso. “È falso. Una cosa totalmente inventata. Restituiremo tutte le tessere ed attenderemo l’esito dei ricorsi” assicura Pompeo.
Altra voce vuole che nonostante i termini siano scaduti il 31 dicembre ci sia ancora chi sta tesserando nuovi iscritti. “Lo hanno detto anche a me e risulta anche a me” conclude Pompeo.