Il Consiglio comunale di Cassino ridimensiona il caso della 'feccia' lanciato a fine anno dal sindaco. "Non ho ipotizzato reati. Solo opinioni politiche". Lo show di Evangelista. Che alla fine non si dimette. E non vota nemmeno la sua mozione. Le schermaglie con Abbruzzese
Non è un politico che ama leggere il compitino. Enzo Salera preferisce, spesso, parlare a braccio. Lo ha fatto anche in occasione della relazione di fine anno lo scorso 31 dicembre. Lo fa ogni qualvolta interviene in Consiglio comunale. Anche quando ha acceso la miccia e incendiato l’Aula parlando del “caso feccia”. Era il 21 dicembre, ultimo Consiglio del 2020: quel giorno il sindaco ha sollevato gravi sospetti. Troppo gravi per restare sotto silenzio. Ha lasciato intravedere le ombre di gruppi di potere, mani che cercavano di condizionare. Così, ieri, in Consiglio comunale, il capogruppo della Lega Franco Evangelista gli ha chiesto conto di quelle dichiarazioni. E questa volta il sindaco non ha parlato a braccio. Ha letto una relazione. Con un lessico giuridico che gli è stato scritto da un legale. (Leggi qui il precedente: Salera pirotecnico: ci mette la faccia e bastona la ‘feccia’).
La feccia non c’è più
Ha spiegato il primo cittadino: “Nel corso del Consiglio comunale dello scorso 21 dicembre il sottoscritto non ha ipotizzato la commissione di alcuno dei reati perseguibili dal codice penale. Non ha cioè formulato la tenuta ad opera di alcun componente del Consiglio comunale di alcun comportamento penalmente rilevante ma si è limitato ad un intervento nel corso del quale ha espresso opinioni di natura esclusivamente politica”.
Stop per un attimo al film sul Consiglio. Carichiamo quello del 21 dicembre. Il sindaco in quell’occasione ha parlato di “omminicchi (…) che avvicinano dei consiglieri di maggioranza per convincerli a creare un gruppo autonomo per mettere sotto scacco il sindaco e l’amministrazione. Per metterli sotto ricatto affinché, per esempio, una società che si occupa di efficientamento energetico venga imposta a questa amministrazione. O per cercare di mettere mano sugli appalti».
Torniamo alla proiezione delle ore scorse. Enzo salera ha continuato la lettura del testo. “Per ciò che concerne gli estremi della denuncia-querela presentata presso la procura della Repubblica di Cassino o altra sede istituzionalmente preposta è indiscutibile che le attività di sindacato ispettivo che competono ad ogni consigliere comunale siano subvalenti rispetto al segreto investigativo che connota l’attività della magistratura inquirente e delle forze di polizia che da essa dipendono funzionalmente. Infatti non solo il segreto investigativo tutela le attività degli organi suddetti, ma è anche evidentemente strumentale ad assicurare al contempo l’efficacia e l’effettività del controllo di legalità che spetta, per l’appunto, alla magistratura inquirente”.
Ma che significa? Tradotto dal lessico legale a quello politico: il Comune si è attivato per far luce su alcune questioni poco chiare che si sono verificate nel corso dei primo 18 mesi di consiliatura. Chi deve sapere, sa. Se ci sono reati lo accerteranno. Il giudizio del 21 dicembre era di natura politica.
Il cambio in Giunta
L’assise di ieri si è aperta con le comunicazioni del sindaco che ha ringraziato l’assessore Chiara Delli Colli per il lavoro svolto durante questo anno e mezzo e ha dato il benvenuto in giunta ad Arianna Volante.
“Non posso non congratularmi con Arianna Volante, soprattutto perchè è di Sant’Angelo” è prontamente intervenuto Franco Evangelista, vero mattatore dell’assise. Arianna Volante, già consigliere del Pd, per entrare in Giunta ha dovuto rinunciare al seggio da Consigliere. Al suo posto è entrato Sergio Marandola, primo dei non eletti. Ha fatto il suo debutto in assise ed è stato accolto calorosamente in particolar modo da Giuseppe Golini Petrarcone e Bruno Galasso.
Interrogazioni a go go
Quindi si è entrati nel vivo ma sono stati ritirati 3 punti all’ordine del giorno. Sono quelli inerenti le aliquote Irpef ed altri elementi contabili, rinviati alla prossima assise. Al netto di qualche regolamento, per il resto è stato un Consiglio all’insegna delle interrogazioni.
Un’altra che ha fatto molto discutere, oltre quella della “feccia”, è stata quella relativa alla Manutenzione. Firmatario sempre Franco Evangelista. Con una chiara provocazione ha chiesto al sindaco se l’assessore con apposita delega abbia presentato le dimissioni senza che l’assise ne fosse stata informata. Un modo per accusare l’amministrazione di avere scarsa cura per la masanutenzione della città. (Leggi qui Il tallone di Enzo si chiama Emiliano, e Franco lo sa).
“Caro capogruppo della Lega, poteva davvero risparmiarsi questa ironia di bassa lega” la risposta del primo cittadino. Ed anche Emiliano Venturi, delegato al ramo, non ha affatto colto l’ironia: ha risposto a brutto muso all’assessore: “Io sono un libero professionista, sottraggo tempo al mio lavoro per dedicarmi all’attività politica. Posso sbagliare, certamente avrò sbagliato, anzi. Accetto tutte le critiche. Non accetto, però, che mi si manchi di rispetto, consigliere Evangelista. Non glielo consento”.
Il goal a porta vuota
Il capogruppo della Lega incassa ma va avanti ad oltranza con un’altra serie di argomentazioni, interrogazioni e mozioni. Il presidente del Consiglio Barbara Di Rollo lo invita a non dilungarsi perchè a norma di regolamento le interrogazioni non possono andare oltre i 90 minuti. Ma involontariamente gli serve un assist da favola. Franco Evangelista insacca a porta vuota. “Non c’è problema, possiamo anche terminare, presidente. Significa che ce ne andiamo tutti a casa visto che non ci sono punti presentati dalla maggioranza. Tre ne avevate presentati e li avete anche ritirati”.
In realtà la maggioranza ha presentato una serie di regolamenti ed è riuscita ad ottenere il via libera: uno riguarda la consulta dei disabili e un altro le aree verdi. Poi, probabilmente per la prima volta nella storia del Consiglio, una mozione è stata respinta all’unanimità. Nel senso che non l’ha votata neanche il consigliere che l’aveva presentata: neanche a dirlo, il leghista Evangelista. Chiedeva un regolamento per i beni confiscati. Gli è stato spiegato che l’argomento deve essere discusso prima in commissione e poi in assise. Evangelista non ha fatto una piega ed ha votato contro anche lui.
Le idee per lo sviluppo
Mario Abbruzzese ha presentato una sola interrogazione: ha chiesto al sindaco quali sono le idee di sviluppo per il Lazio Meridionale. Ha provato come sempre a volare alto. Ha parlato dei fondi del Recovery e dell’arrivo di Draghi. Della fusione di Fca e Psa e delle grandi opere. Ha invitato il sindaco a far ripartire la commissione che se ne doveva occupare.
Salera replica dicendo che la maggioranza è aperta a tutti i contributi. Abbruzzese prova a dare lezioni di stile: “Sindaco, lei non deve avere paura delle opposizioni”. A quel punto Salera replica stizzito: “Capisco che lei ha astinenza da comizi, ma se ho appena detto che siamo aperti a tutti perchè dice che ho paura dell’opposizione?”.
Abbruzzese si sente punto nell’orgoglio, quando Salera lo stuzzica sull’astinenza, e perde l’aplomb istituzionale: “Sindaco, le assicuro che non sono arrapato da astinenza da comizi, li faccio tutti i giorni“.
E con questa “chicca” cala il sipario su uno dei consigli comunali più inutili e improduttivi degli ultimi mesi.
E le dimissioni di Franco?
Quello di ieri doveva essere il Consiglio Comunale della rottura. Del braccio di ferro tra il capogruppo della Lega Franco Evangelista ed il suo Partito. Aveva detto che si sarebbe dimesso dalla carica politica. E che avrebbe spiegato le ragioni nel corso di una conferenza. E invece? Niente conferenza e niente dimissioni. (Leggi qui Evangelista ‘gela’ la Lega: dimissioni da capogruppo).
Franco Evangelista decide di non andare più allo scontro diretto con i vertici della Lega. Ha capito che questa volta lo avrebbero lasciato fare e sostituito nella carica seduta stante. Glielo hanno fatto capire i vertici leghisti, intervenendo subito dopo le sue dichiarazioni dell’altro giorno. In modo eloquente: una foto in posa con il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli, il deputato Francesca Gerardi, il vice coordinatore provinciale Paola Carnevale ed il responsabile per il radicamento nel Centro Sud Francesco Zicchieri.
Quella foto gli ha lanciato un guanto di sfida. Ha detto, senza ombra di dubbio, che il Partito è unito e blindato dal livello territoriale fino a quello nazionale passando per tutti i livelli intermedi. Ed a chi non sta bene, tantoi saluti.
Il ‘plotone di esecuzione’
«Sembrava un plotone di esecuzione», ha commentato Evangelista con altri esponenti della Lega rimasti perplessi di fronte alla scelta di imbarcare nel Partito Imma Altrui affidandole la responsabilità dell’Organizzazione del circolo cittadino.
La foto è stata accompagnata da un messaggio: «Abbiamo recepito l’input del nostro leader Matteo Salvini. Ossia quello di aprire la Lega alla società civile, al mondo delle professioni, alle imprese. E a persone che possano dare nuova linfa al nostro progetto».
«Così abbiamo fatto, continuando a radicare il partito sul territorio. Pertanto rigettiamo tutte le critiche partorite in queste ore da alcuni esponenti della Lega di Cassino. I quali così facendo sconfessano le direttive del segretario nazionale. Se vogliono continuare su questa linea facessero pure, ma fuori da questo progetto politico». (Leggi qui Schiaffi sul Carroccio: si va verso la rottura a Cassino).
In pratica: caro Franco, questa è la linea del Partito, se non ti sta bene, tanti saluti.
Mai contro il Capitano
Parole che avevano scatenato l’ira di Evangelista. A caldo, aveva annunciato di voler rispondere tramite una conferenza stampa a stretto giro. Poi il dietrofront: «Abbiamo ritenuto di non fare più alcuna conferenza. Questo per non andare contro il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha sempre spiegato l’importanza del radicamento del partito. Ha più volte ribadito che i consiglieri comunali sono più importanti anche rispetto ai parlamentari».
E la conferenza di fuoco? Le dimissioni da capogruppo in dissenso con la linea dei vertici provinciali e locali? Ora cosa è cambiato?
«Si, è vero, avevo annunciato questa scelta. Poi ho riflettuto a lungo e dopo il comunicato diramato dai vertici provinciali della Lega su cos’è la democrazia. Loro mi hanno fatto capire cos’è la democrazia. E’ una cosa nobile, chiedo scusa se non ho parlato prima».
L’ironia del consigliere Franco Evangelista è lampante. In pratica, i malpancisti del Carroccio stanno dicendo al Partito che il veto non è sul nome. Il veto è sulla forma. Significa che se la neo responsabile Organizzazione della Lega doveva essere almeno presentata al gruppo consiliare ed a tutte le altre anime del Partito. Se si continua sulla linea delle imposizioni bypassando la base, i consiglieri ed i portatori di voti non ci sarà nessuna possibilità per ricucire.