
Enrico Coppotelli confermato alla guida della Cisl Lazio: un mandato all’insegna del coraggio e della partecipazione
All’unanimità, senza dubbi e senza tentennamenti. Al termine del XXIV Congresso della Cisl Lazio, nel salone del Precise House Mantegna di Roma s’è levato l’applauso: Enrico Coppotelli è stato confermato Segretario Generale regionale della Cisl. Una rielezione che non è solo la conferma di un consenso solido all’interno dell’organizzazione ma anche l’abbraccio convinto di una linea politica e sindacale con la quale in questi anni Coppotelli ha traghettato la Cisl su ruoli e posizioni che guardano al futuro, disegnano scenari con i lavori che nasceranno, dialogano con le imprese in un’ottica condivisa ma rispettosa dei ruoli e delle posizioni.
Quel voto all’unanimità è la rielezione di una leadership che in questi anni ha saputo interpretare e guidare il sindacato nel pieno di cambiamenti epocali.
Quarantacinque anni, originario di Ferentino, Enrico Coppotelli appena dieci anni fa era stato eletto alla guida della Cisl provinciale di Frosinone. Da cinaue anni è al timone della Cisl regionale.
Il valore politico della partecipazione

Non è un caso che il Congresso si sia aperto con le parole cariche di soddisfazione di Coppotelli per l’approvazione, poche ore prima in Senato, della legge sulla partecipazione: «Una proposta di legge che la Cisl, con grande fatica, è riuscita a portare avanti attraverso 400.000 firme». Il Segretario ha chiarito subito il perimetro della sua azione futura: non una mera difesa dell’esistente, ma la costruzione attiva di un nuovo patto sociale, in cui lavoratori, imprese e istituzioni condividano scelte e responsabilità.
Il titolo stesso del congresso, “Il coraggio della partecipazione”, sintetizza questa visione. Partecipazione che non è solo un concetto politico, ma uno strumento economico: serve a redistribuire la produttività, migliorare le condizioni salariali, rafforzare la coesione sociale.
«Nel Lazio – ha commentato il Segretario generale subito dopo l’elezione – possiamo dire di essere diventati un punto di riferimento fondamentale per i lavoratori e per i pensionati, così come nell’interlocuzione con le controparti siano esse datoriali che istituzionali». Guardando al futuro ha aggiunto che «Ora abbiamo il grande obiettivo di partire con una contrattazione diffusa per far sì che la partecipazione trovi finalmente la sua realizzazione nella realtà concreta. Inizieremo quindi sin da subito con una grande campagna di formazione rivolta ai nostri sindacalisti, non soltanto i delegati ma anche e soprattutto il nostro gruppo dirigente».
Crisi e opportunità del Lazio produttivo

Nella sua relazione congressuale, Coppotelli ha tracciato una mappa precisa delle sfide che il Lazio si trova ad affrontare. Al centro, il divario tra Roma – che da sola genera l’80% della ricchezza regionale – e il resto del territorio: Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, che pur esprimendo oltre 100.000 imprese e oltre il 10% del fatturato regionale, rischiano marginalizzazione senza politiche di sostegno specifiche.
Un esempio emblematico è la crisi dell’automotive: «La situazione sta per esplodere» ha avvertito Coppotelli l’altro giorno, sollecitando l’istituzione urgente di zone cuscinetto per le province confinanti con le aree Zes (Zone Economiche Speciali). Un appello chiaro alle istituzioni per un riequilibrio territoriale che non sia solo dichiarato, ma attuato.
La relazione ha affrontato con lucidità anche le nuove frontiere del lavoro. La sfida dell’intelligenza artificiale, ha detto Coppotelli, «va governata, non subita». Non basta formare nuove competenze: serve una contrattazione che sappia anticipare i cambiamenti, creando diritti nuovi e protezioni adeguate. Non a caso ha voluto che tra i relatori ci fosse anche l’ingegner Antonio Baldassarra, l’uomo che negli Anni 90 nel Lazio fu tra i primi a creare una Bbs ed una società per collegarsi ad Internet ed oggi guida la Seeweb che è un cloud provider di dimensioni europee.
Numeri in crescita e visione di sistema

Ancora più netta è stata la denuncia sulla sicurezza: «Le morti sul lavoro sono uno sfregio quotidiano. Nel primo trimestre del 2025 contiamo già 200 vittime, +9,9% rispetto allo stesso periodo del 2024». Numeri inaccettabili, che chiamano in causa la responsabilità collettiva di istituzioni, imprese e mondo del lavoro.
Coppotelli ha anche rivendicato un dato che testimonia la fiducia crescente nel sindacato: gli iscritti alla Cisl Lazio hanno raggiunto quota 302.000. Un segno che, anche in un’epoca di disintermediazione, il sindacato continua ad essere un riferimento, soprattutto quando sa rinnovarsi e parlare un linguaggio credibile e concreto. Con un’impostazione fortemente confederale, la visione di Coppotelli include sanità, diritto allo studio, accesso alla casa e lotta alla desertificazione bancaria come priorità strategiche.
Ma è il metodo che fa la differenza: quello della concertazione e della contrattazione, valorizzato anche da Daniela Fumarola, segretaria generale nazionale della Cisl, che ha ribadito: «Contrattazione, concertazione e partecipazione sono i vertici del nostro riformismo».
Una conferma, una sfida

La rielezione di Enrico Coppotelli non è un semplice atto formale. È un mandato pieno, consegnato a un leader sindacale che ha saputo intrecciare radici territoriali profonde con una visione nazionale. Lo ha fatto in un momento in cui il Lazio – come il resto del Paese – ha bisogno di prospettive, competenza, capacità di ascolto e determinazione.
Le sfide che attendono il Lazio sono molteplici e complesse. La direzione tracciata oggi dalla Cisl regionale dice che il sindacato è pronto a svolgere un ruolo da protagonista. Con la forza concreta della partecipazione.