Cosa significa il Consiglio comunale che torna alla doppia convocazione

Si torna alla doppia convocazione per i Consigli comunali di Frosinone. Fine dell'ostentazione muscolare e ritorno alla Realpolitik. Basteranno 12 voti per governare

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Dopo mesi di silenzi, rinvii , tatticismi e conteggi “a mosca cieca“, il Consiglio comunale di Frosinone torna a riunirsi. E lo fa con una novità che sa di antico: la doppia convocazione. Alle 8:30 la prima ed alle 18:30 la seconda. Un ritorno al passato che, in realtà, è una mossa strategica, dettata dalla matematica della politica: servono 17 consiglieri in prima e 12 in seconda per dare inizio ai lavori. Fa tutta la differenza del mondo.

 Specialmente in questo momento, dove le fibrillazioni in maggioranza sono più numerose delle scioperi proclamati da Landini.

Scelta non casuale

 La scelta di convocare il Consiglio in doppia seduta dunque non è casuale. È una decisione di buon senso. Perché tenere la seduta solo in Prima Convocazione significava, da un lato mostrare (impropriamente) i muscoli, che in realtà non erano del “fisico” da maggioranza vera e propria. Ed in parte erano anche di altri: non a caso, il sindaco Riccardo Mastrangeli era costretto ad inseguire i propri alleati, a mobilitare le forze con un giro vorticoso di telefonate e messaggi WhatsApp. Ed a pregare che a nessun Consigliere venisse nemmeno un raffreddore. 

È proprio su questa “debolezza” dei numeri, che ha sempre fatto leva il gruppo dell’ex sindaco Pd Marzi. Infatti, i suoi Consiglieri Carlo Gagliardi ed Alessandra Mandarelli sono stati indispensabili fino ad ora per garantire il numero legale in Aula. Agendo, di fatto, come vero ago della bilancia, pur non facendo organicamente parte della maggioranza.

Un paradosso che ora viene disinnescato.

Segnali per l’opposizione interna

Maurizio Scaccia e Cinzia Fabrizi (Foto © Massimo Scaccia)

Da questa doppia convocazione ne discende che la fronda interna alla maggioranza, che chiedeva proprio questa soluzione, ottiene quanto sollecitava da sempre. E cioè, non rendere indispensabili i Progressisti di Marzi. Una vittoria tattica, che però rivela anche una verità più profonda: la maggioranza non è affatto compatta. Anzi è un mosaico fragile, dove ogni tessera può fare saltare il quadro: con solo 12 Consiglieri necessari a bordo si viaggia più sicuri. 

 Il fatto che a settembre non si sia celebrato alcun Consiglio Comunale è la prova del nove. Non si è voluto rischiare di andare sotto. Meglio rimandare, aspettare, riflettere. E i Consiglieri del PD Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi, non se la erano tenuta: “Mai in venticinque anni il Consiglio comunale non era stato convocato nel mese di settembre”. (Leggi qui: Niente Consiglio a settembre: nasce la sfida dei sei per una verifica sui rifiuti”).

Ora quindi, con la Seconda Convocazione, non si gioca più in attacco a tutto campo, ma in difesa. Come insegna la vecchia scuola calcistica italiana che ha portato a casa tanti trofei. 

Nuove regole d’ingaggio

Domenico Marzi e Riccardo Mastrangeli (Foto © Massimo Scaccia)

Alla fine il “tanto tuonò” è diventato pioggia politica: la doppia convocazione torna ufficialmente in campo. Stabilite le nuove regole di ingaggio, resta da capire quale strategia assumerà in aula il gruppo Marzi, adesso che non è più indispensabile per garantire il numero legale.

Potrebbe, in ipotesi, trasformarsi da alleato silenzioso a oppositore rumoroso.  Oppure, da garante a guastatore. Tutto è in teoria possibile: la politica, si sa, è fatta di equilibri instabili e di colpi di scena. Non più tardi di qualche giorno fa le dichiarazioni rilasciate dall’ex sindaco Dem lasciavano aperta la strada ad un’alleanza elettorale con il sindaco Mastrangeli anche dopo l’esperienza amministrativa. Replicandola cioè alle urne. Ed a Frosinone con coalizioni così eterogene e fluide, nessuno scenario può essere scartato a priori.

 Vista la situazione con gli occhiali della realtà politica però,  è difficile ipotizzare una radicale cambio di atteggiamento da parte dell’ex sindaco Marzi. Ca va sans dire. Marzi ha siglato una intesa con Mastrangeli, quella stretta di mano vale più di un atto notarile.

Matrimoni possibili

Foto © Stefano Strani

 In secondo luogo, Marzi ha detto chiaramente “non mi riconosco più nel PD“, lunare che possa fare un favore agli ex “compagni”, creando problemi a Mastrangeli. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 1 ottobre 2025).

 Terzo. E’ molto probabile che l’attuale sindaco e l’ex, prorogheranno l’intesa di questa consiliatura, anche nel 2027. Facile vederli ancora insieme dalla stessa parte e con la medesima coalizione. Nessuno dei due ha mai smentito un simile scenario. Con buona pace di Forza Italia, che questo “matrimonio” Mastrangeli-Marzi lo vede come i granellini di sabbia negli occhi: insopportabile.

 Il Consiglio comunale del 9 ottobre sarà dunque una cartina di tornasole. Non solo per i numeri, ma anche per gli umori: per capire chi tiene il timone e chi rema contro. Perché a Frosinone, più che le delibere, (che certamente verranno approvate) contano le dinamiche politiche. E quelle, di giovedì prossimo sono sicuramente più interessanti dell’Ordine del Giorno.

 Che, per la cronaca presenta questi punti: una comunicazione per il prelievo dal Fondo di riserva per l’insediamento del vescovo; l’approvazione del Bilancio consolidato per l’esercizio 2024; il riconoscimento dei debiti fuori bilancio. E due mozioni su Gaza: una a firma del Consigliere Domenico Marzi ed una che vede come primo firmatario il Consigliere Anselmo Pizzutelli.

 Il Sindaco Mastrangeli ha fatto dunque propria la vecchia locuzione latina “Primum vivere, deinde philosophari” (Prima vivere, poi fare filosofia). Di questi tempi e con questi chiari di luna: come dargli torto?