Il vertice di Forza Italia. E la chiave morotea che lascia aperti molti scenari. Soluzione a portata di mano. Ma intanto in Commissione si rischia il caos
Forza Italia raffredda il fronte: stempera le tensioni accese nel centrodestra, crea un clima più agevole per raggiungere una soluzione alla crisi in Regione Lazio. Non arretra dalle posizioni su cui l’ha attestata in questi mesi il Coordinatore regionale Claudio Fazzone. Ma al tempo stesso crea un percorso diplomatico, alternativo a quello della fermezza costruito da Fazzone.
Una strategia decisa oggi pomeriggio dallo Stato Maggiore del Partito. Si è riunito nella sede nazionale. Presenti tutti i massimi livelli a partire dal Segretario nazionale Antonio Tajani con il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri ed il capogruppo alla Camera Paolo Barelli. Con loro il senatore Claudio Lotito, gli onorevoli Francesco Battistoni ed Alessandro Battilocchio. E naturalmente il senatore Claudio Fazzone, nella duplice veste di Segretario della Conferenza dei Segretari Regionali e Segretario Regionale del Lazio.
Il comunicato ‘moroteo’
Il comunicato che dovrebbe spiegare la riunione è un capolavoro di moroteismo. Nel senso che dice alcune cose, ne sottintende altre ma potrebbe dirne altre ancora.
Il testo letterale: “È stato dato mandato al Segretario regionale Claudio Fazzone ed al capogruppo in Regione Lazio Giorgio Simeoni di condurre la trattativa con le altre forze di maggioranza per ripristinare l’equilibrio politico nella Giunta guidata dal presidente Francesco Rocca. Forza Italia in questa fase continuerà a garantire la continuità amministrativa”.
Il sottinteso. Da un lato Antonio Tajani ribadisce il pieno appoggio alla dottrina adottata da Claudio Fazzone in questa crisi. A differenza del passato, quando lo aveva semplicemente detto, ora lo ha scritto nero su bianco in una nota ufficiale. Dall’altro lato però Tajani investe del rango di ambasciatore anche un altro plenipotenziario. C’è poi un secondo sottinteso: il Partito non farà mancare i suoi voti alla coalizione nelle prossime ore quando si dovranno votare i conti della Regione e garantirà la continuità amministrativa.
Convergenze parallele
Il capolavoro di moroteismo, con le sue convergenze parallele sta in due aspetti. La prima frase può voler dire, al tempo stesso, che Forza Italia allenta la pressione per lasciar respirare il centrodestra, senza rinunciare alle sue rivendicazioni di maggiore spazio in Giunta, dal momento che in un anno è passata da 3 eletti a 7 Consiglieri in Aula (grazie all’adesione di 2 M5S e 2 leghisti che hanno lasciato il carroccio con 1 solo esponente). Ma al tempo stesso dimezza Fazzone affiancandogli Simeoni.
La seconda frase garantisce la continuità amministrativa significa due cose allo stesso tempo. Che Forza Italia resta leale al Centrodestra ed ancora una volta attende proposte di riequilibrio. Al tempo stesso toglie l’assedio a Francesco Rocca che non poteva riunire il Consiglio nel timore che gli facessero mancare il numero legale.
Ad essere pignoli ci sarebbe anche un altro aspetto: continuità amministrativa non significa necessariamente continuità politica. Quindi? A Fazzone viene lasciata la possibilità di mandare in Giunta gli assessori e non mandare in Aula i Cosiglieri?
All’atto pratico
Contano i fatti. I fatti dicono che nei mesi scorsi Claudio Fazzone aveva posto il problema della rappresentatività. Oggettivamente, Forza Italia ha 7 voti (+ 1 con il patto federativo con i Moderati di Lupi) e 2 assessori in Giunta ed al tempo stesso la Lega ha 1 voto e mantiene 2 assessori in Giunta. Che qualcosa strida è difficile da negare.
Altrettanto è un fatto che Forza Italia abbia mantenuto all’esterno i toni degni di un filosofo Zen. Ma al tempo stesso i suoi assessori non sono andati in Giunta ed i suoi consiglieri hanno fatto ballare il Consiglio, facendolo anche saltare con le loro assenze. Che questo non sia un assedio, legittimo quanto si vuole, è difficile da affermare.
Il terzo fatto è che sanato il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Paolo Trancassini aveva dato per risolta la crisi e come imminente l’annuncio. A pagare il prezzo doveva essere la Lega, rinunciando all’Urbanistica che verrà tolta a Pasquale Ciacciarelli rimpiazzandola con la Protezione Civile. La questione è finita al centro di un confronto con Claudio Durigon che ha coinvolto Matteo Salvini: i quali hanno detto che i 2 assessori del Lazio non si toccano altrimenti scatta lo stesso principio in Calabria e Lombardia a parti invertire. Cambiare una delega non significa cassare un assessore.
Quindi? La soluzione della crisi in Regione Lazio è a portata di mano. Quanto sia soddisfacente per ciascuno dei protagonisti è altra questione. Forza Italia otterrebbe il riconoscimento reclamato attraverso un assessorato di prima fascia qual è l’Urbanistica; la Lega non verrebbe mortificata grazie alla Protezione Civile; Fratelli d’Italia ci rimetterebbe poco o nulla; Francesco Rocca ci rimette una delle sue deleghe ma è pur vero che gli vennero riconosciute in quanto presidente di sintesi mentre alle Europee è passato all’appoggio diretto a FdI.
Effetti immediati
C’è comunque un primo segnale concreto. Nelle ore scorse si è riunita la Commissione Bilancio ed ha iniziato la discussione sul Collegato al Bilancio. I capigruppo di maggioranza e l’assessore Giancarlo Righini hanno chiesto al Centrodestra di ritirare o limitare al minimo gli emendamenti sull’Urbanistica trasferendoli alla Giunta. perché? È un terreno più sicuro in questa fase e lascia meno margini di rischio su un provvedimento strategico sul piano politico ed amministrativo. Un fatto è incontrovertibile: il Comunicato sull’avvio dei lavori che manda segnali verso l’opposizione lo hanno firmato tutti i capigruppo. Compresa Forza Italia.
La risposta non si è fatta attendere. “Alla luce degli ultimi fatti consideriamo impraticabile proseguire i lavori in Commissione Bilancio sul collegato. Se una maggioranza scoppiata pensa di poter far finta di niente di fronte alla certificazione del fallimento di questa esperienza, noi come opposizioni non intendiamo prestarci a questa farsa”. Quale farsa? Le opposizioni, in blocco, evidenziano un passaggio: il ritiro degli emendamenti sull’Urbanistica l’hanno preteso loro. Perché? Quell’assessorato è al centro dello scontro politico interno al centrodestra ed in questa fase può essere oggetto di ricatto politico.
“Abbiamo partecipato alla discussione sul Collegato, solo dopo l’assicurazione data dall’assessore Righini del ritiro degli emendamenti sull’Urbanistica presentati dalla maggioranza. Il risultato è che oltre all’assessore all’Urbanistica Ciacciarelli, adesso ad essere sfiduciato è anche lo stesso Righini, rimasto completamente inascoltato visto che gli emendamenti sull’Urbanistica non sono stati ritirati. Alla luce anche del fallimento della riunione pomeridiana convocata proprio per mettere un punto, attendiamo che Rocca venga in Aula, come da noi richiesto, a riferire sull’esito della crisi”.