Il Consiglio federale e la sconfessione “non official” del Segretario e vicepremier del suo ex jolly per i voti ultra sovranisti
Nella storia moderna e, a pensarci bene, neanche in quella antica, miti a parte, non è mai successo che un generale venisse “retrocesso” a caporale di giornata. Format di graduazione militare a parte, un alto ufficiale tale è e tale resta, e nessuno può spingerlo nell’abisso dell’essere graduato di truppa che soprassiede blande mansioni del quotidiano di fanteria.
Ma la politica non è la Storia, tuttavia di certo ne vuole segnare il tratto con veemenza, al punto tale che… Matteo Salvini si è ricordato di dare a Roberto Vannacci quel che è di Vannacci.
Da tempo avevamo sottolineato la differenza nettissima tra una Lega governista e funzionalista ed una certa “Lega di upgrade sovranista” che il segretario e vicepremier aveva arruolato per recuperare voti a partire dalle Europee dell’anno scorso.
Il Carroccio di Claudio e Mario

Un Carroccio come quello di Claudio Durigon e Mario Abbruzzese, ad esempio. E con il primo che aveva salvato capra e cavoli in Calabria quale responsabile per il sud del Partito ed il secondo che, come Segretario Organizzatibo per il Lazio sta mettendo in piedi una struttura solida, senza fronzoli e slogan-free.
Illo tempore però Salvini aveva non solo accettato di assorbire pro domo sua il carisma tutto pop dell’ex comandante del IX Col Moschin che a suo tempo si batteva sugli effetti dei proietti all’uranio impoverito sui nostri militari, ma aveva fatto di più.
Spinto dall’usta di capitalizzare consensi lo aveva nominato vice del partito.
Un ex Vicerè

E lo aveva investito del ruolo (ingrato) di primeggiare o quanto meno tenere nella ostica Toscana di Gegè Giani. E’ andata com’è andata (malissimo) ed oggi Salvini si è visto costretto a sconfessare il ruolo politico di Vannacci.
O quanto meno a ridimensionarlo, “degradandolo” a semplice totem di endorsement. Che significa? Che l’ultimo Consiglio federale della Lega ha visto il segretario spiegare che i team Vannacci non potranno fare politica, né chiedere candidature.
Poco da fare, al momento è una bocciatura, specie a contare il fatto che la greca con la seta intorno avrebbe voluto correre anche in Puglia.
Via le medaglie…

Uno strappone alle medaglie sul petto di cui Vannacci aveva perfetta contezza, a considerare che non si era neanche collegato da remoto con la kermesse del Partito che, in poker, lui vice-guida.
Senza contare che oggi Salvini hai i suoi bei guai inside, quelli di governo, con un mezzo braccio di ferro con Giorgia Meloni e sul tavolo della Legge di Bilancio per punire banche che invece Forza Italia vuole salvare e Fdi vuole tassare.
Ad ogni modo tutto è venuto fuori dalla sala “Gianfranco Miglio” in via Bellerio. Quel 4,38% toscano aveva messo in fibrillazione i governisti ortodossi del Carroccio, e Salvini è stato costretto a concedere la sua libbra di carne.
La libbra di carne

Ed a proclamare a denti strettissimi in stridìo secco con il look alla Trump cose. Cose come questa: “Sicuramente sono stati commessi errori, non da un singolo, ma da una squadra. Chiaro che quando hai un risultato al di sotto delle aspettative ti devi chiedere perché. Non è colpa della sfortuna o degli elettori”.
E ancora: “Quindi, tutti noi abbiamo sbagliato qualcosa? Sì, io in primis. Sono in Lega da 35 anni, ho vinto tante volte e ho perso altrettante volte. Da una sconfitta devi trarre lezione per la futura vittoria”.
La frase tranchant del Capitano però è stata quella che qualche addetto ai lavori, di certo in linea con Maurizio Molinari, ha fatto trapelare dal summit ufficiale.
Solo associazioni culturali
I Team Vannacci “possono essere solo un’associazione culturale, non soggetti politici”. Nessuna resa dei conti? Ufficialmente no, ma qualcosa peppia, e l’idea (balzana in partenza) del segretario di sorpassare Giorgia Meloni a destra con quinte colonne massimaliste sembra naufragata, almeno sul versante dell’autore-leader de “Il Mondo al contrario”.

Anche perché sulla Legge di Bilancio, ed anche a fare la tara alla latitanza del testo definitivo (quello in cui spuntano le “manine”) le cose non vanno benissimo.
C’è comunque una soluzione che farà fede nei prossimi giorni: “Il Consiglio federale, all’unanimità, ha dato mandato al segretario Matteo Salvini e ai capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo di intervenire in fase di conversione”.
Banche e restart
Questo “qualora ce ne fosse necessità, per valutare l’aumento del contributo delle banche che sarà destinato al sostegno di sanità, famiglie e imprese”.
E con il target tenace di chiedere “il massimo sforzo possibile alle banche per aumentare gli investimenti in sicurezza, con un piano straordinario di assunzioni per le forze dell’ordine, detassazione degli straordinari e sostegno previdenziale”.
Insomma, il Mondo al contrario pare essere tornato Mondo in asse, anche se a Salvini sta bene solo a metà.



