Date un avversario a Ruspandini

Il controverso percorso del tesseramento che porterà ai Congressi territoriali di Fratelli d'Italia anche in provincia di Frosinone. Il passaggio dalla fase della transizione a quella della mediazione. Il punto di sintesi necessario. Che non potrà prescindere da Ruspandini.

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Sostengono che sia assediato e se ne stia chiuso in una specie di torre d’avorio. C’è del vero. Ma è molto poco. La fase dei tesseramenti che sta portando Fratelli d’Italia verso i Congressi in cui eleggere il Gruppo dirigente in ogni Circolo si comprende soltanto se la si legge dalla sua nuova prospettiva. Perché leggerla dal punto di vista delle correnti, come se si stesse parlando di un Partito Democratico o una Democrazia Cristiana dei vecchi tempi, offre una visuale distorta.

La nuova fase

Giorgia ed Arianna Meloni (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Sia su scala nazionale che territoriale Fratelli d’Italia sta vivendo una fase di trasformazione, tanto profonda quanto rapida. Che coinvolge il suo modo di essere Partito, le sue posizioni ideologiche (sempre di Destra ma in chiave sempre più Europea e sempre meno nostalgica), il numero dei suoi iscritti.

Il passaggio dei Congressi per la scelta dei Gruppi dirigenti è una svolta che mette all’angolo molti degli avversari: non potrà più accusare Fratelli d’Italia d’essere un Partito alieno alla democrazia chi non tiene i Congressi e non elegge ma ancora nomina i propri quadri.

Questa fase di trasformazione conduce al primo e più importante cambio di prospettiva. Fino ad oggi è stato necessario sui territori un Segretario provinciale che agevolasse la transizione. Per essere più chiari: che aiutasse una parte degli iscritti a mettere nell’armadio l’orbace ed allargare la base dei tesserati così tanto da ridimensionare il peso di un gruppo storico e fondativo quanto si vuole ma pericoloso se non inserito in un contesto più ampio.

È quanto ha fatto l’attuale Segretario, Massimo Ruspandini.

Crescete e tesseratevi

Giuseppe Virgili, Commissario a Ferentino

Parlano i numeri del tesseramento in atto. Il nuovo corso ha lasciato che in ogni area crescessero le diverse sensibilità, evitando così il Partito a senso unico. Il Partito è cresciuto ed in tutte le grandi città ora c’è un polo di riferimento: a Frosinone come a Cassino, a Sora come a Ceccano e Ferentino, ad Anagni come ad Alatri.

Complice la popolarità coltivata da Giorgia Meloni, il Partito ha attirato l’attenzione di molti rimasti senza un riferimento nel quale riconoscersi. Fino ad un paio di anni fa c’era una sorta di ponte levatoio da attraversare: lo passava solo che avesse radici solide nella destra. Una scelta con cui evitare travasi interessati all’interno del centrodestra. Oggi le condizioni politiche sono cambiate, c’è la necessità di crescere per ampliare il consenso al Governo: la conta è soprattutto all’interno del polo.

Gabriele Picano, Antonio Cardillo, Angela Abbatecola compongono l’area di Cassino

Nasce così l’ondata di adesioni registrata in queste settimane. A Frosinone il Partito si polarizza sulle figure di Fabio Tagliaferri ed Aldo Mattia, a Sora su quelle di Luca Di Stefano e Massimiliano Bruni, a Cassino richiama in prima linea protagonisti degli Anni 90 come Massimiliano Mignanelli, Peppino Tedesco.

Non si tratta di un assedio a Massimo Ruspandini che ancora oggi conta sui numeri dell’80% dei Circoli ma di un processo di allargamento inevitabile se si vuole la crescita numerica di FdI.

Date un nemico a Ruspandini

Francesco De Angelis e Francesco Scalia

Questo determinerà successivamente il passaggio per una seconda fase. Cioè da una Segreteria di transizione ad una di sintesi. Che potrà essere costruita soltanto con degli accordi o con delle conte.

Resta da capire se e quanto potrebbe essere utile per la crescita di FdI un contraltare a Ruspandini. Che oggi, dicono i numeri, non c’è. Il dualismo fu una molla di crescita esponenziale pernil partito Democratico quando al suo interno di fronteggiavano Francesco De Angelis e Francesco Scalia. In Forza Italia si confrontavano Antonello Iannarilli ed Alfredo Pallone. Nell’Udc lo facevano Anna Teresa Formisano ed Angelo D’Ovidio.

Fabio Tagliaferri

Oggi quella contrapposizione interna non c’è anche se ci sono sensibilità diverse. C’è uno scenario con Ruspandini su un lato e tutti gli altri che non stanno con Ruspandini sull’altro. Per paradosso, l’unico fronte nel quale si potrebbe aprire una crisi è all’interno della componente maggioritaria del Partito (quella Ruspandiniana appunto). Perché?

Per disciplina di Partito ha dovuto subire le incursioni registrate sul territorio. Si tratta di sindaci, consiglieri provinciali, portatori di preferenze su tutti i territori che non si sono sentiti considerati nel momento di fare candidature e nomine, andate all’esterno della componente ed a persone di sicuro spessore ma che non possono vantare lo stesso peso elettorale. Un esempio su tutti: nonostante i numeri, alla Provincia di Frosinone non è stato dato un candidato alle Europee sul quale giocarsi la partita.

I due paradossi

Massimo Ruspandini

Il vero problema per Ruspandini è proprio quello: oggi è costretto a fare il pompiere indossando una divisa che gli si addice quanto il tutù da ballerina con le scarpine in raso. È uomo da barricate e da incendio: non da estintori. Nonostante l’ampio uso fatto durante l’ultimo anno, per evitare conte interne che lasciano sempre morti e feriti sul campo politico.

L’altro paradosso è che la seconda fase si baserà su un accordo politico, come conviene in ogni Partito che abbia un processo di vita democratica. E quella sintesi per forza di cose vedrà ancora Ruspandini al centro. Per la ragione che non c’è uno Scalia, un Pallone, un D’Ovidio: qualcuno che possa rappresentare un punto di sintesi alternativo.