Decadenza rigettata del presidente Acqualatina, volano le accuse politiche

Gli sconfitti accusano: Italgas sveste i panni di un corretto direttore di gara per "indossare la casacca", con il suo peso, di una delle squadre in campo. La multiutility mette in chiaro: Ci siamo astenuti. La realtà nella guerra per il con trollo di Acqualatina è più complessa

Il giorno dopo il grande scontro è il momento della conta. Del bilancio di morti e feriti politici rimasti sul terreno. Dell’analisi di tattiche e strategie messe in campo. Italgas è stata decisiva. Il suo peso è stato determinante per spostare l’ago della bilancia. La sua posizione sulla proposta di decadenza della presidente di Acqualatina Cinzia Marzoli ha confermato l’intero Gruppo dirigente. (Leggi qui: Acqualatina, sfiducia fallita: Marzoli resta al vertice).

Il che le è costato l’accusa di scorrettezza: di non essere stata un arbitro imparziale nello scontro tutto politico tra Fratelli d’Italia e Lega su un fronte, Forza Italia e Pd sull’altro. Un confronto giocato sul terreno dell’Assemblea di Acqualatina, la società in mano ai Comuni e ad Italgas che gestisce acqua e depurazione in provincia di Latina. Chi ha perso il confronto ora dice che il socio privato ha deciso di svestire i panni di un corretto direttore di gara per indossare la casacca di una delle squadre in campo.

Giocatore e non arbitro

Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica

C’è un errore di fondo in questa narrazione: Italgas non era l’arbitro ma giocatore in campo dal primo minuto, il più importante se si considera il numero di azioni che ha in portafogli. È il business bellezza. E siccome è una SpA si muove sulla base di pareri legali: esattamente quelli che gli hanno detto che non c’era alcuna incompatibilità nel ruolo della dottoressa Marzoli. La politica di periferia non interessa ad una società quotata in borsa e che fattura 1,537 miliardi: si può giocare la partita anche astenendosi ed è quello che Italgas ha fatto. “Il socio privato si è astenuto lasciando facoltà ai sindaci di esporre le rispettive tesi. La scelta del socio privato è stata dettata dalla volontà di non prendere parte e rispettare le scelte dei soci pubblici”. Tradotto: sono fatti vostri, scornatevi tra di voi, nel frattempo noi ci occupiamo del business.

A Forza Italia, formalmente interessava la decadenza per incompatibilità con l’incarico di presidente della Marzoli perché aveva rivestito il ruolo di amministratrice e di liquidatrice della società pubblica che aveva gestito il porto turistico di Anzio. In realtà agli azzurri ed al Pd interessava rigiocare la partita per la governance di Acqualatina: persa a vantaggio di Lerga e FdI.

Fronte vasto

Cinzia Marzoli

I numeri però non sono cambiati in. questi mesi. E infatti, il fronte inizialmente vasto composto da Forza Italia, Partito Democratico, Italia Viva e da alcuni sindaci civici, non è andato oltre il 25,90%. Ora quei sindaci esprimono “profonda preoccupazione” per quanto accaduto martedì nell’assemblea dei soci nel corso della quale l’astensione di Italgas è stata determinante per salvare la presidenza della Marzoli.

“Ancora una volta, il socio privato è intervenuto direttamente in una vicenda che riguarda la rappresentanza pubblica, contravvenendo a una prassi consolidata in oltre vent’anni di gestione, durante i quali si era sempre allineato alle decisioni assunte dalla maggioranza del Socio Pubblico”.

Riavvolgiamo il nastro e riascoltiamo. Italgas con il suo 49% di azioni si è astenuta lasciando i sindaci a giocarsi da soli la partita politica. Il 25,90% dei sindaci (Forza Italia + Altri) era a favore della decadenza della Marzoli. Ed il 25,1% teoricamente era con la presidente. Il mancato schieramento di Italgas ha determinato il fatto che quel 25,9% fosse troppo poco per ribaltare la governance in quanto occorreva superare il quorum del 50%.

Il voto di 19 Comuni

Entrando nel dettaglio 19 Comuni, rappresentanti i 3/5 della quota pubblica, hanno votato per prendere atto dell’ineleggibilità originaria della Presidente Cinzia Marzoli. Ma, alla distanza, ha prevalso il fronte Fdi-Lega che tra i voti contrari e i quelli assenti ha permesso che i delegati di sedici comuni, pur non partecipando al voto ma astenendosi come Italgas, “salvassero” la numero uno dell’ente gestore.

Si tratta di un fronte che si è allargato a pochi giorni dall’approvazione del bilancio di previsione. Vi fanno parte i comuni di Maenza, Aprilia, Spigno Saturnia, Priverno, Prossedi, Roccamassima, Sermone, Sperlonga, Vallecorsa, Terracina, Amaseno, Itri, Villa S.Stefano, Ventotene e Latina che con il peso del suo capitale sociale ha fatto la differenza in una cordata eterodiretta dal sindaco di Sperlonga (ora della Lega) ex presidente della Provincia Armando Cusani.

“Il voto espresso dal socio privato – hanno rimarcato all’unisono i sindaci di Forza Italia (soprattutto provenienti dal sud pontino), di Iv, del Pd e quelli civici ( della fascia lepina)- ha purtroppo determinato la conferma della dottoressa Marzoli alla Presidenza”.

Situazione anomala consolidata

Gerardo Stefanelli

“Consolidando così una situazione anomala in cui un amministratore di nomina pubblica agisce come espressione della parte privata. Questo esito, a nostro avviso, rappresenta una violazione delle norme statutarie e regolamentari, alterando la natura stessa della società mista Acqualatina”. Lo ha specificato il sindaco di Minturno, presidente della Provincia e della conferenza dei sindaci Gerardo Stefanelli.

“Questo comportamento ha provocato un grave vulnus istituzionale che rischia di compromettere in modo irreversibile l’equilibrio tra componente pubblica e privata. Con possibili ricadute negative sul buon funzionamento della gestione del servizio idrico”.

I sindaci di Forza Italia, del Pd, di Italia Viva e quelli civici della fascia lepina hanno fatto sapere che saranno regolarmente al loro posto nell’assemblea dei soci del 12 maggio. Cioè quando sarà esaurito l’ordine del giorno che campeggiava nella seduta dell’altra mattina e, cioè, la revoca dell’incarico presidenziale a Marzoli e, con lei, dell’intero neo consiglio d’amministrazione rinnovato nell’aprile 2024.

L’accusa di Stefanelli

Quelli di Forza Italia e del Pd hanno espresso “rammarico“ per quello che potrebbe avvenire sul futuro della governance di Acqualatina. “Alcuni colleghi sindaci – ha aggiunto Gerardo Stefanelli avrebbero potuto contribuire alla ricomposizione dell’unità della rappresentanza pubblica”.

“La loro scelta di abbandonare l’Assemblea prima del voto ha invece aggravato la frattura all’interno della comunità dei Sindaci, indebolendo la posizione pubblica senza assumersi la responsabilità di una decisione chiara.

“Insomma Forza Italia (pur confermando l’indissolubilità della sua rappresentanza nell’assemblea dei soci) ha deciso di uscire all’avanscoperta – con l’apporto minoritario del Pd e di Iv – sapendo come il suo potere decisionale e contrattuale nella stanza dei bottoni dell’ente gestire sia scemato.

“Anzi, quasi annullato quando vanno spesi ed investiti milioni di euro che, stanziati dal Pnrr, devono contribuire a ridurre le perdite colabrodo lungo le principali reti idriche di collegamento”.

La possibile “soluzione”

Per Stefanelli, Italgas a parte, l’ente di gestione può benissimo essere richiamato alle sue responsabilità “rafforzando il ruolo di vigilanza della Segreteria Tecnico-Operativa dell’Egato 4. E riprendendo con determinazione il percorso per rafforzare maggiormente il controllo tecnico da parte di Egato e valutando le azioni più opportune per ripristinare il ruolo pubblico connaturato al carattere ‘misto’ della Società Acqualatina. Tradotto? Se non abbiamo la maggioranza in Assemblea dei Soci possiamo comunque aumentare la pressione della Segreteria composta da tecnici al servizio dei sindaci che devono vigilare su Acqualatina.

La conseguenza sul piano pratico? Da una parte Acqualatina “approva i piani industriali e poi l’Egato glieli boccia, propone le nuove tariffe e sempre l’Egato gliele respinge. Non dimentichiamo – ha aggiunto Stefanelli – che quello in piedi è un Cda eletto con una spaccatura di 23 soci a 21.

La nuova maggioranza politica (con l’astensione di Italgas) all’interno dell’assemblea dei soci di Acqualatina potrebbe correre il rischio di un “isolamento politico- gestionale.

Il ruolo di Aprilia

Claudio Fazzone, Nicola Calandrini e Claudio Durigon

Questa situazione non durerà per sempre. Manca il voto del Comune di Aprilia che è decaduto ed oggi lo governa un Commissario. “Oggi senza l’apporto di Aprilia e con un diverso contributo politico dei comuni di Anzio e Nettuno i rapporti si sono ribaltati. Cosa andava fatto? Sicuramente la soluzione migliore sarebbe stata di dar vita ad un patto istituzionale tra soci pubblici, cosa che non vogliono i sindaci di Area Fdi e Lega”.

“Il bello che vogliono il controllo della società, ma non vogliono assumersi la responsabilità di votare gli aumenti delle tariffe. Con il voto respinto della decadenza della presidente Marzoli – ha concluso Stefanelli – il tempo dell’attesa ora è terminato”. Nel bene e nel male.