Del Brocco dal Commissario: “Basta con le leggende su di noi”

L'ex assessore all'Ambiente incontra il Commissario ed i due sub di Ceccano. Per mettere in chiaro una serie di cose. Il silenzio come scelta di rispetto "non di fessagine”. "Non siamo stati scellerati”. Il Bilancio "È sano, lo controllavano periodicamente Ministero e Corte dei Conti”

Non ci sta. E lo è andato a dire al diretto interessato, il commissario prefettizio Fabio Giombini con i suoi due sub commissari che amministrano Ceccano da quando è venuto giù il centrodestra del sindaco Roberto Caligiore, ai domiciliari con l’accusa di avere preso tangenti sugli appalti finanziati con soldi europei. Riccardo Del Brocco era il suo assessore all’Ambiente e lunedì mattina ha voluto un confronto “per fare chiarezza e mettere dei puntini sulle i a livello amministrativo”.

Rispettosi ma non fessi

Il primo aspetto che ha voluto mettere in chiaro Riccardo Del Brocco è che lui e gli altri amministratori dimissionari hanno scelto da subito la via del silenzio come forma di rispetto per le indagini e gli inquirenti. Ma questo silenzio rischia di prestare il fianco a mistificazioni. In altre parole?

Tutto nasce dalla narrazione che si sta facendo sulla stampa. Il fatto che gli ex amministratori non stiano né replicando, né smentendo, né puntualizzando – ha spiegato l’ex assessore – sta lasciando il campo libero ad ogni forma di interpretazione. E “sta prestando il fianco a mistificazioni che non meritiamo, per l’impegno e la dedizione che abbiamo messo nella Cosa Pubblica. E questo sia detto a prescindere dalle vicissitudini che hanno riguardato una ristrettissima cerchia di persone e sono tutt’ora oggetto di lavoro della magistratura”. In pratica: c’è un’indagine, saranno accertate le responsabilità individuali.

Allora perché chiedere udienza al Commissario? “Pare altrettanto grave un uso strumentale dell’accaduto per gettare ombre su ogni membro della ex maggioranza o ogni azione amministrativa”.

Non siamo stati degli scellerati

Riccardo Del Brocco

Non di meno, sempre per Riccardo Del Brocco, lui con l’ex giunta e l’ex maggioranza rischiano “di passare per una manica di scellerati, a vantaggio di quella che è stata per anni e volontà popolare l’opposizione”.

L’assessore ha preso gli appunti e ricostruito una serie di operazioni politiche ed amministrative volute dalla ex maggioranza. Un’operazione verità sulle questioni amministrative che “altrimenti con le narrazioni in atto, stanno prendendo una piega sbagliata ed infamante, che nulla ha a che vedere con la vicenda, figlie forse di suggeritori esterni che hanno evidenti interessi politici, familiari o entrambi.

L’esempio del cimitero

L’assessore ha fatto l’esempio del cimitero e dei lavori per il suo ampliamento. “I soldi sono disponibili da subito, sono oltre 500mila euro con cassa vincolata per quel tipo di attività. Possono permettere l’immediata ripresa dei lavori”. Nei giorni scorsi sui media l’impressione era stata un’altra. Del Brocco ha sottolineato che si è trattato di “un’errato modo di fare comunicazione. Ha fatto intendere che quei soldi fossero persi o peggio ancora sottratti da qualcuno. Così non è e questo deve essere chiaro”.

Ma c’è anche il caso del finanziamento per l’ecocentro al quale il Commissario ha deciso di rinunciare. Riccardo Del brocco ha fatto vedere come si poteva coprire la spesa: “la parte dell’Iva, metà con somme derivanti da economie e l’altra nella totale disponibilità dell’ente, che avrebbe risolto alcune criticità della struttura, rendendola più moderna e al passo coi tempi, a vantaggio dei cittadini”.

Il prefetto Giombini ha ritenuto di rinunciare. L’ex assessore ha tirato una linea di evidenziatore: “È stata una decisione, non una necessità”. Cioè: hai rinunciato a quei soldi, era una tua facoltà, ma non farla passare come una scelta obbligata.

Il Bilancio è sanissimo

Fabio Giombini

Allo stesso modo, Del Brocco ha voluto che fosse chiara la solidità del bilancio comunale. Lo ha fatto parlando di “leggende metropolitane, messe ad arte in giro. Il Bilancio comunale di Ceccano è figlio di un Piano di Rientro approvato da ministero dell’Economia e dalla Corte dei Conti, che ha messo in sicurezza l’ente e non lo espone a nessun dissesto. Che i conti siano sanissimi lo certificano periodicamente Ministero e Corte ai quali, in virtù del Piano di Rientro, l’Amministrazione doveva esibire ogni operazione, in entrata ed in uscita”.

Un’incursione del tutto personale, “non parlo a nome di nessuno. Ognuno si difende come meglio crede, ma ritengo che la città sia migliorata in questi anni e sento il dovere di rivendicare il mio lavoro, proteggendolo da ogni infamia”.