Tutti (o quasi) in Puglia, dove regna un silenzio ferragostano ingannevole. Sotto gli occhi di cronisti a secco ed alleati in agguato
Secondo Bob Orben “essere in vacanza è non avere niente da fare ed avere tutto il giorno per farlo”. Magari con una conchiglia appoggiata all’orecchio, come facevamo da bambini. Chini a raccogliere reverenziali lo scroscio misterioso della Sezione Aurea oppure a decrittare quel suono come un monito. Sulle cose da fare quando si tornerà a casa o su quelle da fare mentre si è ancora in vacanza. Perché sì, ci sono differenze antropologiche su come l’essere umano vive il suo personale “stacco” dal mondo per qualche giorno.
Differenze che riguardano tutti, anche quelli che hanno la stessa tessera in tasca. A Marina Testa de Il Messaggero Massimo Ruspandini aveva “confidato” qualche giorno fa, indicando nella Terracina di Nicola Procaccini come il suo buen retiro: “Ci andavo da ragazzo con i miei genitori. Ora anche con le mie figlie. Ci sono il mare e la vicinanza al mio territorio, la Ciociaria. Così posso partecipare agli eventi organizzati da Comuni, associazioni ed altri enti e che rendono viva la comunità. Incontrare le persone e i dirigenti politici”. Il messaggio è chiaro: è quello del politico che anche in vacanza sceglie la contiguità territoriale.
L’asse Terracina-Ciociaria di Ruspandini
Del tipo di cui ti puoi fidare perché il tempo per esserci, ad una sbranata di arrosticini, ad un summit/riunione o anche solo a far comunella con chi di vacanze non ne fa lui lo trova sempre. E dopo questo messaggio di affidabilità pop screenshottato sui social tutti giù di “Bravo!” e “Grande!”. Dove? Su una chat che il deputato ceccanese e presidente provinciale di Fdi “guida” ormai da mesi.
Ha un nome che rimanda alla Grecia antica ed è il luogo dove molti scenari interni al Partito vengono discussi. E dove i membri, tutti rigorosamente con pedigree di FdI certificato, non lesinano sacrosanti “struscioni” al capo, salvo prendersi qualche bacchettata quando trapela qualche notizia di troppo sui media. Di quelle che è meglio non sconfinino in zona foresta.
Giorgia stacca tutto, o quasi
Via dal pianoro e raggiungiamo la vetta. Giorgia Meloni invece nella “sua” Puglia ha deciso di voler staccare, quasi del tutto. Ovvio che, in quanto premier, presidente Ecr e totem del G7, lei magari avrebbe qualcosa in più che Gallinarock da raggiungere ove le circostanze lo richiedessero, anche al netto del rispetto assoluto per la kermesse medesima. Ma il senso è un altro. Il senso è che la Presidente del Consiglio ha deciso di blindare il più possibile il suo Ferragosto e, come ha scritto Simone Canettieri su Il Foglio, ha fatto “bunker del suo trullo”.
In questi giorni Meloni sta facendo tutto via telefono, perfino far sapere alla tribù di reporter che suda fuori dalla masseria di Ceglie Messapica che no, proprio “nunnècosa regà”. Sotto il sole bianco della terra di Diomede non scoccano dardi politici di alcun tipo, e sono stati silenziati anche famigli, scherani e giannizzeri. Da Arianna al di lei ganzo Francesco Lollobrigida, che nella mistica del silenzio riesce ad apparire più ministro che mai, anche se inguainato nei mutandoni da surfer scafato. Sono i miracoli dell’afonia.
Salvini poco più a sud con le “friselle”
I miracoli che fanno le vacanze “Dio, Patria e conchiglia”, miracoli che avvengono quando il circo ha un solo direttore saggio che decide di chiudere le tende dello chapiteau. E di fare cose umane, normali e belle. Belle come le passeggiate di Andrea Giambruno in veste di papà e di co-runner mediamente piacione di Lollo. Belle come una privacy che ci prova, a farsi stato dell’arte pugliese. E belle come il fatto che a soli 150 chilometri a sud, a Leuca, Matteo Salvini si dilettava a postare foto di un sé spiaggiato in tutti i sensi con annesse friselle al pomodoro.
Ma solo con quelle e senza neanche sognarsi di prendere la Salentina Meridionale in direzione nord ed andare a trovare l’amica-alleata (ancora amica e non più tanto alleata). Tra i due non può esserci gelo perché parlare di gelo in questi giorni di canicola assassina è eresia. E non può esserci perché primum vivere è mantra che vale anche in politica. Soprattutto in politica.
L’autunno azzurro, più azzurro del mare
Perciò fino a quando non sarà perfezionata la campagna di struscio autunnale made in Forza Italia verso i cattolici e riformisti dem è stop. E fin quando Salvini non arriverà a “scapocciare”, magari istigato dal ring sullo ius soli, tra i due è tregua. Un po’ come tra il granchio blu ed il Commissario alla di lui emergenza Caterino che dovrà sanare danni per 100 milioni di euro. Queste saranno ancora per poco le sole ore in cui Giorgia sta surrogando Meloni. Ore in cui lei potrà guardare un ombrellone senza pensare al casino Bolkestein.
E nelle quali potrà fingere di liquidare gente ingombrante ma cardinale come Joe Biden e Bibi Netanyahu con un paio di semplici telefonate. Ma i fronti non sono solo quelli esterni su cui l’Italia assume posizioni. No, sono anche quelli interni lungo i quali a chiedere posizioni sono le fronde di Fdi. Fronde come quella di Andrea De Bertoldi, deputato che ha rimesso la tessera. E fronde come quella di Fabio Rampelli, che da mesi si proclama non frondista ma i cui Gabbiani aleggiano sull’arenile pugliese come capovaccai affamati.
Fronde, Gabbiani e fuggitivi
E fronde più defilate come quelle di chi, a Via della Scrofa, inizia a riflettere seriamente sul boomerang di un familismo fiduciario. Roba che per Meloni è eterno “torna alla casella di partenza” in un Gioco dell’Oca che gioco non è. Matteo Renzi l’aveva stuzzicata forte, la premier, in queste ore, beccandoci una reprimenda social da Arianna. Ci sono dubbi e ci sono certezze,. Una delle quali è quella per cui fin quando Meloni anticiperà i dubbi ed in Ue si manterrà in modalità “Ursula te vojo bene però…” non avrà nulla da temere, non subito almeno.
Ma come si fa a parlare di problemi in una terra così? Dove gli ulivi digradano nell’azzurro del mare solcato da Diomede domatore di cavalli ribelli? Terra che col suo simbolismo ti riporta ai tuoi doveri ma che con la sua malia te li narcotizza? Come si fa a pensare alla delega Ue per Raffaele Fitto che si sta abbronzando nel villone a Marina di Pietrasanta di Daniela Santanché? Come si fa a pensare a Fitto di fronte ad un piattone di “strascinati” con cacioricotta e datterini?
Meglio lasciare che a farsi fumare le meningi sia Salvini, più in giù, con la sua frisella. Pronto a fare una telefonata che, lo sa bene lui per primo, non farà mai. Perché tra amicizia come slogan ed amici come fatto magari in agguato c’è un Papeete-bis. E più indietro ancora, acquattato e vigile, c’è Antonio Tajani, che da Fiuggi aspetta solo di stappare una bottiglia. D’acqua in onore del posto, di sciampagna in onore del momento.