Il Pd ribalta il risultato del primo turno sia ad Anzio che a Nettuno. Ed elegge due suoi sindaci in un'area dove da tempo non faceva breccia. La vittoria di Leodori. Il messaggio di Prodi
“Il fatto che oggi ad Anzio e Nettuno abbia vinto il Pd è come quando il Pd ha perso a Sassuolo. È segno che il Paese è sbandato e può capitare di tutto“: Romano Prodi è stato il catalizzatore dell’Ulivo, è sua l’analisi più efficace del risultato elettorale centrato oggi dai Dem.
Non è un risultato qualsiasi non è una vittoria scontata, arrivata al termine di una marcia nella quale l’unico nemico era l’umidità. È un uno – due micidiale: come nella boxe, centra con violenza l’avversario e lo fa vacillare, barcollare, lo stende. Anzio e Nettuno sono stati due Comuni chiave per il centrodestra: rabbia sociale e nostalgia, un mix che per anni è stato il cemento politico più soldo e vincente per le destre.
Vittoria di popolo
A costruire con pazienza la scalata del centrosinistra a quel fortino è stato il Segretario regionale del Partito Democratico Daniele Leodori. Ha composto pezzo per pezzo quel Campo largo che il centrosinistra non volle assemblare quando era lui il potenziale candidato alla Regione per proseguire il percorso di Nicola Zingaretti. Fu un suicidio politico. Ed il fatto che proprio lui abbia voluto rimettere in piedi quei frammenti ha dato più forza al progetto.
Fatta la coalizione, Daniele Leodori ha chiesto due candidati nei quali la gente si riconoscesse, non necessariamente figli delle sezioni di Partito. Soprattutto, uomini dalla moralità specchiata e senza nemmeno l’ombra del sospetto a cento chilometri di distanza: l’unica risposta efficace per due Comuni sciolti per mafia due anni fa.
La scalata è stata vincente. Anzio e Nettuno da oggi hanno due nuovi sindaci e sono entrambi di centrosinistra. Hanno piazzato la bandiera Progressista al termine di un ballottaggio che ribalta lo scenario politico del litorale. Perché i numeri raccontano che su quello spicchio di territorio all’estremo sud della provincia di Roma il centrosinistra non vinceva da tempo.
Chi vince e chi perde
Ad Anzio infila la fascia tricolore Aurelio Lo Fazio. A sostenerlo è stata una coalizione formata da Pd, M5s e cinque civiche: ha battuto Stefano Bertollini schierato dal centrodestra compatto come raramente visto nelle recenti Comunali, FdI-FI-Lega-Noi Moderati.
Il ballottaggio è sempre un’altra partita, diversa dal primo turno: innesca dinamiche diverse, non c’è la coalizione a spingere e non c’è la politica a fare da collante ma ci sono solo due uomini e la loro credibilità davanti alla gente. Aurelio Lo Fazio al primo turno si era fermato ad un risicato 17,21: colpa delle divisioni e del Campo Largo ncora una volta non prendeva forma. Una volta assemblati tutti i pezzi, al ballottaggio oggi ha centrato un perentorio 55,25%.
Cambiano i musicisti ma lo spartito suonato a Netturno è stato identico. Lì la fascia tricolore la indosserà Nicola Burrini, sostenuto da Pd e due liste civiche. Al primo turno aveva preso poco più del 28% mentre oggi ha infilato un 57,66% con cui non ha lasciato speranza a Daniele Maggiore. Pure a Nettuno il centrodestra s’è presentato unito e nella formazione standard con tutti i quattro partito coalizzati. Ma non è servito.
Troppi delusi
Il dramma è però rappresentato da un elettorato che non crede più nelle urne. Ad Anzio ed a Nettuno sono andati a votare solo 1 elettore su 3. Ad Anzio la percentuale di affluenza è stata del 32,63 (in calo dal 45,77% del primo turno) mentre a Nettuno l’affluenza è stata del 31,27% (46,86%).
C’è molto della delusione dei cittadini in questo risultato. A novembre 2022 le due amministrazioni sono state sciolte dal Consiglio dei Ministri per infiltrazioni mafiose: un’operazione dell’Antimafia portò a 65 arresti. Soprattutto, le intercettazioni portarono alla luce la forte permeabilità delle due amministrazioni agli interessi della ‘ndrangheta, con “accertate forme di ingerenza“. I dubbi hanno toccato gli affidamenti dei lavori pubblici, le strutture balneari, la stessa campagna elettorale della volta scorsa.
Identica la difesa dei due sindaci mandati a casa, Candido De Angelis ed Alessandro Coppola. Tutti e due di centrodestra, tutti e due sostenevano che le loro città fossero state ben governate e che i risultati parlassero per loro.
Centrosinistra in festa
Il Segretario Pd del Lazio Daniele Leodori definisce il risultato di oggi “storico, un segnale forte di rinnovamento e fiducia in un progetto politico alternativo“. Il capogruppo in Regione Lazio Mario Ciarla parla di una svolta che arriva “dopo anni di malgoverno della destra segnati dalle infiltrazioni della malavita. Ha perso un esercizio incapace e arrogante del potere da parte di chi oggi governa la Regione“. Il giudizio politico è del SDegretario nazionale Elly Schlein: “L’alternativa a questa destra c’è. Una bella vittoria: dimostra che l’unità paga“.