
Le dimissioni dei 4 componenti la Segreteria Pd di Frosinone dell'area Schlein. Perché. Cosa vogliono ottenere. Qual è il segnale.
Nella migliore delle ipotesi è una nuova scossa di terremoto, nella peggiore è l’inizio di un collasso politico. Quattro componenti della Segreteria cittadina del Partito Democratico di Frosinone si sono dimessi. A lasciare la carica assunta appena ventiquattrore prima sono stati Stefano Pizzutelli (delegato ai rapporti con il Gruppo consiliare), Francesco Brighindi, Laura Collinoli, Manuela Fraioli. Ma c’è anche un’altra chiave di lettura che va al di là degli aspetti tellurici e quelli cardiologici: i quattro dimissionari non hanno sbattuto la porta non hanno sconfessato alcunché. Anzi: hanno aperto una strada che vuole portare il Pd in una dimensione nuova, lontano dalla lotta tra correnti, su una quota dove non si respirano veleni. E dove si superi quello che per loro è un collo di bottiglia: il Segretario cittadino Marco Tallini.
Per capire quella strada e comprendere il percorso bisogna portare gli orologi indietro di ventiquattrore. Ed andare alle dimissioni rassegnate sabato mattina dal Capogruppo del Pd in Consiglio Comunale, Angelo Pizzutelli. Quelle si un terremoto: perché l’uomo più votato in tutto il centrosinistra, il secondo in assoluto nell’intera Aula consiliare, ha lasciato l’incarico tenendosi le mani libere per le prossime elezioni Comunali. (Leggi qui: Pizzutelli: “Mi dimetto da capogruppo Pd. E mi tengo le mani libere per dopo”).
Tentativo di recupero

Le quattro dimissioni rassegnate dal gruppo che si riconosce in Elly Schlein vanno lette in stretta connessione con quelle di Angelo Pizzutelli. Il loro è un tentativo di recuperare la situazione: evitando arroccamenti, scontri, conte muscolari ed adii drammatici.
«Abbiamo accettato di far parte della Segreteria del circolo del Partito Democratico di Frosinone perché sicuri e vogliosi di dare il nostro contributo sulle tematiche politiche e amministrative della città capoluogo, soprattutto in un momento in cui la coalizione di centrodestra che la guida sta dimostrando tutta la sua inadeguatezza nell’amministrarla». La premessa è chiara: siamo dell’area Schlein e non vogliamo essere parte dei giochi tra correnti, la nostra intenzione era quella di allargare il Pd di Frosinone a forze civiche come quella che la volta scorsa ha espresso Stefano Pizzutelli in Consiglio.
“Siamo estremamente convinti, e da sempre lo sosteniamo, che bisogna restituire centralità al capoluogo, concentrandoci meno sulle tematiche burocratiche e di più sulle problematiche che attanagliano la nostra città. Soprattutto, offrendo ai frusinati un’idea del capoluogo che vorremmo, che è un’altra rispetto a quella che vediamo oggi, preda dei disastri del centrodestra”. Quindi: basta dibattiti sul Partito è ora di dibattiti sulle cose che a Frosinone non vanno perché il sindaco indicato ed eletto dal Centrodestra ci offre molti spunti.
No alle divisioni

“Per fare questo non possiamo permetterci malumori al nostro interno (e le dimissioni del capogruppo al Comune li evidenziano), ma è necessario remare tutti dalla stessa parte dopo un confronto leale ed autentico tra gli esponenti del Circolo”. Tradotto: Compagni siamo stati frettolosi, non abbiamo tenuto conto di tutti gli scenari e le dimissioni di Angelo Pizzutelli ce lo confermano. La Segreteria va ridiscussa con un confronto leale tra tutti.
Francesco Brighindi, Laura Collinoli, Manuela Fraioli e Stefano Pizzutelli lo ribadiscono. “Serve una discussione seria ed è necessario ripartire con maggiore grinta e passione, per il bene del circolo e della nostra città. Rimettiamo dunque le deleghe al segretario del circolo, presentando le nostre dimissioni dalla Segreteria.
Ci auguriamo che al più presto venga convocato non soltanto il direttivo del circolo, ma un’assemblea con tutti gli iscritti”.
Serve una testa

Il vero nodo del problema è nella Segreteria comunale: il gruppo ha evidentemente delle riserve sul Segretario Marco Tallini. Perché ritengono che il problema nato con Angelo Pizzutelli sia anche conseguenza di una sua evanescenza. Di una sua scarsa incisività politica sui temi chiave. Tra le contestazioni che gli vengono fatte: non avere preso posizione sulle clamorose dimissioni di Angelo Pizzutelli. Non una dichiarazione, non un comunicato né una riga.
Inoltre, pesa anche il fatto che Il Partito Democratico in provincia di Frosinone sia senza un Gruppo dirigente. È un autobus lanciato senza autista al volante. Sta così da quando ha rassegnato le dimissioni Alberto Tanzilli, il dirigente romano che era stato indicato alla guida della Commissione Congresso cioè quella che deve governare il Pd in assenza di Segretario e Segreteria che hanno cessato le loro funzioni.
Praticamente Luca Fantini e la Segreteria provinciale hanno cessato le loro funzioni. Al loro posto sono entrati in carica Tanzilli e la Commissione, con il compito di appianare le divergenze sulla strada del Congresso: mezza commissione ed il presidente si sono dimessi. Ora, al volante c’è nessuno. E non c’è una linea concordata. Il tesseramento è sospeso ai fini del Congresso, ci sono oltre trenta ricorsi.
O si sblocca il Congresso o si nomina un commissario. Tertium non datur.