
Il Pd è sempre più ai margini. La scelta di Giuseppe Felli (Progetto Anagni) e non di un esponente di Partito per la civica di Zingaretti è un doppio grave segnale. Ecco perché. Chiesto un incontro urgente
A volte per spiegare un mistero non serve fare delle raffinate analisi. Basta mettere in fila i fatti.
Come ad Anagni; dove, in attesa del consiglio comunale dedicato al bilancio consolidato, ricominciano a soffiare venti di guerra nei confronti del sindaco Fausto Bassetta. Venti che provengono dalle parti del Pd. Venti minacciosi; che stavolta potrebbero mettere seriamente in difficoltà il primo cittadino. Anche più della crisi con dimissioni che ha caratterizzato l’ultima estate.
Perché?
Ripartiamo da lì. Da quelle dimissioni, rientrate dopo 20 giorni di trattative serrate, conclusesi con un documento che dovrebbe rimettere le cose a posto. (leggi qui Habemus Bassettam (di F.Ducato)) Solo che non tutti quel documento vogliono firmarlo. Tanto che uno degli ultimi firmatari, Alberto Floridi de L’AltrAnagni, decide, pochi giorni dopo, di uscire dalla maggioranza, dopo le polemiche sul caso Marangoni.
Un disagio che per molti già c’era prima, ed era scaturito dalla gestione della crisi da parte di un sindaco dipinto come troppo vicino a Progetto Anagni. Che, non a caso, dalla crisi ci ha solo guadagnato. In termini di poltrone e di visibilità.
Il Pd si allinea, a denti stretti. Più di qualcuno non è convinto, ed avrebbe voluto una vera discussione sulle vicende che hanno portato alla crisi, non una pace frettolosa. Che, non a caso, dura poco.
A questo punto le forze in campo sono chiare: da una parte il Pd, dall’altra Progetto Anagni. Che non si sono mai amati. Serve, alla lista civica, un casus belli per rimarcare ancora di più la distanza dal Pd. Che viene trovato nel pasticcio del Bilancio consolidato e dei 5 licenziamenti conseguenti. (leggi qui Caos sul Bilancio, due teste nel mirino (di F. Ducato))
Nel consiglio comunale successivo, tutti notano come il sindaco sia, sulla vicenda, particolarmente a disagio. Mentre l’assessore al bilancio Aurelio Tagliaboschi alza il livello della polemica, Bassetta si limita ad ammettere l’errore, garantendo che indagherà per trovare le responsabilità.
A molti sembra una chiara presa di posizione. Contro Tagliaboschi. E, quindi, contro il Pd. Anche perché, pochi giorni dopo, si palesa un dato importante: la discesa in campo per le regionali, del vicesindaco Giuseppe Felli, con ZIngaretti. E se Nicola Zingaretti in zona decide di puntare su Felli vuol dire due cose: che il Pd di Anagni, evidentemente, tanti appoggi a livello regionale non li ha; e che Bassetta la sua scelta tra Pd e Progetto Anagni l’ha fatta.
Ecco perché il gruppo anagnino del Partito democratico decide di rompere gli indugi e comincia a farsi sentire. Con una nota di Vittorio Save Sardaro prima. E poi con le voci sempre più insistenti di una richiesta urgente di incontro che starebbe per arrivare al sindaco dal Pd anagnino. Un incontro, evidentemente, che servirà a spiegare un po’ di cose. O a regolare qualche conto. Con esiti, al momento, imprevedibili.
In attesa del bilancio di giovedì. Sempre che i consiglieri di maggioranza ci siano tutti.
Di questi tempi non si può mai sapere.