La polemica infinita sui lavori al cimitero San Bartolomeo di Cassino. Riaccesa da una lettera del sindaco Salera in cui scarica le colpe dei ritardi sul suo predecessore. Ma Carlo Maria D'Alessandro non ci sta. E tira fuori le date
Qualcosa non quadra. La storia dei lavori al cimitero di Cassino ha segnato due stagioni politiche. In modo diverso: negativo per l’allora sindaco di Centrodestra Carlo Maria D’Alessandro, positivo per il suo successore Dem Enzo Salera. Con il primo il cantiere si fermò, con il secondo ripartì e la ditta venne messa alla porta. Una storia riassunta in questi giorni dall’attuale sindaco attraverso una lettera che Enzo Salera ha inviato ai proprietari dei loculi del Lotto 1 del cimitero. E che il suo predecessore contesta con forza.
In questi giorni Carlo Maria D’Alessandro si sta rimettendo in piedi. Nel vero senso del termine: ha subito una serie di interventi chirurgici ed il caso che ha interessato le sue gambe ed i suoi legamenti sono diventati materia di studio universitario. Stare immobile per lungo tempo sul letto gli ha consentito di riordinare le copie dei documenti. Anche quelli del cimitero.
Perché contesta quella lettera?
L’ho letta con naturale disistima. Perché è una lettera che il sindaco Enzo Salera a firmato ma non scritto. La contesto perché contiene una ricostruzione falsa sulla vicenda del cimitero di via San Bartolomeo. Credevo che dopo sei anni la stagione della attribuzione ad altri di proprie responsabilità fosse terminata. Evidentemente mi sbagliavo.
In realtà le lettere sono due
Nella prima lettera che è stata inviata alla stampa si faceva riferimento ad un dissequestro del cantiere. È falso. Perché non si può di sequestrare ciò che non è mai stato sequestrato.
Il cantiere del cimitero non è mai stato sequestrato?
Esatto, avete capito bene, il cantiere non è mai stato sequestrato. Ho ritenuto mio dovere farlo presente al sindaco che correttamente ha riconosciuto la cosa, fatto ritirare la prima lettera inviandone una seconda. Come spesso accade la pezza è peggio del buco.
Che problema c’è nella seconda lettera?
Nel secondo comunicato si fa riferimento ad un contenzioso civile di cui l’attuale amministrazione non ha alcuna responsabilità. Si attribuisce la responsabilità al sottoscritto ed in questo caso si afferma ancora una volta il falso.
Nemmeno il contenzioso civile esiste?
Esiste eccome. Porta il numero di Registro Generale 1023/2020 dove le ultime 4 cifre stanno per l’anno in cui il procedimento è nato. Basta quello per comprendere che si tratta di un giudizio nato quando ormai l’amministrazione Salera era in carica da un anno.
Il che però non è molto significativo: può essere un contenzioso nato nel 2020 per qualche cosa fatto in precedenza sotto l’amministrazione D’Alessandro…
In teoria. Ma in pratica i fatti stanno in maniera diversa. Il contenzioso nasce dal ricorso effettuato dalla ditta nei confronti del provvedimento di rescissione in danno. Ed è un provvedimento adottato dall’amministrazione Salera nell’anno 2019. Una scelta legittima, sia chiaro. Ma altrettanto deve essere chiaro che a strappare il contratto e mandare via la ditta è stato Salera. Ed il contenzioso è una conseguenza di quella legittima scelta. Che non ho fatto io, che non avrei fatto.
Perché lei non avrebbe mandato via la ditta? I lavori non erano stati eseguiti come previsto…
I lavori difformi presso il cimitero di San Bartolomeo sono stati prontamente bloccati per ordine del sottoscritto dal Segretario comunale dell’epoca ovvero la dottoressa Riccio. A seguito di quel fermo dei lavori chiedemmo all’ingegner Bruno Caia di effettuare la verificazione per consentirci di capire quali erano gli adempimenti successivi da porre in essere. Cioè: fermate tutto e fateci vedere cosa si deve fare.
E cosa faceste?
Ricordiamoci, era il 2018. Abbiamo fatto firmare alla ditta un contratto nel quale la stessa ditta si faceva carico di tutti i danni arrecati o futuri che erano derivati dal suo errato comportamento. Scrivemmo che non avremmo corrisposto alcun anticipo e che tutti i lavori fatti per riparare non sarebbero gravati sulle casse del Comune e quindi dei cittadini.
Quei tempi lunghissimi con i cantieri fermi come si spiegano? Perché alla fine ai cittadini è questo a dare fastidio.
Ribadisco: la scelta della rescissione in danno è da attribuire all’amministrazione Salera. Ma considerando che io non ho alcun interesse nell’accusare qualcuno di qualcosa, sottolineo dieci volte che si tratta di una scelta legittima fatta dal sindaco. Della quale però bisogna assumersi la responsabilità e non scaricare su Carlo Maria D’Alessandro la responsabilità della lungaggine della questione giudiziaria.
Ripeto la domanda: perché quei tempi così lunghi?
Metto in fila due cose e la risposta ve la date da soli. La prima cosa. Il sostituto Procuratore della Repubblica dottor Emanuele De Franco il 10 aprile del 2019 chiede l’archiviazione del procedimento penale aperto anche sul sottoscritto in qualità di sindaco pro tempore del comune di Cassino per “infondatezza della notizia di reato”. Richiesta ribadita il 22 ottobre del 2019 e accettata definitivamente dal Giudice delle Indagini Preliminari Salvatore Scalera il 24 agosto 2020. La seconda cosa. È chiaro che se non fosse stata fatta la rescissione in danno il comune di Cassino avrebbe potuto far proseguire i lavori alla ditta iniziale aggiudicataria, che doveva necessariamente farsi carico di tutti gli oneri aggiuntivi derivanti dai danni creati, già a partire dal 2020 e non dal 2024.
Per formazione e professione, avrebbe potuto mettere il naso in quei lavori: perché non lo ha fatto?
Questa è la mia eventuale responsabilità: quella di non aver fatto per una sola volta nella mia vita il sindaco ingegnere, ma solo il sindaco. Non era il mio compito. Se come ingegnere avessi messo il naso avrei probabilmente evitato gli errori commessi, ma sarei incappato in un reato di ingerenza nelle questioni amministrative che non possono essere confuse con quelle politiche.
Per usare un eufemismo: in questa tornata elettorale lei non è stato vicino al centrodestra: ancora gli rimprovera di avere fatto cadere l’amministrazione D’Alessandro. Però, in qualche modo, ha contribuito alla rielezione di Enzo Salera…
Come insegnava l’indimenticato Cesare Fardelli “il voto è segreto”. Voglio sperare che quella stagione di riconciliazione che in qualche modo il sindaco aveva iniziato proprio con questo suo secondo mandato possa andare avanti nell’interesse della città. Scaricare la responsabilità di una lungaggine giudiziaria su chi non c’entra niente, perché è quello che sostiene la Procura della Repubblica nei miei confronti, è solo un atto che non coincide con l’onestà intellettuale di Salera, sebbene quella lettera sia da scritta da qualcun altro.