“Due Salera” a Cassino, e il secondo ha spinto poco sulle tessere Pd

Il segretario cittadino Fionda sferza sul tesseramento: "Almeno le nostre iscrizioni sono pulite", ma la Città Martire ne ha contate solo 187, come Alatri. Che ha 10mila abitanti in meno

Lorenzo Vita

Rerum Cognoscere C@usas

Sul piano amministrativo ha la stessa valenza di un dogma. Inconfutabile. Statuario. Al punto che se qualcuno si dovesse lasciar penetrare da una momentanea suggestione di perplessità sarebbe passibile di scomunica latae sententiae, cioè per il solo fatto di averlo pensato. La coesione che contraddistingue la maggioranza del sindaco Enzo Salera, ancor più in questo “secondo tempo”, rappresenta un unicum nella storia cassinate così: mai vista prima, rara pure tra i Comuni dell’intera provincia di Frosinone.

Al vertice c’è lui, il pitbull Enzo Salera. Lui decide, lui detta le carte, lui ha la prima e l’ultima parola. Sembra di essere tornati ai tempi degli abati-feudatari, la cui autorità aveva una dimensione che rasentava il sacro. I numeri con i quali ha centrato la rielezione gli danno ragione.

“Almeno cinque tessere a testa”

Dario Franceschini con Francesco De Angelis, Mauro Buschini ed Enzo Salera

Nelle dinamiche amministrative nessun consigliere o assessore osa fare di testa sua. L’ingranaggio gira fluido, senza intoppi. Ma è sul piano politico che le differenze si notano. E sono affiorate proprio in questi giorni, quando Salera ha chiamato alle armi tutti i Consiglieri per accrescere quanto più possibile i tesserati al Partito Democratico in vista del congresso provinciale. “Almeno cinque tessere a testa”, è stato il leit-motiv.

Il primo cittadino vuole contare nella conta interna ai Dem, far valere ragioni e aspettative, plasmare la sfida ai suoi obiettivi. Del resto, in cinque anni non ha di certo agitato le acque nella Federazione provinciale Pd per niente.

Ma, conti alla mano, la mobilitazione attesa è stata tutt’altro che esplosiva. I numeri delle tessere del circolo cassinate sono ben al di sotto delle aspettative. Appena 187. E’ la dimostrazione che nella sua maggioranza qualcosa non ha funzionato. Che la mobilitazione è stata parziale. Che qualcuno ha deliberatamente preferito votare altro.

Fardelli fedele ma non iscritto

Luca Fardelli

Non tutti i consiglieri comunali, difatti, hanno scelto di aderire al Pd. E chi lo ha fatto si è limitato a tesserare al massimo la moglie (o marito che sia). Senza andare ad inseguire l’onda di entusiasmo che si è creata attorno al primo cittadino e alla sua squadra nelle amministrative di giugno.

Ad offrire, tra gli altri, la misura della discrezione che ha congelato il fervore della maggioranza è Luca Fardelli, che afferma: “Io sono un fedelissimo del sindaco e di questa amministrazione. Ma non mi iscrivo a Partiti”. Luca Fardelli uscì dal Pd cinque anni fa quando ci fu lo scontro frontale per individuare il candidato sindaco: ci aspirava suo fratello Marino che era Segretario del Circolo. Le cose andarono in maniera diversa.

Come Luca Fardelli anche altri hanno preferito seguire la cosa con i piedi di piombo. Al punto che persino in due città come Frosinone e Ceccano, da anni in mano al centrodestra e con i Circoli frammentati da faide interne, si è riuscito a fare di più. La Città martire ha eguagliato Alatri, luogo natìo del segretario uscente Luca Fantini, ma che ha diecimila abitanti in meno.

Cassinate poco competitivo

Dai numeri ne viene fuori un cassinate per nulla competitivo, incapace di aggregare un esercito tale da sfangare gli equilibri, soprattutto in questa fase delicata per i Dem, dove sono in tanti a coltivare interessi. Senza contare che all’interno del circolo cassinate i dubbi non mancano.

Il segretario Romeo Fionda, ad esempio, è perplesso: “Al Congresso non ho ancora deciso chi votare… qui è un caos”, dice a denti stretti. E pare non essere il solo a voler votare secondo coscienza, “e non tanto per rispondere ad un ordine di scuderia”, è il ragionamento che viene fatto.

Una condizione che rischia di penalizzare il Cassinate nelle partite che contano davvero. E con esso l’orizzonte politico di Salera, che di certo sembra avere l’ambizione di andare oltre palazzo De Gasperi.

Seppur subalterno ai circoli del centro-nord della provincia, tuttavia il dato delle tessere della Città Martire sembra essere “in linea con il passato”, spiega ancora Fionda. “Almeno noi possiamo dire che il tesseramento si è svolto in maniera pulita e trasparente. Altrove non so…”.