
A Frosinone si alza il livello della disputa tra i meloniani ed il primo cittadino che non vuole concedere nulla e favorire un Partito che non intende appoggiare una sua conferma. Una sorta di guerra fredda al di là delle questioni amministrative. Angelo Pizzutelli cerca di incunearsi e spaccare l'attuale fronte
Se il sindaco Riccardo Mastrangeli avesse ricevuto un euro per ogni Consigliere perso per strada, potrebbe forse finanziarci una pista ciclabile (stretta, ovviamente). Otto defezioni in due anni: la sua maggioranza somiglia sempre più a una comitiva disorganizzata in gita scolastica, dove ognuno va per conto suo e nessuno sa più dov’è il pullman. Ed è in questo scenario che oggi il capogruppo del Partito Democratico Angelo Pizzutelli ha deciso di entrare in scena.
Lo ha fatto con un comunicato che, sotto l’aplomb istituzionale, nasconde un messaggio piuttosto chiaro: Caro Riccardo, se vuoi lasciare un segno, smettila di giocare solo con l’amico Marzi e chiama tutta l’Aula al tavolo. Anche noi, i “cattivi” dell’opposizione.
Pizzutelli, dolce e selvaggio

Sì, perché dietro il linguaggio composto e le analisi urbanistiche, Pizzutelli ci tiene a mettere le cose in chiaro: il sindaco si è aggrappato all’accordo (politico e forse spirituale) con l’ex sindaco Domenico Marzi, suo rivale alle scorse elezioni, per restare a galla. Ma quella scialuppa ora fa acqua. Il Pd, lasciato alla finestra, osserva il teatrino e lancia il suo guanto di sfida: un patto di fine consiliatura. Non per entrare in maggioranza ma per fare qualcosa che abbia un senso, tipo evitare di chiudere il mandato tagliando altri nastri su progetti firmati Nicola Ottaviani.
Perché il problema, dice Pizzutelli, non è tagliare i nastri – è sapere di chi erano le forbici. La piazza Turriziani, la piazza dello Scalo? Belle, ma figlie del passato. Il presente? Un Piano Urbano della Mobilità che è diventato un rebus viario, con sensi di marcia che cambiano più dei rapporti interni alla maggioranza. Le piste ciclabili? “Un fallimento totale”, parole sue. Il Bus Rapid Transit? Un titolo senza copione. E l’ascensore inclinato, monumento all’immobilismo verticale.
Ma è il Parco del Fiume Cosa il vero cuore dell’appello pizzutelliano. Quel progetto ambizioso, che potrebbe cambiare davvero la fisionomia della città, continua ad abitare in un limbo di slide e buone intenzioni. Come se Frosinone fosse condannata a vivere nel “quasi”. Quasi green, quasi moderna, quasi partecipata.
Un governo di salute pubblica

Il capogruppo Pd, a modo suo, rilancia: Fate un governo per Frosinone, smettete di litigare in famiglia, uscite dal bunker delle appartenenze e parlate con tutti. Un colpo di teatro? Forse. Una manovra per ridimensionare l’ingombrante figura di Marzi? Probabile. Ma anche un tentativo di rianimare una consiliatura che pare in apnea da mesi.
D’altronde, la visione non si misura con le inaugurazioni, ma con la capacità di portare la città un metro più avanti, senza inciampare nei cordoli. E, da oggi, Pizzutelli lo dice forte: non si governa da soli, e nemmeno in due. Serve l’intero palcoscenico. Con buona pace dei duetti.
Vecchie volpi

Il sindaco Riccardo Mastrangeli è un politico di lungo corso: ha fatto il Presidente della Circoscrizione Scalo, il presidente dell’allora Istituto Autonomo Case Popolari (oggi Ater), il Parlamentare con Berlusconi e l’assessore al Bilancio del Comune per due consiliature. Il manuale della politica lo conosce e lo recita a memoria. Anzi, alcuni capitoli potrebbe averli scritti addirittura lui, per l’esperienza consolidata sul campo. Non è un amministratore che agisce di impulso, senza aver valutato prima ogni possibile conseguenza, diretta o indiretta, della sua azione di governo. Nè fa le cose “pe tigna”.
Dall’altra parte in FdI, non c’è un gruppo di esordienti giovani marmotte della politica. Ma un gruppo, di consiglieri comunali e assessori, con certificata esperienza politica e consenso elettorale. Il cui spin doctor è un volpone, a pelo lungo e irto, dell’Aula del consiglio comunale, come Fabio Tagliaferri. Ne ha viste e vissute di tutti i colori. Oggi è addirittura a capo di un ente nazionale importante come l’AleS. Figuriamoci se, insieme ai suoi, non sa prefigurare gli scenari.
La mobilità della discordia
La premessa e la descrizione del dna (politico) degli interlocutori erano doverosi, per tentare di spiegare quello che sta succedendo, o sta per succedere, tra Mastrangeli e Fratelli d’Italia a Frosinone. Ed in cui Angelo Pizzutelli sta tentando di incunearsi. Per carità in tutte le famiglie e in tutti i matrimoni ci si confronta e si discute. Spesso si litiga, pure animatamente. Ma qui sembra di assistere a qualcosa di più sottile ed astuto. Strategico.

Il sindaco ha fatto della rivoluzione sulla Mobilità Sostenibile il marchio di fabbrica della sua consiliatura. Ci sta mettendo anima cuore, e faccia (per inciso: sempre da solo). Senza il necessario (quanto inspiegabile) supporto di qualche consigliere o assessore della sua maggioranza. BRT, piste ciclabili, isole pedonali, completa chiusura al traffico di piazzale Kambo, sono solo alcuni dei suoi must.
Imprescindibili inderogabili e, soprattutto, immodificabili. Modifiche che, invece, hanno chiesto quelli di Fratelli d’Italia. Soprattutto per quanto riguarda la completa pedonalizzazione della piazza della stazione, ma anche per il percorso del BRT, troppe volte pensato e ripensato dall’amministrazione. Risposta di Mastrangeli alle richieste dei Fratelli? “Non se ne parla nemmeno. Si va avanti così”. Punto e basta. Chiusura totale. Fine delle trasmissioni.
Il dogma del programma
Come è possibile che il sindaco abbia eretto un muro così invalicabile, nei confronti della forza politica con il maggiore consenso elettorale a Frosinone e con il maggior numero di consiglieri in aula? Che peraltro, in questi 3 anni di consiliatura, ha rappresentato la vera e propria guardia pretoriana di Mastrangeli, difendendolo sempre dagli attacchi che provenivano proprio dall’interno della maggioranza? Manco dall’opposizione.

Di contro. Il programma di governo di Mastrangeli, Fratelli d’Italia lo ha accettato e sottoscritto nel 2022 prima della campagna elettorale. Ha condiviso tutto. Dentro c’erano scritte tutte le cose, – anche dal punto di vista della mobilità sostenibile, compresa la totale pedonalizzazione della piazza dello scalo, – che il Sindaco sta facendo adesso. E allora come si spiega questa folgorazione sulla via di Damasco da parte dei Meloniani? Si spiega, o si tenta di spiegare, così.
Fratelli d’Italia sta interpretando il sentiment che tira a Frosinone da parte di diversi cittadini, manifestamente contrari ad alcune politiche per la viabilità assunte dall’amministrazione. In particolare per lo Scalo. Lo denunciano sui social, lo dicono ai Consiglieri quando li incontrano per strada. Lo rappresentano nelle riunioni, ufficiali o informali, organizzate dai vari comitati di zona.
Quel nodo al fazzoletto

Ai meloniani, poi, non sono andate proprio giù alcune decisioni prese da Mastrangeli in splendida solitudine, senza il necessario (secondo i Fratelli) confronto con il Partito più importante e numeroso del Consiglio. Sintomatico a tal fine quanto accaduto a inizio anno, con il finanziamento regionale ottenuto dal Comune, anche grazie agli “uffici” di Fratelli d’Italia per lo stadio del nuoto, e dirottato dal sindaco “motu proprio” per la scuola media di Campo Coni.
I Fratelli non sono stati nemmeno avvertiti preventivamente del cambio di destinazione. Hanno fatto buon viso a cattivo gioco e sorrisi a 42 denti, ma stretti. Parecchio. Hanno pure fatto un nodo grosso come una casa al fazzoletto, per ricordarsi quanto accaduto. Perdona i tuoi “nemici” ma non dimenticare mai i loro nomi.
Il nodo della candidatura a sindaco

Ma soprattutto, a monte di questo scontro, il vero casus belli, c’è la volontà di FdI di giocarsi la partita delle comunali nel 2027 con un proprio candidato sindaco. Senza appoggiare più Mastrangeli, come nel 2022. E’ stato chiaro e per nulla sibillino il Presidente di Ales Fabio Tagliaferri, quando qualche giorno fa sul quotidiano Ciociaria Oggi, a proposito delle prossime elezioni ha detto: “Se Mastrangeli fosse rimasto civico, FdI lo avebbe sostenuto senza problemi alle primarie. Ma siccome lui stesso si è definito un sindaco civico in quota Lega, se permette Fratelli d’Italia alle primarie indicherà un suo candidato. Si chiama politica».
Non servono particolari decriptaggi dal politichese. Il messaggio (a Mastrangeli e alla coalizione di centrodestra, o quel che ne resta) è chiaro: Fratelli d’Italia vuole esprimere il candidato sindaco tra 24 mesi. E nessuno in FdI a Frosinone ha detto, quello è il pensiero esclusivo di Tagliaferri. I Meloniani la pensano tutti così. Così è se vi pare.
Mastrangeli queste cose le ha capite da tempo. Vale quanto detto in premessa sulla sua esperienza politica. Sa perfettamente che la sua candidatura a sindaco nel 2027 non può passare per le primarie. E sa perfettamente che il suo principale competitor per la fascia tricolore sarà proprio espressione di FdI.
Mastrangeli studia una coalizione civica

Quindi perché concedere delle concessioni o modifiche al programma di governo ora, se poi tra un po’ me li ritrovo contro? In sintesi, entrambi starebbero cercando (il condizionale è assolutamente d’obbligo) il “pretesto” per rompere l’alleanza, ma nessuno vuole assumersi la responsabilità di farlo. Rimanere quindi con il cerino in mano. Con la “rottura” entrambi avrebbero le mani libere in prospettiva Frosinone 2027. Mastrangeli si presenterebbe ai cittadini con una coalizione marcatamente civica e di ampio respiro trasversale, con realtà ed esperienze di destra e di sinistra. Ipotesi alla quale il sindaco starebbe già lavorando.
I fratelli sarebbero legittimati, non solo dai numeri, a rivendicare una propria candidatura di bandiera a sindaco, nell’ambito di un rinnovato progetto politico di centro destra. Centrodestra che di fatto oggi a Frosinone non esiste più. Se poi Mastrangeli e Fdi sono invece condannati a stare ancora insieme, fino al termine della consiliatura, – perché a casa prima del tempo non ci vuole andare nessuno e nessuno è ancora pronto per la campagna elettorale, – lo diranno le prossime settimane e le dinamiche di Giunta e di consiglio. Ma lo scenario descritto non è poi così lunare. Un vecchio saggio cinese una volta ha detto: “L’intelligenza riscuote credito presso tutti, ma è la furbizia che incassa”.