Ed il Centrodestra mette alla porta Patriarca

Il sindaco di Ceccano mette alla porta il delegato alla Cultura Alessio Patriarca. I segnali di rottura c'erano da giorni. Caligiore ha preteso chiarimenti. Ed una presa di distanza dall'ex assessore Gizzi. Che parla bene di un Comitato di protesta. L'avvertimento di Ruspandini: «Indietro non si torna». Alla fine è arrivata la revoca.

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

L’ultimo atto si è consumato in mattinata: il sindaco Roberto Caligiore ha garbatamente accompagnato alla porta dell’amministrazione comunale di Ceccano il consigliere Alessio Patriarca. Gli ha tolto la delega alla Cultura. Non aveva votato a favore dell’affidamento del servizio Tributi ad una società esterna, incaricata di riscuotere le tasse comunali. Soprattutto, aveva detto con chiarezza di essere contrario all’attivazione dei parcheggi a pagamento: scelta dolorosa alla quale l’amministrazione è obbligata per questioni di bilancio.

Dissenso inaccettabile? Per il Centrodestra che guida il Comune di Ceccano non è così. Ma è dissenso strumentale. Cioè? Fatto solo per preparare il terreno alle prossime elezioni comunali e spaccare l’alleanza che da due mandati sta governando la città.

La frattura conclamata

Patriarca e Gizzi

La frattura era conclamata da alcuni giorni. È che non si vedeva troppo, ma si sentiva eccome fuori dalla sala consiliare di Palazzo Antonelli. Voci di corridoio parlavano di una reprimenda del sindaco Roberto Caligiore ai danni del consigliere Alessio Patriarca. Cioè l’esponente del Gruppo Indipendente, coordinato dall’ex assessore Stefano Gizzi. I rumors dicono che Caligiore avrebbe avuto già nei giorni scorsi un faccia a faccia con Patriarca per chiedergli di prendere le distanze da Gizzi.

Ci sarebbe anche la pretesa di un passo indietro. Ovvero un ripensamento pubblico rispetto alla contrarietà ostentata verso l’operazione strisce blu: moltiplicazione e privatizzazione dei parcheggi a pagamento. Le stesse voci, però, raccontano che il Gruppo Indipendente è non disposto a mollare di un centimetro. Né su quello né sull’esternalizzazione del servizio Tributi né tantomeno sull’opera Pnrr in Piazza Mancini. Non sono mancati neanche i silenziosi “mal di pancia” dei consiglieri Alessandro Savoni (FdI) e Fabio Giovannone (La mia Ceccano): il presidente del Consiglio e il suo predecessore part-time, entrambi militanti di Fratelli d’Italia.

Il fatto è che il Gruppo Indipendente sta sia in maggioranza che all’opposizione extra-consiliare. Patriarca, delegato alla Cultura, ha assicurato la condivisione dei punti di programma fino alla fine del secondo mandato del sindaco Roberto Caligiore di FdI. Si sta opponendo, però, ad alcune iniziative lanciate durante la consiliatura. In realtà, visto il decifit di sei milioni di euro, imposte anche quelle dal piano di riequilibrio finanziario concordato con la Corte dei Conti. (Leggi qui Consiglio a non finire, quasi da perdere i sensi e poi qui Il Camaleonte Corsi e il Patriarca contro le Strisce Blu).

Indipendenti per Patriarca e Abbruzzese

Il consigliere Alessio Patriarca con Mario Abbruzzese

Gizzi era stato cacciato da Lega e Giunta poco più di due anni fa: per le sue posizioni a favore della Russia di Putin nella guerra con l’Ucraina di Zełensky. Patriarca, invece, è tra i tanti scesi giù dal Carroccio dopo un fatto controverso: la candidatura “velenosa” del consigliere d’opposizione Marco Corsi alle passate Elezioni regionali tra le file della Lega.

In vista delle Elezioni comunali 2026, intanto, l’ex assessore Gizzi sta costruendo una potenziale candidatura a sindaco di Patriarca. Prendendo le distanze dal delfino di Fratelli d’Italia: l’assessore Riccardo Del Brocco.

Ha parlato da sé la presenza del Gruppo Consiliare Indipendente all’evento locale della Lega a favore della corsa di Mario Abbruzzese alle Europee. Massimo Ruspandini, leader provinciale e locale di FdI, ha risposto con il celolunghismo vista la predominanza di Fratelli all’interno della seconda Amministrazione Caligiore. Un po’ tutti per la riconferma di Nicola Procaccini all’Europarlamento. (Leggi qui L’Underdog e il Gattopardo e poi qui Civici e Indipendenti, ma fino a un certo punto).

Le perplessità sulle strisce blu

Il sindaco ha letto le dichiarazioni attribuite da Gizzi a Patriarca, a seguito di una riunione di maggioranza. «Siamo una coalizione, ognuno deve esprimere la propria opinione – così il portavoce del Gruppo Indipendente -. Sulla questione Strisce Blu il consigliere Patriarca ha espresso al Sindaco le sue perplessità, dopo aver ascoltato anche la voce del Comitato che lo sostiene e di molti cittadini. Chiede che questo argomento venga ridiscusso, al fine di trovare una diversa soluzione. È entrato in Consiglio Comunale e vuole verificare queste situazioni importanti».

Caligiore non avrà sicuramente apprezzato la ventriloquia. Da qui la necessità di un faccia a faccia con il consigliere di maggioranza, che di fatto tiene il piede in due scarpe. Una dentro alla sala consiliare e un’altra al di fuori. Dov’è nato, nel mentre, anche il civico “Comitato Centro Storico”: per dare forza alla battaglia contro l’ormai quasi concluso rifacimento di Piazza Mancini. È la piazzetta, praticamente un’area di sosta, sottostante al Castello dei Conti. La nascita del comitato è stata accolta favorevolmente anche da parte di Gizzi.

In discussione c’è il rilascio del nulla osta della Soprintendenza all’intervento che rientra nella riqualificazione del Centro Storico: opera finanziata dal Pnrr con un milione di euro. Come l’opposizione di Centrosinistra, hanno richiesto delucidazioni alla Soprintendenza. Nel frattempo, hanno anche segnalato la questione alla Prefettura e al Presidio territoriale unitario per i lavori del Pnrr.

Quel maledetto basalto scuro

Roberto Caligiore, FdI, due volte Sindaco di Ceccano

Vogliono un incontro per discutere riguardo all’utilizzo del basalto scuro, roccia vulcanica, al posto di selci di porfido. Un selciato, a detta loro, che avrebbe avuto soltanto bisogno di una risistemata. È già scattata un’interrogazione parlamentare della deputata frusinate Ilaria Fontana (M5S), caldeggiata dai Cinque Stelle locali e dalla consigliera di minoranza Mariangela De Santis. Non è mancata la piccata risposta del sindaco Caligiore. (Leggi qui Top e Flop, i protagonisti di venerdì 3 maggio 2024).

L’amministrazione comunale, intanto, fa sapere che l’opera in Piazza Mancini è quasi ultimata. «I lavori stanno procedendo da cronoprogramma – hanno annunciato da Palazzo Antonelli – e questo fine settimana si provvederà alla piantumazione e poi, a breve, si procederà a sistemare la pubblica illuminazione e le altre attività previste per dare il maggior decoro possibile a piazza Mancini. L’ultimazione della piazza era prevista entro il 24 giugno, ricorrenza del Santo patrono. Il termine verrà rispettato».

Il Comitato, però, chiede «di poter illustrare, direttamente al Presidio Pnrr di Frosinone, le ragioni di molti cittadini ceccanesi che ritengono questo intervento su Piazza Mancini un grave errore, poiché è stata utilizzata una quota rilevante del Pnrr a Ceccano su un intervento non necessario né tantomeno indispensabile, mentre altre aree del centro storico sarebbero state meritevoli di riqualificazione ed intervento secondo lo spirito proprio del Pnrr».  

«Il peggior intervento di tutti»

È inclusa anche una frecciata. «I nostri concittadini – critica il Comitato Centro Storico – credevano di aver già assistito al peggiore degli interventi attuati dall’Amministrazione nei confronti di Piazza Municipio di Ceccano, una splendida Piazza ottocentesca, quasi un delizioso salotto urbano, che presentava delle quadrature in porfido che davano armonia e regolarità classica ad un tracciato disegnato con cornici di cubetti bianchi e che giungevano a fiancheggiare un grande rosone davanti alla Chiesa di San Sebastiano».

Nel mentre, botta e risposta a non finire. L’assessore Angelo Macciomei, delegato ai Lavori pubblici, ha sbottato: «Ci lascia perplessi che, a opera quasi ultimata, si costituisca questo Comitato. I lavori erano noti dal 2021. Fa supporre che sia nato in odore di campagna elettorale».

Il Comitato ha replicato: «Insinuazione pretestuosa e del tutto risibile. Il nostro è un comitato spontaneo, eterogeneo per età, professioni e ideali politici dei componenti. Pertanto, è apartitico e autodiretto». La consigliera De Santis si è già detta perplessa: «Preoccupa il fatto che si contesti la libertà di aggregarsi in comitati spontanei, soprattutto se a farlo è un esponente dell’amministrazione». Le proteste sono iniziate con il primo cantiere. (Leggi qui Cantiere turbo: goduria precoce, senza preliminari).

Fino al Soprintendente e al Prefetto

La Prefettura di Frosinone (Foto © Stefano Strani)

Prosegue il Comitato: «I nostri concittadini, dopo aver dovuto prendere atto di questo discutibile intervento, hanno appreso, con stupore, che l’Amministrazione Comunale si apprestava a compiere un’altra opera riguardante i lavori di rifacimento di Piazza Camillo Mancini: non una Piazza qualunque, ma la Piazza che conduce al Castello dei Conti di Ceccano. Una piazza che ha un importante valore storico, essendo stata disegnata dal celebre Architetto Giovanni Battista Nolli».

Rispetto al nulla osta della Soprintendenza? «Lascia interdetta la cittadinanza tutta – se ne fanno, infine, portavoce – la quale si chiede come sia stato possibile disporre l’autorizzazione per un siffatto lavoro che presenta un approccio “dilettantesco” per la tutela delle piazze cittadine».

E concludono: «Molti cittadini chiedono a gran voce un vostro intervento ed una discussione seria sul punto, mentre alcune forze politiche hanno già ottenuto l’intervento di una parlamentare che ha presentato un’interrogazione urgente al Ministro della Cultura e nella quale pubblicamente si denuncia questa situazione». L’ha chiesto pure il consigliere Alessio Patriarca, ancora in maggioranza.

Ruspandini: «Con noi o…»

Massimo Ruspandini

I Fratelli di Ceccano, intanto, hanno lanciato il massimo sostegno alla loro terna per le Europee: Giorgia Meloni, Nicola Procaccini e Marco Squarta. L’onorevole Massimo Ruspandini, presidente provinciale di FdI, ha celebrato l’incontro con il ricandidato Procaccini e un terzetto di vertice: Paolo Trancassini, deputato e coordinatore regionale; Daniele Maura, consigliere regionale; Roberto Caligiore, sindaco e consigliere provinciale.

«Nella Capitale della Vecchia Contea – così Ruspandini sulla tappa nella “sua” Ceccano – si sono incrociati ancora una volta i destini, le speranze, i progetti di personaggi tra i più autorevoli della Nazione e tutta la nostra splendida classe dirigente locale. Ho ricordato l’incredibile affetto e il portentoso sostegno dei ceccanesi a Fratelli d’Italia dal momento della sua nascita. I record su record macinati in tutte le competizioni dal 2013 e la voglia dei più di mantenere quelle percentuali sempre così alte».

La voglia dei più, per l’appunto eccetto l’assessore Macciomei e il consigliere Patriarca: l’uno tornato con Forza Italia a favore della corsa di Salvatore De Meo alle Europee e l’altro riavvicinatosi alla Lega a sostegno di Mario Abbruzzese. Il non troppo velato avvertimento, però, è per Patriarca. «Abbiamo riscritto la storia politica di Ceccano tanto da volerla considerare ormai la nostra tradizione – conclude “Ruspa” -. Come recita il nostro slogan “Indietro non si torna” e chi non lo difende all’interno del partito e del nostro ambiente, non difende innanzitutto sé stesso e quel meccanismo e quella classe dirigente grazie alla quale ricopre incarichi fino a qualche anno fa assolutamente insperati».

Tanto tuonò che piovve

Alla fine è arrivato questa mattina il ritiro delle deleghe alla Cultura e ai Beni Culturali. Commenta Alessio Patriarca: «Accolgo con serenità questo atto del sindaco, ben sapendo di aver sempre operato con onestà e dedizione nei compiti che mi sono stati affidati come ad esempio la conclusione del restauro del Monumento ai Caduti, per il quale ero stato ampiamente ringraziato».

Per l’ormai ex delegato, alla base di tutto c’è la sua voglia di rendersi autonomo da opinioni che non era incluse nel programma e non condivideva. Per Patriarca «sicuramente hanno influito su questa decisione del sindaco la mia libertà di pensiero. In particolar modo la mia contrarietà alla Privatizzazione del Servizio Tributi e alla proposta che viene portata avanti dalla maggioranza sulle Strisce Blu».

Al civico “Comitato Centro Storico”, intanto, «spiace constatare che la giunta si comporti sempre allo stesso modo nei confronti del dissenso, ignorando o silenziando le varie voci discordanti. Ci preme però far notare che, se l’avvocato Gizzi sostiene il nostro comitato, lo fa a nostra insaputa, visto che non è stato presente a nessuna delle riunioni né ci è giunta da parte sua alcuna comunicazione in proposito. Vorremmo inoltre ribadire che il comitato è apartitico e, pur accogliendo volentieri qualunque privato cittadino voglia unirsi, non intende essere strumento da spendere in periodo di campagna elettorale da nessuna forza politica».